La Lilt: «Basta parlare di mali incurabili, dal cancro si guarisce»

Prevenzione oncologica, ricerca e sostegno all’attività clinica. In questi tre ambiti si muove la Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) fondata a livello nazionale nel 1922 e attiva a Brescia da 90 anni esatti (con sede in città e delegazioni a Manerbio e Leno). La presidente è Agnese Dagani, il suo vice è Paolo Frata, radioterapista oncologo in pensione, che ha lavorato oltre 30 anni all’Istituto del Radio del Civile prima come medico ospedaliero, poi come professore associato alla cattedra di Radioterapia dell’UniBs. «Smettiamola di parlare di tumori come di “mali incurabili” – è la sua premessa –: di cancro si può guarire e si guarisce davvero. Succede alla metà abbondante delle persone che si ammalano».
L’efficacia della prevenzione
Detto ciò, con dati alla mano, Frata fa notare che «da qualche decennio il numero delle nuove diagnosi di tumore al collo dell’utero è crollato, a dimostrazione che le campagne di prevenzione primaria e secondaria sono consolidate e risultano molto efficaci». Confrontando i dati Istat sulla mortalità nel 2022 nel Bresciano e in Italia ciò che balza all’occhio, a suo avviso, è che, rispetto alla media nazionale, «da noi i tumori all’intestino e alla prostata e le leucemie mietono meno vittime. Per l’intestino possono aver giocato un ruolo positivo gli screening e la prevenzione primaria sull’alimentazione. Il quoziente di mortalità è, invece, più alto nella nostra provincia rispetto alla media nazionale per il tumore al fegato, nei confronti del quale si fa ancora poca prevenzione primaria, e al rene».

Miglioramenti e peggioramenti
Mettendo, poi, in relazione i dati Istat sui decessi per tumore nel Bresciano negli anni 2003-2007 con quelli del 2022, Frata osserva che «ci sono stati miglioramenti per i tumori all’esofago e al fegato. La mortalità del cancro allo stomaco è crollata, in linea con quello che sta accadendo in Italia, grazie ai cambiamenti delle abitudini alimentari e a una diagnosi più precoce. Lo stesso è accaduto, su numeri più piccoli, con il tumore alla laringe. Peggioramenti, nel tempo, ci sono stati, invece, relativamente alla mortalità per il tumore al pancreas, che dà sintomi tardivi, per i melanomi e per i tumori alla vescica e al cervello». La mission principale della Lilt è fare prevenzione oncologica.
Nelle scuole
Quella primaria (volta a stimolare una serie di comportamenti che riducono il rischio che la malattia si manifesti) viene svolta attraverso incontri formativi e informativi nelle scuole (elementari, medie e istituti alberghieri), nei luoghi di lavoro e con la popolazione. Nello specifico «cerchiamo di educare a corretti stili di vita e a una sana alimentazione – spiega il vicepresidente –. Combattiamo una guerra contro il fumo e diffondiamo informazioni, alle medie, circa il Papilloma Virus».
Screening e psiconcologia
In quanto a prevenzione secondaria, per l’individuazione precoce dei soggetti ammalati, la Lilt sostiene gli screening e l’attività clinica per favorire la diagnosi. Circa, infine, la prevenzione terziaria per migliorare la qualità della vita di chi ha già avuto un tumore e ridurre il rischio di recidive l’associazione è attiva nel campo della psiconcologia e dell’estetica oncologica. Sostiene, inoltre, l’Oncologia pediatrica del Civile, sia realizzando un progetto di psicomotricità per la prima infanzia, sia appoggiando un progetto di sport-therapy (a casa, in ospedale o a distanza) per i bambini dai 5 anni sottoposti alla terapia oncologica.
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