Diario di bordo di Tom: il Fondo Francesco, Monica e Luca Folonari

Sono molto contento di aver parlato con il giornalista del Giornale di Brescia, amico del papà. Mi ha detto che vedere le cose dal punto di vista di un astronauta, mi permetterà di notare dettagli che gli altri non vedono. E penso che abbia proprio ragione! Ora mi sembra di guardare il mondo con occhi diversi.
«Tom! Tom! Toooom!». Ops… mi sono distratto. SuperPapàBeppe, per attirare la mia attenzione, sta facendo dei buffi cenni con le mani. Siamo nella Galleria dei Quadri degli Spedali Civili. Mi piace molto questo corridoio pieno di ritratti graaaaandissimi. È uno spazio dedicato a persone che hanno lasciato un segno nella storia della nostra città, con il loro impegno, il loro spirito di servizio e la loro generosità.
Ma stavolta papà me ne sta indicando uno in particolare, leggo la targhetta sotto il quadro: si tratta di Francesco Folonari. «Sai, Tom, io e Francesco Folonari abbiamo tante cose in comune. Ci tenevo a presentartelo». Mi avvicino, curioso, e papà comincia a raccontare. «Francesco Folonari non era solo un imprenditore di successo, ma anche una persona molto generosa. Ha fatto tanto per la nostra comunità: pensa che ha sostenuto la Radiologia Pediatrica e anche la precedente ristrutturazione del Centro Trapianto Midollo Osseo Pediatrico!».
Poi mi racconta la sua storia. A soli 20 anni Francesco entrò nell’azienda di famiglia, la Chianti Ruffino, e imparò tutto con passione e dedizione. Non si dimenticò mai che un prodotto di valore nasce da chi ci lavora con amore. Nella sua carriera investì sulle persone e sul futuro. Nel 1979 diventò Presidente della Chianti Ruffino, e nel 1989 fu nominato Cavaliere del Lavoro. Tutti lo festeggiarono: dipendenti, amici e parenti.
Ma poi papà mi guarda con un’espressione più dolce. «Come me, Francesco era anche un marito e un papà. I suoi figli si chiamavano Monica e Luca… ti dicono qualcosa questi nomi?». Ci penso un attimo e poi mi si accende una lampadina: «Sì! Sono i nomi dei bambini a cui è dedicato il reparto dove sto io!».
SuperPapàBeppe poi ha continuato a raccontare: «Francesco morì a soli 60 anni, nel 1990. Ma sua moglie, Luisa Marchesani Folonari, non si è fermata. Grazie alla Fondazione Comunità Bresciana ha creato un Fondo per ricordare il marito e i figli, per aiutare i bambini e gli anziani in difficoltà. Il Fondo sostiene progetti che migliorano la qualità della vita delle persone, soprattutto qui, a Brescia».
Poi papà si ferma e mi guarda negli occhi. «Sai perché ti sto raccontando tutto questo, Tom?». «Perché, papà?». «Per due motivi. Il primo è che, grazie alla signora Luisa Folonari, ad Ail Brescia e alla generosità di tanti bresciani, il reparto dove sei tu potrà essere rinnovato. Il secondo motivo, però, è ancora più importante. Ed è una cosa che voglio che tu non dimenticherai mai». «Quale, papà?». «Che si può amare una persona anche se non è più vicina a noi». «E come si fa?». «Mandandole amore e luce con il cuore, e facendo azioni d’amore per chi ti è vicino. Proprio come fa la signora Folonari, che in ricordo di suo marito e dei suoi due bambini… oggi si sta prendendo cura di te».
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