Calcio

Contributi, la Samp pagò col -2: perché il Brescia rischia di più

I blucerchiati saldarono il debito con l’erario prima della sentenza del Tfn. L’avvocato Capello: «Non è da escludere che la penalizzazione sia inferiore se i biancazzurri dovessero fare lo stesso»
Un tiro di Borrelli nella sfida tra Sampdoria e Brescia del novembre 2024 - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Un tiro di Borrelli nella sfida tra Sampdoria e Brescia del novembre 2024 - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
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Luglio 2023: la Sampdoria è costretta a presentarsi davanti Tribunale federale nazionale per il «mancato pagamento di quota parte delle ritenute Irpef e dei contributi Inps» alla scadenza di maggio. Il risultato? Decurtazione di due punti nel campionato successivo richiesta dal procuratore capo Giuseppe Chinè e confermata dal Tfn. Perché, allora, per il Brescia – al quale vengono mosse contestazioni analoghe – si ipotizza un meno quattro? Ecco una possibile spiegazione: il club blucerchiato, all’epoca, aveva regolarizzato la propria posizione prima della sentenza di primo grado. Un passaggio che i biancazzurri non hanno ancora effettuato, e di cui potrebbe farsi carico soltanto un’eventuale proprietà entrante (appurata la volontà di Cellino di disimpegnarsi economicamente). Se ciò avvenisse prima dell’udienza davanti al Tfn, ci sarebbe margine per sperare in una penalizzazione più lieve (dunque di due punti) da scontare nel campionato appena concluso? «Non è da escludere». Pierfilippo Capello, avvocato esperto in diritto dello sport, ci aiuta a fare chiarezza: «A patto, però, che venga fornita una spiegazione solida sul perché non siano stati versati quei contributi».

L’interpretazione del Codice Figc

Massimo Cellino all'ingresso degli uffici di via Solferino - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino all'ingresso degli uffici di via Solferino - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it

Merita un approfondimento anche l’articolo 8 del Codice di giustizia sportiva della Figc, in base al quale, se la penalizzazione sul punteggio è inefficace in termini di afflittività nella «stagione sportiva in corso», dev’essere fatta scontare in quella successiva. Questo potrebbe alimentare le speranze del Brescia di riversarla interamente sulla prossima stagione. Si tratta, spiega Capello, di «una questione di interpretazione semantica». Il nodo riguarda la definizione di «stagione sportiva»: ci si riferisce al campionato, che è terminato, o alla stagione federale, che finirà invece il 30 giugno? «Molto dipenderà dalla posizione della Procura: se questa dovesse ritenere che la penalizzazione per gli inadempimenti di febbraio vada fatta ricadere sul campionato già finito, difficilmente il Tfn cambierebbe quell’orientamento. Accade raramente».

Le carte del Brescia

  • Brescia, Curva nord in protesta in piazza Loggia
    Brescia, Curva nord in protesta in piazza Loggia - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
  • Brescia, Curva nord in protesta in piazza Loggia
    Brescia, Curva nord in protesta in piazza Loggia - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
  • Brescia, Curva nord in protesta in piazza Loggia
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  • Brescia, Curva nord in protesta in piazza Loggia
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I segnali che arrivano fanno supporre che la tesi difensiva del Brescia poggi anche su queste basi. Un’ipotesi avanzata da Capello è che il pool di avvocati della società di via Solferino possa sollevare un dubbio: «L’irregolarità avviene quando non viene effettuato il pagamento, o quando viene accertata? In quest’ultimo caso, si sarebbe verificata a campionato concluso. Si potrebbe provare a percorrere questa strada, poi ovviamente dipenderebbe dall’interpretazione del giudice. A volte i processi si vincono o si perdono per la forma, più che per la sostanza». Riassumendo: arrivare a una penalizzazione interamente riversata sulla prossima stagione non è un’eventualità da accantonare a priori. Anche se, ovviamente, è tutto fuorché semplice.

La serie B a ventidue squadre

Di certo la posizione del Brescia è giudicata «complicata» in maniera unanime, anche da Capello. L’intera vicenda si intreccia a interessi ed equilibri politici. Qualche club – la Salernitana e la stessa Sampdoria – sta spingendo per allargare la serie B a ventidue squadre. In questo scenario, il Brescia manterrebbe la categoria: «Dopo i tre gradi della giustizia sportiva ci sarebbe la possibilità di ricorrere al Tar, ed eventualmente al Consiglio di Stato. Cinque passaggi che non si potrebbero esaurire in due mesi – suggerisce Capello –. Politicamente, di fronte al rischio di bloccare tutto, potrebbe essere una soluzione. Ma creerebbe anche un precedente pericolosissimo per eventuali irregolarità di questa specie in futuro».

