Brescia: investitori orientati a provarci, salta l’incontro in Loggia

Un’altra giornata all’insegna dell’attesa, ma soprattutto dell’incertezza in casa di un Brescia sconvolto dal caso che vede i biancazzurri a rischio penalizzazione e retrocessione in serie C per la vicenda del pagamento delle tasse attraverso crediti d’imposta inesistenti. Un’accusa dalla quale Massimo Cellino si difende sostenendo di essere stato truffato. Giovedì mattina è in programma la prima tappa dell’iter di giustizia sportiva davanti al procuratore federale.
La call squadra-Aic
Ma col passare delle ore, diventa sempre più evidente che paradossalmente per il Brescia non è quello di cadere in serie C il rischio più grande. Il rischio più grande è quello di non vedersi iscritto la prossima stagione al prossimo campionato. Ed è una paura questa che inizia a serpeggiare anche tra i giocatori che sono stati contattati – attraverso capitan Bisoli – dall’Associazione italiana calciatori che nel pomeriggio ha organizzato una call con tutti i ragazzi della rosa. L’Aic ha sostanzialmente preparato la squadra al peggio, confermando il quadro che si prospetta: una penalizzazione di 4 punti che comporterà la retrocessione in serie C. Un epilogo che poi eventualmente spetterà al club rovesciare di grado di giudizio in grado di giudizio. Qualcuno dei ragazzi ha poi chiesto cosa accadrebbe se in ultimo il Brescia non dovesse essere iscritto alla prossima stagione sportiva, ma in questo caso non sono state date risposte: il tema, è stato detto, sarà eventualmente affrontato nel momento in cui dovesse verificarsi tale ipotesi.
Gli investitori
Cellino appare fermo nel suo proposito di non mettere più un soldo nel Brescia. Un proposito già emerso chiaro prima della notizia «bomba», quando però erano in corso interlocuzioni per il passaggio di mano della società con gli investitori del gruppo accreditato da Daniele Scuola, che proprio tra ieri e oggi si preparavano all’affondo mettendo sul piatto i denari necessari al pagamento della tranche di stipendi con scadenza 4 giugno, e per approntare la fidejussione propedeutica all’iscrizione alla prossima serie B (scadenza 6 giugno). Il tutto attraverso un ingresso da soci con una piccolissima quota di partecipazione per poi arrivare al closing entro giugno.
Gli ostacoli

Durante il lungo percorso di avvicinamento questi investitori avevano incontrato molti ostacoli. Tra questi l’incertezza del risultato sportivo, con il verdetto arrivato solo il 13 maggio. Il nuovo scenario cambia di molto il piano. Tali investitori – base italo americana – come tutti sono rimasti raggelati. Ma, e questa è la buona notizia, non hanno battuto in ritirata. Riservandosi di valutare la nuova situazione. Che comporterebbe la necessità di dover provvedere subito anche alla copertura dell’inatteso debito con l’erario (1.900.000 circa) più relative sanzioni. Qualcuno calcola che si debba andare quasi al raddoppio della cifra indicata: i 4-5 milioni che erano già pronti a essere messi sul piatto possono diventare circa 8.
Le valutazioni
Ma il tema, al netto della necessità eventualmente di dover mettere subito insieme nuove risorse con tempi strettissimi, non è nemmeno questo. Semmai è la valutazione dell’opportunità di un’operazione che, se dovesse venire portata avanti e ammesso e non concesso che Cellino «apra», consegnerebbe loro una squadra dal destino incerto: forse in C e con l’aggiunta di una penalizzazione. Solo per pagare i debiti – 8 milioni già noti e calcolati, in pancia della società – andrebbero insomma aggiunti quelli sopraggiunti con l’erario, oltre all’anticipo che era già stato «destinato». Un’operazione che avrebbe praticamente i costi di una compravendita del club in serie B, ma con pochissime certezze sulla categoria. Gli investitori si sono presi delle ore: dai primi riscontri l’orientamento sarebbe quello di provare a procedere. Evidentemente, chi è al lavoro sul dossier Brescia, se questo orientamento risulterà definitivo, giudica le potenzialità ben maggiori rispetto ai rischi e ai costi.
Tempi stretti

