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Covid e nuovo Dpcm: coprifuoco alle 21, decidono i sindaci

Nel nuovo decreto del premier la possibilità affidata ai sindaci (che insorgono) di chiudere strade e piazze teatro di assembramenti
Nuovo Dpcm, giro di vite sulla movida - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Nuovo Dpcm, giro di vite sulla movida - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Chiusure temporanee, una sorta di «coprifuoco» deciso dai sindaci, in piazze e vie dopo le 21 di fronte ad eventuali rischi di assembramenti. Sono quelle previste dal Dpcm varato ieri sera dal premier, un provvedimento anzitutto anti-movida che tutela chi rispetta le regole, frutto di quasi tre giorni di trattative con le Regioni.

Via l'ipotesi sulle chiusure anticipate di bar e ristoranti prima della mezzanotte, ma anche provvedimenti che puntano a limitare in modo mirato i luoghi che espongono a maggiore rischio di assembramento: in quei casi la chiusura anticipata alle 21 potrebbe quindi essere applicata - secondo il provvedimento - dagli stessi sindaci per intere strade.

Sindaci che però non ci stanno e rimandano la palla al Governo: «Sarebbe un coprifuoco scaricato sulle nostre spalle. Abbiamo fatto presente la questione al governo». In qualunque caso, dalle 18 sarà possibile soltanto il consumo al tavolo, a cui dovranno in ogni caso sedersi massimo sei persone. E all'esterno dei locali dovrà essere riportato il numero massimo di clienti consentiti all'interno.

Che non usa mezze parole è il presidente di Anci, l'associazione ei Comuni, Antonio Decaro: «Il Governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell'opinione pubblica. Questo non lo accettiamo. Ci saranno le forze dell'ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l'ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? - chiede Decaro -. I cittadini non si sposteranno da una piazza a un'altra? Nei momenti difficili - aggiunge - le istituzioni si assumono le responsabilità, non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso», conclude Decaro.

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