Diario di bordo di Tom: Il sorriso di Barbara

Oggi in reparto è tornata Mirella, la volontaria di Ail Brescia. Le ho fatto vedere il mio quaderno con le prime pagine del Diario di Bordo. Ha sorriso tantissimo - il suo solito super sorriso - abbinato agli orecchini colorati… e, questa volta, anche a due occhietti un po’ lucidi. «Sei davvero bravo a scrivere» mi ha detto. Poi, di colpo, ha cambiato discorso: «A te chi piace, Tom?», «Qui in ospedale?», «Sì», «Be’, ho diversi amici: Fausto, Dario e Massimo», «E tra le femmine?».
La domanda mi ha spiazzato. Fino a quel momento non mi ero reso conto che mi piacesse qualcuna. Non mi andava di rispondere. Ma Mirella restava lì, col sorriso gentile e gli orecchini che sbrilluccicavano. Così ho detto piano: «Barbara».
Barbara è la bambina dai capelli più belli di tutto l’ospedale. Sta nella stanza in fondo al corridoio. Ha un sorriso così dolce che sembra una fata venuta a riposarsi qui. Anche lei ha una malattia del sangue, come me. Stanotte ho dormito poco. Pensavo a Barbara. E ho deciso: devo trovare il coraggio di parlarle. Anche per il mio diario di bordo! Lei deve esserci. E quando stamattina stavo per andare da lei… l’ho trovata nel corridoio!
«Stavo venendo proprio da te, Tom!». Sono diventato rosso. Rosso pomodoro. «Fausto mi ha parlato del tuo diario di bordo» ha detto. «Vorrei raccontarti una cosa che mi è successa prima che tu arrivassi. Possiamo andare nella tua stanza?».
Una volta dentro, Barbara ha fatto una cosa che non mi aspettavo: si è tolta i capelli. Erano una parrucca di capelli veri. «Io ho questi capelli bellissimi grazie a un’associazione che si chiama Il Sorriso di Barbara» mi ha spiegato. «È nata in ricordo di una professoressa e del suo sorriso, anche lei si chiamava Barbara, e aiutava sempre gli altri. Le volontarie di questa associazione offrono parrucche, tagli e pieghe a chi fa le terapie… e ascoltano, ti fanno sentire bene».
Poi Barbara ha sorriso ancora più forte: «Ieri, mentre mi pettinavano, le volontarie mi hanno detto che conoscono la tua storia… e che Il Sorriso di Barbara sta contribuendo, insieme ad Ail Brescia e ad altri, a rinnovare il nostro reparto». Stavo per ringraziarla, ma lei mi ha guardato seria e dolce allo stesso tempo. «Tom, sai perché per me questa parrucca è importante?» ho fatto no con la testa. «Perché mi fa sentire di nuovo me stessa. Quando mi guardo allo specchio, vedo una fata e non solo una bambina malata». Ho sentito qualcosa alla gola, tipo un nodo. Ma era bello. Perché nel mio Diario di Bordo, da oggi, c’è una fata vera. E dietro di lei, tante persone invisibili… che però fanno magie. Magie che si vedono solo con gli occhi di un astronauta.
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