Cessione Brescia, l’avvocato: «Nulla di concreto, closing lontano»
Bonavitacola, ospite di Teletutto, sulla vicenda giudiziaria del club: «Ci sono elementi che ci inducono ad auspicare una soluzione positiva». Zazzaroni: «I biancazzurri andranno in C»

Il caso Brescia approda su «Messi a fuoco». La trasmissione di Teletutto si è occupata delle ultime evoluzioni legate al futuro del club di Massimo Cellino, dal deferimento al Tribunale federale nazionale alla trattativa per la cessione della società.
In studio con Andrea Cittadini Luca Bonavitacola (legale del Brescia), Severino Gritti (presidente dell’Ordine dei commercialisti) e i giornalisti del GdB Erica Bariselli ed Erminio Bissolotti. Previsto anche l’intervento di Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport.
Di seguito gli interventi più significativi con il nostro liveblog.
La situazione del Brescia
Il Brescia è stato deferito ieri dalla Procura della Figc: al club di Massimo Cellino vengono contestate irregolarità nel versamento dei contributi alle scadenze di febbraio e aprile. Il 29 maggio, giovedì si terrà l'udienza al Tribunale federale nazionale, che infliggerà la prima penalizzazione (verosimilmente di quattro punti ai biancazzurri). Qualora dovesse essere confermata nei successivi gradi di giudizio, la società di via Solferino verrebbe retrocessa in serie C.
Un dettaglio dell'ingresso della sede del Brescia - Foto New Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.itL'assemblea di Lega
Oggi intanto si è tenuta un'importante assemblea di Lega: quello che emerge è che sarà il Consiglio federale a decidere se riscrivere la classifica di B subito dopo la sentenza di primo grado o se attendere almeno il secondo. Al momento la seconda sembra essere l'ipotesi più credibile.
Il futuro societario
Continua a tenere banco la vicenda parallela (di certo non meno importante) legata al futuro del club, fondamentale per la sopravvivenza del Brescia, a prescindere dalla categoria in cui militerà. Per Cellino «le condizioni sono chiare»: «Prezzo basso e pagamento dilazionato nel tempo». Un pool di imprenditori è intenzionato a provare l'affondo nonostante il rischio di retrocessione, e nella veste di facilitatore è spuntato Francesco Marroccu, ex uomo di fiducia di Cellino.
Francesco Marroccu - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.itL'avvocato: «Nessuno poteva immaginare che i crediti d'imposta fossero inconsistenti»
Parla Luca Bonavitacola, il legale del Brescia: «Il Brescia ha saputo di questa vicenda a inizio maggio, quando è emersa una situazione del tutto inaspettata. Uno dei temi che pesano maggiormente è che il presidente e la società siano stati costretti a finire in questa condizione. Nessuno poteva immaginare che i crediti d'imposta potessero non avere la consistenza promessa a Massimo Cellino. La cessione dei crediti è diventata un'operazione quasi all'ordine del giorno con il bonus 110. La sorpresa è aver constatato che si trattava di un castello costruito in aria: i tempi erano stretti e si è giunti a questa decisione. Mi colpisce che l'Agenzia delle Entrate, solitamente molto pignola, non abbia processato nulla nell'immediato: questo è uno degli elementi che hanno fatto credere al club che tutto fosse regolare».
Luca Bonavitacola, legale del BresciaGritti: «Per crediti da Superbonus dev'essere apposto visto di conformità»
Severino Gritti, presidente dell'Ordine dei commercialisti di Brescia, parla così della natura dei crediti d'imposta acquistati dal Brescia: «Premetto che non la conosco nel dettaglio. Se fossero crediti da Superbonus edilizio, un visto di conformità dovrebbe essere stato apposto prima della cessione».
Severino Gritti, presidente dell’Ordine dei commercialistiBonavitacola: «Sospetto che Alfieri fosse consapevole dall'inizio dell'irregolarità dell'operazione»
L'avvocato Bonavitacola ricostruisce le comunicazioni intercorse nei giorni scorsi con Gianluca Alfieri, l'uomo di riferimento della società milanese dalla quale il Brescia aveva acquistato i crediti d'imposta: «Dopo la pec è sparito. Rapporti diretti non ce ne sono mai stati, solo per interposta persona. Un atteggiamento del genere ci suggerisce che fosse già a conoscenza del fatto che l'operazione non fosse legittima. Nella sua comunicazione ammette la sua colpevolezza, poi però è sparito».
Il 25enne Gianluca AlfieriGritti: «Qualche dubbio prima dell'acquisto poteva esserci»
«Il sistema lascia inizialmente passare un'operazione di questo tipo, successivamente i controlli hanno evidentemente individuato l'esistenza di una irregolarità. Se avrei consigliato un'operazione del genere? La loro natura è certamente delicata, si consigliano solo dopo aver effettuato una serie di accertamenti. Per quello che apprendo stasera qualche tipo di preoccupazione ci poteva essere».
Bonavitacola: «Auspichiamo soluzione positiva, siamo ottimisti»
«Siamo sempre stati ottimisti» premette l'avvocato Bonavitacola: «Ci sono diversi elementi che ci fanno auspicare una soluzione positiva. Capisco che il regolamento sportivo risponda a logiche oggettive, ma è innegabile che le condotte subite dal Brescia l'hanno messo in una situazione difficile. Questi crediti sono stati pagati».
