Calcio

Progetto Brescia: Pasini stringe i tempi per creare la sua squadra

Ieri un contatto con la famiglia Bonomi, allo stadio un summit per capire lo stato dell’arte
Pasini con Ferretti e Legati - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Pasini con Ferretti e Legati - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
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Incontri e valutazioni. Le tappe che portano Giuseppe Pasini verso il nuovo «Progetto Brescia» sono diverse e lo saranno anche da qui al 15 luglio. Poco più di due settimane intense, da vivere tutte d’un fiato, con quel misto tra adrenalina e mantenere i piedi ben saldi a terra, evitando qualsiasi passo falso.

Faccia a faccia

Capitolo imprenditori. Ieri tra l’attuale presidente della FeralpiSalò e la famiglia Bonomi c’è stato un contatto nel quale si è ovviamente parlato di quale Brescia potrebbe nascere nel futuro. «Beppe è una persona capace, un amico – il commento di Aldo Bonomi, tra l’altro attuale presidente di Aci Brescia – credo sia la persona giusta per questo tipo di operazione. Un imprenditore capace e serio, d’altronde lo ha dimostrato negli incarichi che ha rivestito e riveste tuttora, come ad esempio essere a capo di Confindustria Lombardia». Una stima quindi ribadita ieri quella dei Bonomi (Aldo e Carlo) a Pasini: ciò fa pensare al fatto che possa arrivare un sostegno non solo a parole al progetto.

Nulla di ufficiale, ma le sensazioni sono positive. Pasini però deve inevitabilmente stringere i tempi, trasformare gli inviti ad andare avanti e le promesse di sostegno in qualcosa di concreto. Creare insomma quella squadra che lo aiuti, perché sbarcare a Brescia in questo momento, in queste condizioni, è quasi un’impresa. E il presidente della FeralpiSalò non vuole fare il salto da solo, nella speranza che pure qualche grande sodalizio legato alla città voglia guardare con interesse all’operazione.

L’impianto

C’è poi la questione stadio, che tiene banco e impatta su tutta la vicenda. Il punto è che entro lunedì 30 Massimo Cellino deve rispondere al Comune e saldare le rate del canone di affitto non ancora versate. Uno snodo importante, ma non dirimente, perché se il 3 luglio il Consiglio federale dovesse decretare la «morte sportiva» del Brescia targato Massimo Cellino (nelle prossime ore è atteso il parere della Covisoc sull’iscrizione presentata, ma la bocciatura è certa essendo incompleta), allora a quel punto se si dovesse ripartire dall’Eccellenza non potrebbe essere il Rigamonti lo stadio in cui giocare. Semplicemente perché è previsto che ospiti una squadra che disputa un campionato professionistico.

Resta il nodo delle «parti celliniane» all’interno dell’impianto e ieri c’è stato un incontro tra rappresentanti del Comune e gli avvocati di Cellino per avere la fotografia attuale. «Il Comune – dice Luca Bonavitacola, legale del Brescia calcio – voleva capire lo stato dell’arte e quali siano le parti dell’impianto riconducibili a Massimo Cellino. Al momento non c’è stata un’interlocuzione sulle stesse». E sulla possibilità che entro lunedì l’attuale presidente biancazzurro saldi le morosità col Comune, l’avvocato dice: «In questo momento non è dato da sapere cosa intenda fare la società».

«Abbiamo chiesto al Brescia calcio – commenta l’assessore con delega allo sport Alessandro Cantoni – di mantenere l’ordinaria manutenzione fino al 30 giugno, compreso il terreno di gioco e la sua irrigazione». Riguardo quelle migliorie che Cellino ha fatto e minaccia di «portare via», la Loggia valuterà come agire e se eventualmente aprire una sorta di trattativa a tre anche con Pasini.Ma non è escluso che, senza vie d’uscita, ne richieda la rimozione. La cosa certa è che dopo il Consiglio federale del 3 luglio, se la strada tracciata da Pasini non avrà buche, ci sarà anche in Comune una lotta contro il tempo per il bando di assegnazione del Rigamonti alla nuova entità nascente.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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