Mille Miglia, fame di classifica per tanti bresciani

Il dialetto bresciano resta di moda. Anche nell’edizione della Mille Miglia più internazionale di sempre. E anche il colpo di scena è in salsa bresciana: perché dopo tre giorni al comando, la coppia valtrumplina doc Vesco-Salvinelli ieri sera a Parma ha perso la testa della classifica. I due sono stati superati per 64 punti dagli argentini Erejomovich-Llanos ed oggi l’ultimo atto si preannuncia incredibilmente avvincente. Comunque andrà, Brescia ha fatto sentire la sua voce.
«In una gara sempre più a misura di straniero e sempre più pensata per far felici i turisti, noi bresciani siamo una certezza nel cambiamento» si sfoga Andrea Costa nella sosta pranzo.

A Pontedera è seduto ad un tavolo con due tedeschi, un olandese e due giapponesi. E non è una barzelletta. Il suo compagno di viaggio Michele Cibaldi è alla 33esima presenza. E non fa niente se il caldo è torrido, se le ore al volante sono anche 16 al giorno. «Aggiungete anche i piedi ustionati per i 90 gradi all’altezza dei pedali. Eppure siamo sempre presenti con grande entusiasmo» racconta. «La vera sfida è arrivare in fondo perché è sempre più difficile, il livello si è alzato e non solo aumenta l’età della vettura - e la nostra fa cento anni - ma anche quella di piloti e copiloti».
Sulla pelle
Il legame di Massimiliano Cinquini con Brescia è nella leonessa tatuata sul braccio con la scritta «I love Brixia». La sua prima volta sta andando in archivio. «Un’ esperienza formidabile grazie ad un mio carissimo amico che mi ha permesso di vivere questo sogno. Se vorrà ci sarò anche il prossimo anno». Sembra incredibile ma c’è già chi si prenota per l’edizione 2026 quando ancora deve tagliare il traguardo odierno di viale Venezia. Per Emanuel Piona - presente in 16 edizioni - la Mille Miglia è come «quegli amori malati. Alla fine non riesci mai a staccarti. Ogni anno finisci la gara distrutto, ma poi dopo due giorni ripartiresti già».

Per alcuni è anche un appuntamento per stare in famiglia. Osvaldo Peli ha coinvolto i figli nella passione per i motori. Lo scorso anno aveva gareggiato con il più piccolo che aveva in tasca solo il foglio rosa, questa volta invece ha affrontato la gara con il maggiore. «Nonostante il percorso lungo, le tante ore in auto e il caldo, sono più fresco io di lui perché mi diverto come un bambino» ammette Peli che corre tenendo ben presente la classifica. Caratteristica comune a tutti i bresciani: in gara si va per fare bene. Per le foto, le emoticon e le cartoline rivolgersi altrove.
Turelli, padre - 82 anni e non sentirli tanto da sembrare indifferente al caldo - e figlio: «Abbiamo iniziato con le auto storiche nel 2009 per divertimento. Sono andato con mio papá ad un raduno ma non ci piaceva e quando abbiamo provato la prima gara, a Lumezzane, ci siamo innamorati delle competizioni ed eccoci qui alla nostra nona partecipazione».
Fabrizio Vicari, uno dei nuovi vicepresidenti di Confindustria Brescia, sta per chiudere la sua 21esima Mille Miglia. «È tutto diverso da quando ho iniziato, ma ogni anno mi sembra ci sia un fascino nuovo. Sinceramente non ho mai pensato in questi 21 anni di non iscrivermi all’edizione successiva, anche se ammetto che da qualche anno è sempre più dura. Per le auto e per noi. Ma - conclude in vista delle ultime curve che oggi alle 12 riporteranno le auto in città - l’adrenalina vince su tutto».
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