Le difficoltà di chi, come detto, non è scappato davanti al catastrofico quadro del Brescia, sono anche quelle di tempi strettissimi: mancano 10 giorni feriali alla scadenza del 4 giugno, 12 per quella del 6. A meno che Cellino non abbia qualche asso nella manica e non stia lavorando su altri fronti, per quel che se ne sa, il gruppo con sponsor bresciani rappresenta a ora l’unica punta di speranza. Altrimenti battaglie e ricorsi in qualsiasi tribunale e grado di giudizio, sarebbero perfettamente inutili. Nel frattempo il Brescia appare come come una landa isolata, appare in disarmo: staff e giocatori senza notizie e che si sarebbero aspettati di essere convocati, uffici della sede semideserti. L’operatività è nelle mani del direttore generale Andrea Mastropasqua, lasciato solo a smistare documenti per gli avvocati dello studio Tonucci al quale è affidata la difesa del club di via Solferino contro la Procura Federale.
Annullato l’incontro

Restano lontani, anche per questioni di sicurezza, Massimo Cellino (non si sa se sia rimasto nella sua casa di Padenghe o se sia volato a Londra) e il diesse Renzo Castagnini che è nella sua residenza di Reggello: contro di lui sono comparse scritte sul portone d’ingresso della sede. Nel frattempo, è stato annullato l’incontro previsto per questa sera tra la sindaca Laura Castelletti e una delegazione di tifosi della Nord per indisposizione di uno dei leader del gruppo. In tutto questo, al di là della situazione del Brescia, tutto intorno è bagarre politica. Un altro tutto contro tutti e lanci d’accuse con spargimento di veleni.
L’ipotesi B a 22
Secondo molte ricostruzioni, che affondano le loro radici nella discutibile operazione di salvataggio della Sampdoria quando questa precipitò in B ed era a rischio fallimento (fu proprio il Brescia ad accendere i fari sulla vicenda e sempre il Brescia l’estate scorsa fece segnalazioni relativamente a tesseramenti che secondo Cellino i blucerchiati non avrebbero potuto fare), si legge una matrice appunto politica rispetto alle tempistiche con cui le irregolarità biancazzurre, risalenti a febbraio, sono state segnalate: a campionato concluso, a ridosso dei play out. Viene tirato di mezzo il Palazzo, anche quello della Figc e del suo numero uno Gabriele Gravina. Ancora una volta ci ritroviamo a parlare di campionati falsati e per questo in molti premono per una soluzione all’italiana: serie B a 22 squadre. Una ipotesi che per ora dai vertici viene categoricamente esclusa. Senza contare che la maggioranza dei club si opporrebbe, trovandosi di fronte all’evenienza di dover dividere ricavi già esigui con un numero maggiore di società. «Se ne parlerà, in caso, solo se il Brescia eventualmente condannato, al termine del suo iter giudiziario dovesse avere ragione». Ma torniamo daccapo: prima di tutto occorre che il Brescia continui a esistere tra i professionisti.
La Salernitana al Collegio di Garanzia del Coni
🇱🇻L’ad Milan: “Rinvio playout ci disorienta, pronti a tutelarci in ogni sede”🇱🇻
— US Salernitana 1919 (@OfficialUSS1919) May 18, 2025
📄Il comunicato ufficiale 👉 https://t.co/F4IyibUI3f#macteanimo #avantibersagliera #salernitana pic.twitter.com/dbBPnqaPM6
Il caos scatenato dal caso che vede il Brescia attore protagonista aveva portato, come primo atto, a predisporre il rinvio a data da destinarsi dei play out che si sarebbero dovuti disputare tra Salernitana e Frosinone. I campani da subito si erano opposti alla decisione. Stasera hanno alzato il tiro. «L’U.S. Salernitana 1919 – si legge in una comunicato – ribadisce il proprio sconcerto per il provvedimento di rinvio a data da destinarsi delle gare di play out alla vigilia dello svolgimento di quella d’andata, adottato senza alcuna consultazione ufficiale delle società coinvolte ed il coinvolgimento dell’assemblea di Lega. Il tutto in assenza di evidenze certe di fatti idonei ad incidere sulla classifica. Pertanto, il club comunica di aver adito il Collegio di Garanzia del Coni entro il ristretto termine dei due giorni previsto nella misura in cui tale provvedimento possa riflettersi sulle iscrizioni ed ammissioni alla prossima stagione sportiva. La società adirà poi il Tfn, affinché serenamente possa esserci una valutazione degli organi terzi della giustizia sportiva».
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