Per il 20enne Andreoli al Brescia è un esordio che scalda i cuori

Un po’ era nell’aria: da giorni in casa Brescia le quotazioni di Lorenzo Andreoli erano salite e qualcosa si era intuito anche dal fatto che si era scelto di mandarlo in conferenza stampa, prima della partita con la Spal: era un modo per «scaldarlo», per fargli capire che era un attenzionato speciale. Era il messaggio che significava «tieniti pronto».
Curiosamente non era poi arrivata la convocazione per la partita di Ferrara, ma in compenso il ragazzo del 2001 cresciuto in Viale Venezia e ora di casa a Sant’Anna, ha centrato il bersaglio grosso contro il Cittadella conoscendo la gioia dell’esordio in serie B. Un momento per il quale Andreoli si è fatto trovare anche mentalmente pronto riuscendo a confinare l’inevitabile emozione in un angolino tenendo in primo piano la personalità: Lorenzo - «Lore» per chi gli vuole bene - non si è limitato al compitino, ma ha avuto il coraggio di provare la giocata in verticale e ha messo anche la gamba quando si è trattato di andare a contrasto.
Andreoli è sì un giovane - 100% prodotto del vivaio con una storia molto simile a quella di Andrea Cistana -, ma non è certo un parvenu, avendo sulle spalle un campionato di serie D (col Franciacorta) e un altro - lo scorso - da protagonista, in serie C con la Pergolettese. Tanto che erano parecchie le società di fascia alta che avevano iniziato a pensare a lui.
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Il Brescia lo aveva aggregato alla prima squadra nel ritiro di Darfo dove aveva fatto molto bene salvo poi, alla luce del mercato, retrocedere nelle gerarchie con all’attivo solo una manciata di convocazioni. Ma il calcio è strano e così adesso - pur andandoci con la necessaria cautela - ci si chiede se dati i problemi del centrocampo delle rondinelle, Andreoli - 21 anni a gennaio - non potesse essere chiamato in causa prima. O se non potesse essere scelto come «carta jolly» dal 1’ col Cittadella data l’assenza di Van de Looi. Ma ci sarà modo di scoprirlo meglio sul campo, Andreoli, perché l’idea del club adesso è quella di non mandarlo in prestito a gennaio: «E infatti se fossi in lui - gliel’ho anche detto - resterei a giocarmi le mie carte: il ragazzo ha qualità a 360° e sono certo che dopo questo debutto saprà ritagliarsi altro spazio» dice Luciano De Paola che lo ha allenato alla Pergolettese.
Prosegue il Pirata: «Ha tutto per fare una bellissima carriera e a suo tempo lo dissi anche al presidente Cellino che mi chiamò per avere informazioni su questo ragazzo. Non avevo potuto che parlargliene benissimo sotto ogni aspetto: può giocare davanti alla difesa, ma può fare anche la mezz’ala. Inoltre - la chiosa - di testa è già "vecchio": ha la mentalità e la testa per arrivare».
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