La giustizia sportiva

Quali sono i gradi della giustizia sportiva di cui parla Capello? Domani a Roma si svolgerà l’audizione davanti alla Procura federale, nella quale il club presenterà la sua memoria difensiva. Il procuratore deciderà se disporre l’archiviazione o (eventualità assai più probabile) deferire il club. In quest’ultima ipotesi verrebbe fissata l’udienza dinanzi al Tribunale federale nazionale, al quale spetterebbe il compito di infliggere la prima penalizzazione. Sia la difesa sia l’accusa avrebbero la possibilità di impugnare la sentenza, appellandosi alla Corte federale d’Appello. Organo di terzo grado è invece il Collegio di Garanzia del Coni. Dopo questo passaggio, il Brescia potrebbe decidere di presentare ricorso al Tar territorialmente competente, ed eventualmente al Consiglio di Stato. «Ricorreremo in qualsiasi sede sportiva e, qualora necessario, extra-sportiva», ha scritto in un comunicato la società biancazzurra. Il rischio, insomma, è che i tempi della giustizia siano tutt’altro che brevi.

Il trust della Sampdoria

In tutto ciò la Sampdoria ha continuato ad allenarsi a Bogliasco dopo la retrocessione sul campo in serie C. Una scelta apparentemente illogica, ma che ora molti hanno rivalutato, ritenendo plausibile che potesse celare il sentore che qualcosa, sul fronte della giustizia sportiva, fosse in procinto di scatenarsi. Così è stato: una tempesta perfetta. Della società blucerchiata si è occupato il quotidiano La Verità, dipingendo uno scenario inedito: «Gravina a rischio bancarotta con la Samp in C». Il succo è questo: due anni fa i liguri evitarono il fallimento grazie a un piano di ristrutturazione dei debiti, approvato dal Tribunale di Genova, che prevedeva la promozione in serie A entro il 2024 e la salvezza entro il 2025. Nessuna di queste condizioni si è verificata. Non solo: Massimo Ferrero, allora presidente della Sampdoria, trasferì le quote del club in un trust che, come emerso in un’inchiesta di Michele Spiezia su Storiesport, potrebbe risultare illegittimo.

Il ruolo della Figc

Gabriele Gravina, presidente della Figc - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Gabriele Gravina, presidente della Figc - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Veniamo alla Federazione italiana gioco calcio e al suo presidente, Gabriele Gravina. Fu infatti la Figc, sempre secondo quanto ipotizzato da La Verità, ad approvare quel trust dopo aver cambiato i membri e la composizione della commissione preposta a valutarne la consistenza. Se il piano di ristrutturazione dei debiti saltasse, o se il trust in questione fosse dichiarato nullo, scrivono ancora i colleghi, la Figc rischierebbe un’incriminazione per concorso esterno in bancarotta: «Ecco perché la salvezza della Samp non è solo sportiva, ma sta diventando una necessità istituzionale», si legge.

La replica della Federazione

Non si è fatta attendere la presa di posizione della Figc, che definisce «completamente falsa» la ricostruzione che le attribuisce la responsabilità di aver valutato e approvato il trust: «È altrettanto falso e denigratorio – recita il comunicato – che sia di competenza della stessa Federazione un qualsivoglia avallo o benestare agli accordi di ristrutturazione dei debiti con l’Agenzia delle Entrate, che le singole Società possono negoziare direttamente con l’Amministrazione finanziaria, così come previsto dalle disposizioni legislative in materia.

Secondo tale ricostruzione, completamente inventata, si addebita infatti alla Federazione l’approvazione di un trust relativo alla Sampdoria attraverso una commissione federale mai esistita. In fatto e in diritto, alla Federazione compete solo la verifica di onorabilità e solidità finanziaria in caso di acquisizione di partecipazione in quote societarie superiori al 10%, tramite Coaps, e la verifica del possesso dei requisisti economico-finanziari previsti dalle Licenze Nazionali ai fini dell’iscrizione ai campionati, attraverso Covisoc.

A tal riguardo si precisa che la regolarità tributaria delle stesse società viene certificata alla Covisoc dall’Agenzia delle Entrate in ragione di un apposito protocollo d’intesa, a tal fine sottoscritto tra la Figc e la stessa Agenzia. Per tali ragioni, è stato dato mandato ai legali di tutelare l’onorabilità della Figc in tutte le sedi competenti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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