Calcio

Iscrizione alla C incompleta: Brescia tra lenta agonia e speranza

Inutile la documentazione fornita da Cellino, dirimenti i mancati pagamenti del 6 giugno
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Brescia, iscrizione alla C incompleta
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La domanda di iscrizione al prossimo campionato di serie C è stata presentata, ma risulta ovviamente incompleta. Nessun colpo di scena quindi nell’ultimo giorno utile per la presentazione della documentazione necessaria in Federazione. Il Brescia targato Massimo Cellino non ha e non avrà le carte in regola per partecipare ad un campionato professionistico, a vantaggio invece del Ravenna che verrà ripescato proprio grazie alla mossa dell’attuale presidente biancazzurro.

Snodo

Poco importa cosa realmente ci sia o non ci sia da ieri sera sui tavoli romani del governo del calcio: dirimente, al di là di altre eventuali mancanze, rimane il mancato pagamento degli stipendi ai calciatori relativamente al finale di stagione, oltre a contributi e ritenute, per una cifra che passa i quattro milioni di euro.

Il tutto doveva avvenire entro e non oltre il 6 giugno scorso, ma di pagamenti non c’è traccia. Ciò mette quindi la società fuori da qualsiasi discorso relativo al campo, come si va dicendo da giorni. Va solo messo nero su bianco.

Semmai, il fatto che ieri (anche se tardivo) non sia arrivato alcun segnale «monetario» concreto da parte dell’attuale presidente del Brescia, fa sì che anche la sue battaglie legali perdano ora decisamente forza.

Il cammino

Non cambia quindi rispetto a quello tracciato nei giorni scorsi. Ora toccherà alla Covisoc esaminare la situazione della società di via Ferramola, già sotto gli occhi di tutti, quindi al Consiglio federale decretare nero su bianco la fine dal punto di vista sportivo del Brescia «celliniano».

Potrebbe cambiare la data di questo ultimo passaggio, peraltro determinante; se infatti veniva indicato venerdì (il 27) come giorno della riunione a Roma (l’ipotesi che venga fatta una seduta straordinaria solo per il «caso Brescia» è alquanto remota), adesso la data più probabile è invece quella di giovedì 3 luglio. Una settimana che allungherebbe i tempi per la nascita del «nuova entità biancazzurra» targata Pasini, ma chissà che addirittura in quella data non possa essere presentato il cambio di denominazione e sede della FeralpiSalò.

Scenari

Per il Brescia di Massimo Cellino quindi è questione di giorni: da ieri c’è solamente una certezza in più in una strada già ampiamente tracciata dal 18 maggio in poi. Resta il fattore tempo, che non va affatto messo in secondo piano, perché entro metà luglio va chiusa un’avventura per provare ad aprirne un’altra.

Giuseppe Pasini è la speranza per il futuro del Brescia © www.giornaledibrescia.it
Giuseppe Pasini è la speranza per il futuro del Brescia © www.giornaledibrescia.it

Giuseppe Pasini intanto non si ferma e sta inevitabilmente giocando su più tavoli: c’è quello con gli imprenditori bresciani, perché senza dirlo pubblicamente ha più volte fatto sapere che se Brescia sarà, non vorrà restare solo. E gli attestati di stima sono stati numerosi, così come le promesse di voler rispondere presente. A voce. Adesso è il momento di arrivare al dunque.

C’è poi l’interlocuzione con il Comune di Brescia per la questione stadio: entro il 30 giugno Massimo Cellino deve saldare quanto deve all’Amministrazione per le due rate di canone d’affitto non pagate, quindi anche in questo caso è una questione di attesa, di tempo.

Infine sarebbe in atto un dialogo tra gli avvocati di Pasini e quelli di Cellino rispetto alle parti removibili del Rigamonti, che potrebbero rappresentare un altro oggetto del contendere. Non è escluso che, in caso di partita aperta sulla questione, l’attuale presidente del Brescia non metta anche sul tavolo della trattativa pure il centro sportivo di Torbole Casaglia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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