Scuola

Scuola bresciana, il 75% del personale è già immunizzato

Altre 1.400 persone in attesa della seconda dose di vaccino, mentre i presidi pongono molte domande
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SCUOLA, IMMUNIZZATO IL 75% DEL PERSONALE
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Sono 21.715 su circa 30mila gli insegnanti e gli operatori scolastici vaccinati nella provincia di Brescia. I dati aggiornati, forniti da Regione Lombardia, dicono di una percentuale del personale scolastico bresciano che ha già ricevuto la seconda dose del siero anti-Covid vicina al 75%; tenendo conto, però, che circa 1.400 tra insegnanti, operatori Ata e impiegati amministrativi si sono sottoposti alla prima somministrazione e sono in attesa della seconda, la percentuale è destinata a crescere. Ma parallelamente aumentano i dubbi e le incertezze nel mondo della scuola su come eseguire i controlli, in conformità alle più recenti normative.

Il Decreto Scuola del 6 agosto ha infatti introdotto, insieme alla priorità del ritorno alla didattica in presenza, l’obbligatorietà del Green pass per tutto il personale scolastico, docente e non docente. Il provvedimento entra in vigore a decorrere dal 1° settembre e resterà valido fino al 31 dicembre (quando, ma al momento non è possibile saperlo, dovrebbe cessare lo stato di emergenza), sempre che il decreto venga convertito in legge entro i 60 giorni di prassi. Il certificato verde può essere ottenuto mediante vaccinazione, in quanto negativi al test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore oppure perché guariti dal virus negli ultimi sei mesi. Se l’insegnante non presenta nessuna di queste tre condizioni, a decorrere dal quinto giorno di assenza ingiustificata il rapporto di lavoro viene sospeso e non è più dovuta alcuna forma di retribuzione. L’unica eccezione riguarda i lavoratori fragili e chi, per comprovati motivi di salute è esonerato dalla vaccinazione, per i quali – ha esplicitato il Ministero dell’Istruzione – dovrebbero essere disponibili tamponi gratuiti. Sembra facile, sulla carta. Ma, a meno di tre settimane dall’avvio del nuovo anno scolastico, la partita sul Green pass è ancora tutta da giocare per i dirigenti degli istituti scolastici.

Quali criteri adottare per l’accertamento del possesso del certificato verde e per la sospensione dei docenti che ne sono privi? Come procedere alla nomina di eventuali supplenti, allo scadere del quarto giorno se l’insegnante ancora non si è «ravveduto», senza avere cognizione di quale possa essere la durata dell’incarico? Chi deve sostenere l’onere dei tamponi? E, ancora, come incrociare la mole di dati e, soprattutto, su chi far gravare l’impegno di farlo, tra scadenze dei certificati (nove mesi dal ricevimento della doppia dose), pass temporanei dovuti al tampone, altre tempistiche (sei mesi) per chi invece ha fatto il Covid e così via?

Lo sconcerto è grande, come sintetizza Diego Parzani, dirigente dell’Istituto Antonietti di Iseo e capofila dell’ambito territoriale Ovest bresciano Sebino Franciacorta. «Sono usciti tanti documenti e circolari, che stiamo esaminando. Come responsabili d’ambito abbiamo inoltrato una serie di quesiti al dirigente dell’Ust, Giuseppe Bonelli, affinché se ne faccia portavoce presso l’Ufficio scolastico regionale, con l’auspicio di ottenere chiarimenti. In sostanza – prosegue il preside – si dovrebbe controllare se il Green pass è valido dal 1° settembre, senza tenere conto che già nei prossimi giorni avremo gli esami integrativi e gli accertamenti per le sospensioni del giudizio. Agli studenti coinvolti chiediamo, come all’esame di maturità, di rendere un’autodichiarazione che non abbiano avuto contatti con positivi nelle ultime 48 ore. Ma con gli insegnanti? Fino al 31 agosto non possiamo chiedere nulla. Poi col 1° settembre arriveranno gli insegnanti neo assunti, e saranno in corso le nomine – come sempre in ritardo – per i supplenti a tempo determinato. Come pensare, al primo collegio docenti di far mostrare e convalidare il certificato di 150-200 persone, di cui molte nuove?».

C’è poi la spinosa questione dei docenti no-vax o «scettici» (una minoranza, ma qualcuno ci sarà), per i quali si dovrà applicare la sospensione. «Da circa quattro anni – spiega Parzani – non possiamo fare un contratto a un supplente che non abbia una scadenza  in chiaro. Il Ministero ha emanato una nota tecnica su come interpretare il decreto 111: se c’è un docente no-vax, i dirigenti scolastici dovrebbero far pagare una multa dai 400 ai 1.000 euro. Non sappiamo chi decide le modalità di pagamento, se la somma versata vada in bilancio alla scuola o altro, non esiste una modulistica. Su tutto questo cala il silenzio. È stupefacente, ancora una volta, constatare la faglia che si è verificata negli ultimi anni tra realtà della scuola e dichiarazioni di principio».

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