Scuola

Covid e nuovo Dpcm: alle superiori dalle 9 (ma da mercoledì 21)

Salvaguardare la scuola in presenza, ma per allentare il peso sul tpl la campanella suonerà un'ora più tardi nelle secondarie di secondo grado
SCUOLA E TPL DA RIORGANIZZARE
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Tanti i punti toccati dal nuovo Dpcm, varato nella serata di ieri dal premier Conte per imporre nuove misure più rigide di contrasto al virus. E la scuola è tra i primi punti toccati. Con un duplice intento dichiarato: salvaguardare il più possibile il regolare svolgimento dell'anno scolastico, ma andare a sanare quelle criticità emerse nelle prime settimane.

Su tutte la difficoltà del sistema di trasporto pubblico a garantire trasferimenti sicuri per gli studenti.

Va in questa direzione la decisione assunta di ritardare la prima campanella nelle scuole superiori di tutta Italia, così da consentire ai ragazzi di recarsi ai rispettivi istituti con un lasso di tempo maggiore e dunque senza affollare gli stessi mezzi pubblici.

Saranno valide fino al 13 novembre le misure incluse al riguardo dal nuovo Dpcm, le norme del quale entrano tutte in vigore già da oggi, 19 ottobre, fatta eccezione proprio per le norme che rafforzano la didattica a distanza e gli orari scaglionati alle superiori, consentendo i doppi turni e stabilendo l'ingresso a scuola per gli studenti delle secondarie di secondo grado non prima delle 9: questa disposizione varrà da mercoledì 21 ottobre.

Nelle prossime ore il Ministero dell'Istruzione darà indicazioni più specifiche alle scuole e alle famiglie. A ribadirlo anche la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina in un post pubblicato su Facebook, in cui sottolinea il principale obiettivo centrato con il nuovo Dpcm: «La scuola resta aperta. Si continua con la didattica in presenza, come chiedevamo. Sono stati salvaguardati i diritti di studentesse e studenti. Possibile implementazione della didattica digitale integrata e flessibilita' sugli orari per le scuole superiori, ma solo attraverso interventi mirati». 

La nuova norma, peraltro, per quel che concerne la Lombardia va ad aggiungersi alla misura già introdotta dall'ordinanza firmata dal governatore Fontana che già prevedeva la modalità della didattica a distanza alternata a quella in presenza proprio alle superiori. Modalità peraltro già diffusa in quasi tutti gli istituti bresciani.

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