Calcio

Brescia, il disgelo tra Cellino e Inzaghi davanti a un tè caldo

Le indiscrezioni relative ad un esonero avevano creato tensione e imbarazzi: ieri una chiacchierata a Torbole
Una fotografia d’archivio: Inzaghi e Cellino «guardati a vista» da Francesco Marroccu - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Una fotografia d’archivio: Inzaghi e Cellino «guardati a vista» da Francesco Marroccu - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Antipatica. Scivolosa. Rischiosa. Ci sono un sacco di aggettivi che possono essere utilizzati per definire la situazione che si è venuta a creare dopo le indiscrezioni che si riferivano a un possibile e immediato ribaltone sulla panchina del Brescia con Pippo Inzaghi silurato per far posto a Roberto Venturato. C’è un altro aggettivo che però possiamo aggiungere circa la suddetta situazione: ricomposta. Davanti a un tè caldo. Quelle indiscrezioni avevano lasciato un segno. Che se non è diventato una crepa pericolosissima, è stato grazie al lavoro di pronto intervento all’insegna della diplomazia del responsabile dell’area tecnica del Brescia Francesco Marroccu che lunedì sera in tempo reale aveva escluso l’addio di Inzaghi e aggiungendo che «se una decisione del genere fosse stata presa sopra la mia testa, mi dovrei dimettere».

Un messaggio nettissimo, in soccorso del Brescia, di Inzaghi e dello stesso Cellino giocandosi del suo con la propria faccia. Ciò che dunque non ammetteva una scena diversa da quella vista ieri sul campi di Torbole: mister Pippo regolarmente con la testa rivolta alla partita con la Reggina. E scena nella scena, la più importante, al centro sportivo c’era anche lo stesso presidente. Andando a ricostruire quelle che sono state ore bollenti, si sa che dopo un iniziale sorriso quasi divertito (così aveva raccontato Marroccu) alla lettura della notizia che lo voleva silurato, il passare delle ore aveva portato il tecnico a cambiare progressivamente umore e a covare comprensibile arrabbiatura. Perché l’effetto dell’indiscrezione, è stato destabilizzante un po’ per tutti in un momento in cui fino a prova contraria il Brescia è secondo.

Quell’uscita, ha creato scompiglio anche tra i giocatori con parecchi procuratori che subito si erano rivolti al Brescia per chiedere lumi. Inoltre, quell’uscita ha comunque finito per portare alla luce un malessere di fondo di Cellino: un malessere risalente a prima della partita col Cittadella e che fino a lunedì era sull’esterno rimasto sotto traccia insieme alle contestazioni del presidente all’allenatore tra malumore per la gestione di alcuni giocatori e più in generale per un’identità ancora mancante in casa.Tutte cose che a Inzaghi erano note. Ma è un conto quando il tutto è parte di dinamiche quotidiane anche delicate con momenti di tensione all’ordine del giorno se il presidente è Cellino. Un altro conto è se il tutto esce dalle mura di casa. Finendo per rendere potenzialmente più vulnerabile un allenatore che può così ritrovarsi a perdere preziose energie mentali e restare condizionato.

Come detto, ieri a Torbole c’era anche Cellino che inizialmente non ha avuto un contatto con l’allenatore. Quando il presidente è arrivato, il tecnico era in riunione con la squadra. A bordocampo, Cellino, è stato al fianco di Marroccu. Poi, a fine seduta presidente e dirigente hanno preso la via della sala ristorante per una chiacchierata alla quale si è a un certo punto aggiunto anche Inzaghi. Il momento, davanti a un té, è servito per rompere il ghiaccio e liberarsi di qualche imbarazzo reciproco pur senza perdersi in spiegazioni: c’è stata solo qualche battuta che è servita a stemperare e portare la conversazione su temi di campo. In gioco non c’è poco: intanto 6 punti e due partite nelle quali non solo non deragliare, ma nelle quali utilizzare la rabbia provata in queste ore come carburante. Poi arriverà il tempo di una sosta pre mercato nella quale guardarsi in faccia con sincerità e capire che strada prendere. Possibilmente insieme, cercando di migliorare la squadra, con l’«arbitro» Marroccu.

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