Brescia: c'è la continuità, ma al Rigamonti mancano le vittorie

È stato un bel pari. No, è stato un pareggio qualunque. Il Brescia ha avuto un atteggiamento migliore del solito. No, è stata la consueta squadra in versione Mompiano. C’è stato coraggio contro una squadra forte. No, alla fine si è giocato per il punto. È stata una partita divertente. Macché: il Brescia ha giocato malissimo. Piccola sintesi dei commenti raccolti dopo il 2-2 in doppia rimonta con il Frosinone: raramente un risultato e una partita sono stati interpretati in maniera così contrastante. E il bello è che non c’è un giusto o sbagliato. Vale tutto e il suo contrario perché in questo Brescia stesso, vale tutto e il suo contrario. D’altronde è una squadra che vive di paradossi.
Vista serie A ma troppi pareggi
Quelli che iniziano da una classifica con vista da sempre aperta sulla serie A diretta, che macina record e punti in trasferta, ma che è a una sola partita dall’eguagliare la sua peggior striscia di partite casalinghe senza vittorie: il Bresciadelle edizioni ’72-’73 e ’11-’12 arrivò a 7 gare senza successi a Mompiano, l’attuale è a 6. Quindi, parliamo e raccontiamo di una squadra che da un lato va celebrata e dall’altro pungolata: siccome da grandi poteri derivano grandi responsabilità, una cosa non esclude l’altra. Perché pure se siamo nell’epoca della decontestualizzazione, un contesto esiste e va analizzato nella sua interezza, non in maniera parziale. Il rendimento casalingo è un tallone d’Achille che mette a repentaglio la corsa e no nsi può fingere che così non sia. Eccolo il contesto in base al quale i pareri sul 2-2 restano contrastanti. Il punto in sé è tutto guadagnato ed è stato anche divertente. Sì: ma avendo come parametri le precedenti uscite casalinghe degli Inzaghi’s che stavolta, contro il Frosinone certo molto più quotato e attrezzato di Cittadella, Ternana e Alessandria, sono stati più continui del solito (non è stato regalato il consueto tempo) e in grado di tirare fuori gli artigli al momento giusto, quando si è trattato - due volte - di riprenderla.
Mattéo Tramoni - © www.giornaledibrescia.it

Vincere al Rigamonti
Quando poi la riprendi così, in extremis e appena 2’ dopo aver preso una botta in testa, di quelle micidiali, non puoi fare a meno di farti venir voglia di mettere sotto teca l’anima del Brescia: che a questo punto è il pezzo più pregiato del bagaglio della squadra di Inzaghi che quell’anima l’ha forgiata. Ha un altro punto di forza questa squadra: la continuità. Che è un altro valore assoluto da sempre in serie B, specie in una così equilibrata. La striscia aperta e mantenuta tale in un periodo di tour de force è di otto risultati utili consecutivi. Per quanto ripieni di 5 pareggi. Che otterranno un valore se arriverà domani sera un exploit casalingo. Adesso diventa necessario. Perché l’obiettivo - del quale non si può avere timore, ma che va considerato un orgoglio - è la serie A. E anche perché è meglio arrivare a rimettere a tacere quei fastidiosi rumors di una nuova possibile maretta in arrivo. Un’aria mai davvero «pulita» di certo non aiuta, ma non può più essere questo un cruccio di Inzaghi che s’è ripreso anche una totale autonomia nelle scelte: è tornato al modulo che più sente suo, basato tutto sugli esterni. Con buona pace anche di un mercato che era stato fatto per il 4-3-1-2 e che ha quindi portato mezze ali e una punta in più, non ricambi sugli esterni. Tanto è vero che Inzaghi ha rispolverato pure Spalek. E anche tutto questo è un paradosso. Insieme al fatto, a proposito di scelte, che pur nella fatica a costruire in casa, l’allenatore ha scelto col Frosinone di rinunciare anche al minimo di geometrie proposte da Van de Looi. La questione dell’estetica, alla luce della trasformazione cercata e voluta all’insegna del badare al sodo, è superata dai fatti.

Un «vorrei e posso»
Il Brescia è questo e non si può più mettersi a «reclamare» ciò che non può essere dato perché non è considerato prioritario. O possibile. Tuttavia (ed è un discorso diverso dal gioco) è ancora lecito attendersi che la qualità presente in una rosa ampia (e non ancora ben sfruttata) venga messa meglio a reddito con qualche soluzione e qualche concetto in più: ché è la qualità alla lunga, insieme ai risultati in casa, a fare la differenza. Dalla qualit non si prescinde. Il Brescia deve diventare un vorrei e posso: non ci si può accontentare proprio ora.
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