Brescia, l’audizione e il futuro societario: due giorni decisivi
Sale la tensione, cresce – a livelli esponenziali – l’attesa, cala il silenzio totale e assoluto e si alza (ulteriormente) il muro del riserbo. E quest’ultimo, può a tutti gli effetti essere considerato un segnale particolarmente significativo, se non a tutti gli effetti positivo, rispetto al fatto che l’affondo allo studio del gruppo d’investitori d’oltreoceano accreditati da Daniele Scuola possa effettivamente partire. Il momento, per il futuro del Brescia, è dunque doppiamente cruciale. Intanto domani (ore 10) ci sarà l’audizione davanti al procuratore federale Chiné, il passo che darà il via al percorso giudiziario lungo il quale il club tenterà di difendersi dalle accuse di irregolarità nei versamenti Irpef e Inps e che rischiano di costare – l’ipotesi è molto concreta – una penalizzazione che varrà la retrocessione in serie C. Ma il momento è altresì cruciale per comprendere chi si farà carico del destino, quale che sia, del Brescia. E chi da mesi è sullo sfondo, deciso ad acquistare la società da Massimo Cellino, non è tornato sui propri passi nemmeno dopo che domenica è scoppiata l’epocale grana.
Spunta Marroccu

Il segnale che i movimenti che avevamo rilevato nei giorni scorsi – nonostante un quadro raggelante – fossero concreti, è evidentemente rappresentato dalla comparsa in scena di Francesco Marroccu. Ovvero colui che per molti anni è stato braccio destro di Massimo Cellino, tra Cagliari, Leeds e – in due riprese – Brescia. E proprio qui, la seconda volta (va ricordato che Marroccu è stato l’artefice della promozione del 2019) tra presidente e allora diesse finì male, con una rottura netta dei rapporti. Marroccu ha comunque scelto di restare a vivere a Brescia, dove dunque continua a mantenere legami saldi e solidi con l’ambiente. Il dirigente, che di una estrema riservatezza ha peraltro fatto un marchio di fabbrica ben preciso, ha ben presenti le dinamiche bresciane e molti dei suoi protagonisti, gode di stima in tutte le componenti della piazza biancazzurra: la sua visione, le conoscenze di cui sopra – ma anche del club e di Cellino –, i suoi rapporti, sono stati considerati in una situazione tanto delicata e che è anche una lotta contro il tempo, un possibile prezioso supporto per provare a capire se effettivamente, nonostante tutto, il Brescia e le sue potenzialità possano valere la pena di un investimento che diventa enorme data l’incertezza che regna assoluta.
Le intenzioni di Cellino

Il motivo di tale incertezza è legato anche a quelle che sono le intenzioni dell’attuale proprietario del club, che se per mesi ha minacciato urbi et orbi di non volersi più occupare della sua società, facendo circolare il messaggio del «non iscriverò più la squadra ad alcun campionato», ora fa veicolare il messaggio opposto. Anche perché gli è stato fatto notare che dovendosi difendere da accuse molto pesanti, dentro un calderone pieno di veleni e polemiche con la politica del pallone in movimento, mostrarsi deboli non è strategicamente il massimo. Ma per portare avanti il Brescia e la sua storia, a prescindere da categoria e penalizzazioni, servono soldi, tanti. E chi è disposto ad andare avanti sul dossier societario – a questo punto avvalendosi anche delle indicazioni di Marroccu – lo sa.
Le cifre
Questi soldi, tanti, vanno trovati più in fretta di quel che avrebbero pensato dentro il percorso che avevano studiato: le difficoltà di questi giorni, che richiedono anche di accelerare data la ristrettezza dei tempi calcistiche, sono riferibili al «conto» da mettere subito sul piatto: si arriva a quasi 7 milioni di euro. Solo per mettersi in linea con le esigenze del club, considerando che una due diligence va ancora compiuta e già sapendo che in linea di massima il club ha in pancia circa 8 milioni di euro di debiti. Mal contati, parliamo dunque di una operazione (senza contare poi gli investimenti che dovranno essere fatti per dare il via a una eventuale nuova era) da una quindicina di milioni di euro. Soldi da «puntare» quasi alla cieca, confidando poi di trovare una situazione – al netto dell’attuale guaio – in ordine e, a questo punto, credendo ciecamente nelle potenzialità di crescita e sviluppo. Dettagli che non sono dettagli, ma che indicano che chi lavora ancor più in silenzio e a testa bassa, ci crede davvero.
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