Digiuno intermittente: strategia efficace o solo una moda?

Federica Federici Signori, biologa nutrizionista
Una pratica sempre più discussa: c’è chi la sceglie per sentirsi più leggero, chi la considera rischiosa. In questo approfondimento vediamo cosa accade davvero al nostro organismo e quali benefici o criticità sono supportati dalla ricerca
Normalmente passano circa 10 ore tra l’ultimo pasto e il pasto successivo
Normalmente passano circa 10 ore tra l’ultimo pasto e il pasto successivo
AA

Il digiuno intermittente, noto anche come «Intermittent fasting», è una strategia alimentare che non ti impone cosa mangiare, ma ti dice quando (non) farlo. Questa tipologia di dieta struttura, infatti, le giornate in periodi in cui è consentito mangiare e altri in cui invece bisogna digiunare.

Come tutte le diete ha pro e contro, e negli ultimi anni è stata una delle strategie alimentari più discusse in assoluto. Da una parte abbiamo i sostenitori, che ne decantano i benefici per dimagrimento e allungamento della vita, e dall’altra invece ci sono i detrattori, che la considerano una moda come un’altra destinata a finire prima o poi nel dimenticatoio. Ma il digiuno intermittente funziona? E che benefici apporta veramente?

Non è una perdita di peso o una dieta

Il digiuno prevede l’alternanza di fasi di digiuno a fasi di alimentazione
Il digiuno prevede l’alternanza di fasi di digiuno a fasi di alimentazione

Il digiuno intermittente non ha come primo scopo la perdita di peso. Eh sì, perché questa dieta ti impone di digiunare, ma non per dimagrire. Il digiuno è ovviamente un periodo in cui non mangi: tutti noi digiuniamo ad esempio la notte, o comunque nei periodi in cui non stiamo mangiando. Normalmente passano circa 10 ore tra l’ultimo pasto (la cena) e il pasto successivo (la colazione), e quindi normalmente digiuniamo. Il digiuno intermittente, quindi, non è una vera e propria dieta, ma una modalità con cui affrontare l’alimentazione.

L’IF (intermittent fasting) prevede l’alternanza di fasi di digiuno lunghe dalle 16 alle 36 ore a fasi di alimentazione, e in realtà può comprendere tutte le scelte. Si può fare IF essendo onnivori, ma anche vegetariani o vegani, senza alcuna distinzione. Si può praticare per lunghi periodi, oppure solo per alcuni giorni a settimana e anzi, l’approccio consigliato inizialmente è sicuramente quello graduale. E se non serve per dimagrire, allora a cosa serve?

Basi scientifiche del digiuno intermittente

Il più famoso protocollo di digiuno viene chiamato 16:8, e prevede 16 ore di digiuno e 8 ore successive di ri-alimentazione, durante le quali si può mangiare. Ovviamente il dimagrimento dipende da quanto si mangia in quelle 8 ore: se manterremo un deficit calorico e un equilibrato apporto di nutrienti, perderemo peso. Se mangiamo più dei nostri fabbisogni, rimarremo come in partenza o addirittura potremmo incrementare la nostra massa grassa corporea.

Per questo il digiuno non è una strategia di dimagrimento: perché il dimagrimento non dipende da quando mangi, ma da quanto. Ma è anche vero che avere «poche ore» a disposizione per mangiare può aiutare anche a ridurre le quantità: ecco spiegato il motivo dell’utilizzo di questa strategia dietetica anche per la perdita di peso.

Ma il digiuno intermittente non è una moda del momento, anzi. È un protocollo alimentare studiato da tanto, tantissimo tempo. Ha evidenze scientifiche che ne supportano l’efficacia per diversi parametri metabolici, anche se non è una soluzione universale.

Lo si conosce, in una particolare forma, dal 624 d.C. Stiamo parlando del Ramadan, precetto religioso islamico che prevede il digiuno dall’alba al tramonto per l’intero mese lunare. E sì, il Ramadan può essere considerato a tutti gli effetti un IF, perché consiste in una limitata assunzione di cibo (e in questo caso di bevande) in determinati orari, e i suoi effetti sulla salute sono stati studiati ed esaminati da tantissimi esperti.

Il digiuno fa bene? Allunga la vita?

È importante affidarsi a un professionista ed evitare il fai-da-te
È importante affidarsi a un professionista ed evitare il fai-da-te

Il digiuno imposta sicuramente un nuovo assetto metabolico e ormonale e, quando ben calibrato, è vantaggioso: aumentano i livelli di GH (l’ormone della crescita), il dispendio energetico, la lipolisi (ovvero l’utilizzo dei grassi a scopo energetico) e si riesce a mantenere un buon controllo della fame.

Diversi studi suggeriscono anche benefici come miglioramento della sensibilità insulinica, riduzione dei livelli di glucosio e trigliceridi nel sangue. Il digiuno può apportare quindi diversi effetti positivi, ma bisogna considerare sempre la situazione individuale.

Il digiuno non è per tutti. Si possono avere difficoltà nel gestire la fame, e non è raccomandato per bambini, donne in gravidanza ed anziani. È comodo invece per turnisti, per chi ha orari di lavoro particolari o per chi al mattino si sveglia senza fame, perché più facilmente sposa queste abitudini alimentari.

Cosa fare quindi se si vuole provare il digiuno intermittente? Sicuramente evitare il fai-da-te, per non rischiare carenze nutrizionali, ed affidarsi ad un professionista, che possa impostare il digiuno in modo graduale e personalizzato alle proprie esigenze.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...