Brescia, vittoria al Rigamonti grazie alla magia di Don Rodrigo

Un’ora per zittire chi lo ritiene non funzionale. Senza polemiche o gesti plateali, ma semplicemente mettendo sul terreno di gioco tutto il repertorio della casa. Il Rodrigo Palacio visto ieri sera è la risposta migliore a mesi di «punzecchiature» presidenziali più o meno dirette e tentativi di farlo passare per quello che non è: un giocatore finito. Gol e classe. Il campo non mente mai e l’ex Inter a 40 anni mette ancora in fila molti ventenni. Per giocate, dribbling, costanza, facilità di corsa, intelligenza tattica. E gol.
Sognando la doppia cifra
Con la doppietta contro Leali e compagni è arrivato a quota cinque in campionato con la maglia del Brescia, al suo primo torneo cadetto della carriera. E c’è chi in tribuna, dopo averlo applaudito all’uscita dal campo scandita da un’ovazione generale del Rigamonti con tanto di coro a decibel elevatissimi, è andato sul sito della Snai per scommettere sul traguardo finale in doppia cifra. Per ora Palacio ha segnato tante reti quanti Tramoni, per una sorta di staffetta generazionale tra il «vecchio» che non intende mollare e che non dà segni di cedimento e il «bambino» in rampa di lancio. Aveva già segnato ad Alessandria, poi in casa con il Como e nel 3-2 esterno al Menti di Vicenza.

La magia di Don Rodrigo
E alla fine per riveder le stelle a Mompiano la bacchetta magica ha dovuto ancora una volta tenerla tra le mani Don Rodrigo. Che con un colpo per tempo ha permesso al Brescia di sfatare il tabù Rigamonti e di volare al comando del campionato per quella che potrebbe essere nei mesi a venire la serata della svolta. Da vittoria a vittoria. Per la banda di Inzaghi l’ultimo successo in casa era arrivato il 6 novembre, quando con il Pordenone Palacio aveva vestito i panni dell’assitman regalando a Moreo il pallone da tre punti. Ieri invece il numero otto delle rondinelle si è caricato la squadra sulle spalle. Da leader, silenzioso - giusto per dimostrare che non serve urlare per farsi rispettare - ma di grande importanza per gli equilibri in campo e dentro lo spogliatoio. I compagni lo cercano non per il nome che porta sulla maglia, ma per l’atteggiamento dimostrato ad ogni gara e per la capacità di essersi calato nella realtà ruvida, sporca e scomoda della serie B. Palacio non segnava più di un gol a partita dallo scorso 2 maggio, quando con la maglia del Bologna rifilò una tripletta alla Fiorentina diventando il giocatore più anziano della serie A a segnare tre reti in una gara. Da ieri invece è diventato il giocatore più «anziano» tra serie A e serie B (40 anni e 18 giorni) a realizzare una doppietta. Si va di record in record.
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