Massimo Cellino all'ingresso degli uffici di via Solferino - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.itBonavitacola sulla cessione: «Interlocuzioni, ma closing lontano»
L'avvocato Bonavitacola parla anche del futuro societario del Brescia: «Ci sono state interlocuzioni, non lo nego: hanno avuto un inizio, poi un rallentamento e uno stop. Questa vicenda ha ovviamente complicato le trattative, le riserve sono comprensibili. Ripeto, formalmente esistono interlocuzioni, ma siamo lontani da un ipotetico closing. Cellino è un imprenditore, sa come muoversi e si assume sempre le responsabilità di ciò che fa. Non credo sia nella posizione di poter dettare condizioni di un certo tipo, si tratta soltanto di capire se ci sia una concretezza dall'altra parte, che in questo momento non c'è. I tempi sono stretti».
Massimo Cellino in tribuna al Rigamonti - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.itRiguardo al gruppo di investitori sullo sfondo: «L'interlocuzione di cui parlo è questa, ma non si è mai manifestata con concretezza. Si è parlato di come impostare l'operazione, che ha trovato il gradimento anche del presidente: un ingresso con iniezione di liquidità e un processo che avrebbe portato a un closing, al netto di debiti e quant'altro. Questo passo però non è stato fatto. In questo momento qualsiasi investitore, che sia un fondo o un grande imprenditore, ha delle riserve. Ho letto su tanti giornali che questo gruppo sarebbe determinato ad affondare anche in caso di C, io non posso che auspicarlo».
Bonavitacola: «Difficile pensare a una chiusura entro fine mese»
Ancora Bonavitacola: «Chi ha più fretta di chiudere? La fretta è sempre cattiva consigliera. Non è questo il parametro: semmai c'è la necessità che venga fatto il primo passo. Le scadenze vanno rispettate. Ma è impensabile che nell'arco di una settimana si possa chiudere al volo. Ci sono moltissime variabili, faccio fatica a credere che si concretizzi qualcosa da qui alla fine del mese. L'interlocuzione con il gruppo di investitori è iniziata un paio di mesi fa, il passo - come detto - non è ancora stato fatto, me credo sia giustificato dalla situazione che si è venuta a creare. Due mesi fa la storia era completamente diversa, l'operazione era stata strutturata in maniera corretta. Quando è arrivato il momento di passare allo step successivo c'è stato un rallentamento. In mezzo c'è stata la vicenda giudiziaria. E le condizioni è giusto che siano i compratori a porle, e il Brescia a valutarle».
Gritti: «Operazioni per la cessione durano solitamente qualche mese»
Gritti fa chiarezza sui tempi che contraddistinguono di norma le operazioni di cessione delle società di calcio: «Solitamente richiedono qualche mese di elaborazione. Si parte da una lettera d'intenti, a fronte della quale viene condotta una due diligence di 30 o 60 giorni, per poi arrivare alla stesura di contratti preliminari o a quello definitivo. Nel momento in cui la volontà delle parti è chiara, però, i tempi si possono accorciare».
Massimo Cellino, presidente delle rondinelle - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.itZazzaroni: «Il Brescia andrà in C»
Così il direttore del Corriere dello Sport sulle prospettive del Brescia: «Dal punto di vista sportivo finirà male, ma anche da quello societario: da quello che ho potuto capire io, il Brescia andrà in serie C. È una sorta di disgrazia sportiva: era partito per andare in A e si ritrova in queste condizioni. Sono dispiaciuto, conosco bene Cellino e credo che sia finito dentro una storia più grande di lui. La sua storia a Brescia è finita, l'augurio, o l'illusione, è che qualche imprenditore bresciano, e non un fondo, intervenga».
Zazzaroni è intervenuto a Messi a fuoco - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.itZazzaroni: «Tempi della giustizia imbarazzanti»
«I tempi di questa vicenda sono ridicoli, il fatto che sia emerso tutto a tre giorni dai play out è imbarazzante. La giustizia in questi casi deve essere molto più rapida».
Zazzaroni: «Non credo alla B a 22»
Zazzaroni si esprime così sull'ipotesi di una B a 22 squadre: «Non credo sia possibile. La reazione della Salernitana è stata inopportuna. Non penso si farà, a meno che non ci sia una sorta di lavaggio complessivo delle coscienze. Il campionato di B ha problemi enormi a livello strutturale, economico e di visibilità. Queste cose non fanno altro che peggiorare la situazione generale».
Zazzaroni: «Sorprendente che Cellino metta a rischio così il Brescia»
«Il Trapani di Antonini è creduto nello stesso tranello. Per come lo conosco, non pensavo che Cellino potesse mettere a repentaglio la permanenza in B per una vicenda del genere. Sicuramente è stanco, ma che potesse mettere a rischio così il Brescia è sorprendente».
Bonavitacola: «Non sappiamo chi siano gli investitori»
Il legale del Brescia sul pool di investitori interessati al Brescia: «Non sappiamo chi siano, posso dirlo con trasparenza. La sensazione che ho è che siano coinvolti soggetti stranieri, non so dire se si tratti di un fondo, che è comunque un veicolo. Il motivo per il quale molti imprenditori bresciani non vogliono fare questo passo è che in questo territorio il lavoro viene prima di tutto: buttarsi nel sistema calcio significa fare un salto nel buio. Il presidente Cellino, prima di essere un imprenditore, è un uomo: mai avrebbe pensato di trovarsi in una situazione come questa. Mi auguro che prevalga il buonsenso e si superi anche questa. A furia di mazzate, però, è messo in una condizione difficile per pensare di andare avanti».
Massimo Cellino, presidente del Brescia - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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