Calcio

Brescia, stadio Rigamonti e rata «mancante»: le date cruciali

Il giorno decisivo potrebbe essere domani: se Cellino non avrà saldato l’intera cifra, il Comune notificherà la revoca della concessione chiedendo lo sgombero degli uffici
Lo stadio Mario Rigamonti a Mompiano - © www.giornaledibrescia.it
Lo stadio Mario Rigamonti a Mompiano - © www.giornaledibrescia.it
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La mossa è arrivata intorno all’ora di pranzo di un sabato caldissimo. Massimo Cellino ha versato sul conto corrente del Comune una delle due rate del canone di affitto dello stadio Rigamonti. L’attuale presidente del Brescia ha versato circa 109mila euro, rispetto agli oltre 218mila (218.182,12 per la precisione) previsti per saldare il conto, comprensivi di mora. Per pagare anche la seconda l’imprenditore sardo aveva tempo fino alla mezzanotte di ieri, ma al momento di andare in stampa non risultavano ulteriori bonifici al Comune.

Ipotesi

Ma perché Cellino ha pagato una sola rata, se poi tutto ciò risulterà ininfluente? Forse perché in questo modo vorrebbe rallentare l’iter che porterebbe lo stadio verso il progetto di Pasini, più probabilmente per «chiamare» al tavolo della trattativa l’attuale numero uno della FeralpiSalò e trovare un accordo sulle parti nate o migliorate proprio dopo l’intervento di Cellino sull’impianto. Una sorta di «se avete fretta perché i tempi sono stretti, sediamoci e parliamo».

Il Comune però non pare avere timori. Perché sì, un bonifico è arrivato, ma non basta a cancellare l’insolvenza: la clausola dello sfratto resta. È vero che stando al contratto siglato con la Loggia la revoca della concessione scatterebbe al secondo mancato versamento, anche non consecutivo. Ma il presidente, a oggi, è già inadempiente: per questo, se non ha saldato in toto il conto, l’Amministrazione notificherà l’atto di revoca e si riprenderà le chiavi dello stadio.

La questione, però, è un’altra. Eccola: anche un eventuale saldo completo non basterebbe a salvare la situazione. Il vero nodo, più ancora del debito, è la permanenza del Brescia Calcio nell’arena professionistica. Su questo fronte incombe la data del 3 luglio: sarà il Consiglio federale della Figc a dover decretare l’esclusione del club da ogni categoria pro. Se la decisione verrà confermata, la concessione dello stadio decadrà in ogni caso automaticamente. Lo dice la convenzione stessa, che vincola l’utilizzo del Rigamonti alla squadra «che gioca ai massimi livelli».

Intanto il Comune stringe i tempi. Dopo il sopralluogo tecnico di giovedì scorso, una seconda diffida è finita sulla scrivania di Cellino: nel mirino c’è la scarsa manutenzione. La Loggia attende ora il preventivo dei lavori e presenterà una ulteriore fattura alla società.

Il giorno cruciale, a questo punto della storia, è domani. Se Cellino non avrà saldato l’intera cifra, il Comune notificherà la revoca della concessione chiedendo lo sgombero degli uffici, che dovrà consumarsi nell’arco di qualche giorno. Se invece arriverà il secondo bonifico, la procedura resterà congelata per poche ore, per riprendere subito dopo l’eventuale esclusione del club da parte della Figc.

Convenzione di un anno

E poi? Poi si apre il capitolo della manifestazione d’interesse per lo stadio. In una delibera di Giunta (che sarà probabilmente approvata mercoledì qualora la revoca scattasse domani) sindaca e assessori metteranno nero su bianco gli obiettivi che guideranno l’operazione: non tanto la cifra del canone d’affitto del Rigamonti (che, nel bando, potrebbe essere individuata all’interno di un range o non essere indicata affatto, tenendo presente che una perizia del valore dello stadio e un coefficiente tabellare minimo esistono), quanto la presa d’atto della decadenza del vecchio concessionario, la volontà di riaffidare l’impianto alla squadra più rappresentativa della città e la durata della concessione.

L’idea, alla quale il Comune insieme all’Avvocatura civica sta già lavorando da giorni così da rendere i passaggi più tempestivi, è procedere con una manifestazione d’interesse lampo da pubblicare verosimilmente tra il 7 e il 10 luglio: significa che da quel momento nell’arco di una settimana, due al massimo, si capirà se Pasini «candiderà» la nuova società e la nuova squadra (quel «Brescia future club» di cui si vocifera con insistenza) a prendere possesso del Rigamonti. La nuova concessione durerà un anno, tenuto presente che gli standard della serie C sono molto inferiori a quelli che regolano i campionati giocati in B o in A. Uno stadio meno prestigioso, forse. Ma almeno aperto e, soprattutto, di nuovo rappresentativo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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