Scuola

Scuola, Agenzia del trasporto locale: «Il sistema così non regge»

L'sos lanciato in vista del ritorno in classe scaglionato. Nell’Ovest e sul Garda i punti più critici. Venerdì nuovo vertice in Prefettura
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Si complica l’applicazione della doppia campanella a scuola. Molti istituti hanno infatti organizzato gli orari scolasti spingendo molto sulle 8 e lasciando poche classi alle 10. «Troppo» per l’Agenzia del Tpl secondo la quale con questi dati non si riuscirebbe a garantire a tutti gli studenti delle superiori un posto su bus e corriere, tenendo conto che la capacità dei mezzi pubblici è ridotta all’80%.

Il lavoro di queste settimane al web team coordinato dalla Prefettura e che coinvolge Ufficio scolastico provinciale e Agenzia del Tpl aveva varato lo schema del «60%-40%»: sei classi su 10 con l’ingresso alle ore 8, le altre 4 alle 10. In questi giorni si sono sprecati gli appelli ai dirigenti scolastici: l’unico modo per garantire un trasporto in sicurezza e la presenza di tutti i ragazzi in classe è il doppio ingresso.

Entro lunedì gli istituti superiori bresciani hanno fatto pervenire all’Ufficio scolastico le loro proposte di orario di ingresso. Risultato? Oltre l’80% degli studenti (circa 53mila su 63mila) dovrebbe recarsi a scuola alle 8. «Tale percentuale è assolutamente non gestibile con i mezzi di trasporto, le risorse e le limitazioni di riempimenti odierne e disponibili nell’immediato futuro» scrivono il presidente dell’Agenzia Claudio Bragaglio e il direttore Massimo Lazzarini. Anche confermando i «servizi aggiunti», vale a dire i bus turistici a supporto del trasporto pubblico e l’intera flotta in strada alle 8 (850 corse ogni mattina), «così il sistema non regge».

Troppe le «difformità» rispetto alla soluzione «60-40», troppa la «confusione» negli orari. A livello territoriale Val Trompia, Valcamonica, la Bassa paiono essersi attenute alle indicazioni della doppia campanella. In città molti istituti hanno scelto il turno unico (alle 8), per esempio Tartaglia, Arnaldo, Gambara; altri il doppio ingresso, alle 8 e alle 9 (Castelli, Abba, Balestrieri): ma qui, sfruttando metropolitana e la maggiore flessibilità dei bus urbani, il sistema dovrebbe tenere.

I problemi maggiori, spiega Bragaglio, sono sul Garda, dove «troppi istituti» hanno scelto l’ingresso unico alle 8 (Fermi a Salò, Bagatta e Bazoli a Lonato, Cerebotani a Lonato) ma anche nell’ambito Sebino e Ovest bresciano (Marzoli e Falcone a Palazzolo, Einaudi e Zanardelli a Chiari). Problematiche anche le scelte del Bonsignori e del Dandolo. Che fare, dunque?

Venerdì si terrà il nuovo tavolo prefettizio. «Se si vuole davvero evitare la didattica a distanza sarà necessario rivedere le proposte d’orario fatte da molti istituti e introdurre ingressi scaglionati a livello d’ambito coordinati tra loro» sentenzia Bragaglio. Quello del trasporto pubblico è un sistema complesso. Il doppio ingresso è sì un «sacrificio» ma è l’unico modo per evitare la Dad. «Le scelte difformi - prosegue il presidente - seppur in legittima autonomia, generano ricadute negative anche sugli altri istituti dello stesso ambito che si sono, con enormi sforzi, attenuti alla pianificazione prefigurata dal tavolo prefettizio. Uno sforzo di coordinamento degli orari è essenziale per garantire la fruizione dei mezzi pubblici». Si vedrà.

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