Boscaglia: «Brescia, ti presento Corrado: il Dna è da uomo assist»

Attenzione, perché sulle fasce si corre. Il Brescia ha riscattato Dickmann, ha rinnovato il contratto di Jallow, e da qualche giorno ha definito l’arrivo dalla Ternana di Niccolò Corrado.
È su questa «triade» che s’intende mettere a punto un gioco fluido sugli esterni, che consenta di lavorare ai fianchi l’avversario e colpirlo nel vivo, con la forza dei centravanti e la precisione negli spioventi dei terzini. In tutto questo Dickmann ha dato ampie garanzie: l’assoluta certezza della batteria sarà lui.
Il dualismo
Sull’altro lato se la giocano Jallow e Corrado: del primo si conoscono a menadito vizi e virtù (in rialzo le seconde, nell’ultima stagione), del secondo un po’ meno. Eppure qualche filo sottilissimo già lo legava a Brescia: Galazzi all’Inter e Paghera alla Ternana, per citare due giocatori del presente, sono stati suoi compagni di squadra. E poi c’è la connessione con un frammento di passato biancazzurro: Roberto Boscaglia fu per qualche tempo suo allenatore a Palermo, nella stagione 2020/2021.

Chi era il direttore sportivo dei rosanero, all’epoca? «Castagnini. Che lo volle fortemente, esattamente come me». È passato qualche anno, ma il ricordo del tecnico è ancora fresco: «Veniva da un ottimo percorso nella Primavera dell’Inter. Era appena al suo secondo anno tra i professionisti, ma noi lo prendemmo per farlo giocare titolare. E fu così, all’inizio». Poi l’imprevisto: «Un problema fisico che dovette trascinarsi a lungo. Anche dopo la mia partenza, di fatto, non giocò più».
Qualità
Sfortuna a parte, la sostanza è che il ragazzo «ha tecnica, forza e anche grande corsa. Può giocare sia a quattro sia a cinque, arriva spesso sul fondo. Ma ha anche un buon tiro, il che lo porta a venire dentro il campo per cercare la porta». Il riscontro nei numeri forniti da Kama è totale: Corrado conclude più degli altri due esterni in rosa (0.88 tentativi a gara) e recapita più cross (uno a partita).
Eppure, per Boscaglia i margini di miglioramento sono enormi: «Sono convinto che possa diventare un ottimo uomo assist, più di quanto non lo sia già ora».
Effettivamente le statistiche sono perfettibili: nell’ultima stagione ne ha messi a referto due. La metà di quelli di Dickmann. «Ma crescerà, fidatevi di me». Boscaglia parla con genuina convinzione: «È ancora giovane, per migliorare occorre seguire un percorso. Poi lui è un ragazzo assolutamente a modo: ascolta molto, si allena bene e si lamenta poco». Dopo le visite e i test di rito, per lui l’avventura bresciana comincerà ufficialmente domani, con l’inizio del ritiro. Prima missione: superare nelle gerarchie Jallow. Anche su questo punto Boscaglia non nutre dubbi: «Non credo che abbia paura di nessuno, è uno che la serie B la fa a occhi chiusi. E poi la concorrenza non può che fargli bene». A lui, e a tutto il Brescia.
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