Tumore ai polmoni per amianto, a Brescia il picco di segnalazioni

Nella nostra provincia si registra il 32% dei casi legati alle malattie correlate all’esposizione all’asbesto
Alcuni lavori di rimozione dell'amianto
Alcuni lavori di rimozione dell'amianto
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Lo ha certificato l’Osservatorio nazionale, lo conferma il report dettagliato realizzato dalla dg Welfare della Regione: quello della Lombardia si conferma il territorio più colpito dalle malattie asbesto correlate, seguito da Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Lazio. Questo impatto è legato al fatto che la nostra è la regione più industrializzata, in cui si è concentrato il più massiccio uso di amianto fino alla sue messa al bando grazie alla legge 257/92. E se da un lato la corsa a cancellarlo sui territori avanza, dall’altro le conseguenze che l’asbesto riversa su ambiente e salute non sono affatto archiviate.

I dati

I numeri divulgati dall’Osservatorio e i dati contenuti nell’ultimo rapporto regionale non sono confortevoli. L’analisi sottolinea che i territori provinciali che più effettuano segnalazioni sono Brescia, Milano e Bergamo. Di che percentuali stiamo parlando? Per quanto riguarda la nostra provincia, alte: il 32%. Significa che una segnalazione su tre arriva da Brescia.

Per quanto riguarda il territorio regionale – si legge – «in totale, al 31 dicembre 2023, le segnalazioni di mesoteliomi e di tumori polmonari trasmesse telematicamente sono 1.838». E, ancora: «La valutazione della diagnosi e dell’esposizione è stata portata a termine per 8.475 casi. La diagnosi di mesotelioma maligno è stata considerata certa per 6.839 (80.7%), probabile per 601 (7.1%) e possibile per 1.035 (12.2%). Il tasso di incidenza regionale è pari a 5,7 per 100.000 negli uomini e a 2,1 per 100.000 nelle donne». E nel 63,3% dei casi l’esposizione all’amianto è avvenuta in ambito professionale. Un’esposizione di tipo familiare, relativa alla convivenza con soggetti professionalmente esposti ad amianto, è stata riconosciuta in 127 casi (1.8%), ambientale in 236 casi (3.4%) ed extra-lavorativa (legata ad attività svolte nel tempo libero) in 138 casi (2.0%)».

Accanto a settori noti come l’edilizia, la metalmeccanica e la metallurgica, «si conferma elevato il numero di casi professionalmente esposti ad amianto nell’industria tessile».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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