Scuola

Anche i liceali studiano la qualità dell'aria di Brescia

Per un progetto della Cattolica gli studenti di Canossa Campus, Calini, Leonardo e Copernico hanno analizzato gli inquinanti
  • I liceali che hanno partecipato al progetto «Cittadinanza scientifica in azione»
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L'inquinamento atmosferico di Brescia è un fatto noto, che periodicamente finisce tra le classifiche di qualche rapporto internazionale. Ma per avere un assaggio dello stato di salute dell’aria è utile provare anche in prima persona: a prendere i dati, analizzarli, ipotizzare correlazioni tra i valori e poi confrontarsi per restituire un quadro che evidenzi problematiche ma renda anche tutti più consapevoli. 

È stato questo lo spirito che ha animato il progetto «Cittadinanza scientifica in azione» dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, finanziato con il 5x1000, che ha coinvolto per diversi mesi 85 studenti di quattro licei scientifici cittadini (Canossa Campus, Calini, Leonardo e Copernico): l’obiettivo era sensibilizzare ragazzi e ragazze sulle tematiche ambientali attraverso l’analisi dell’inquinamento atmosferico diffuso, cimentandosi nella ricerca in prima persona. 

Il progetto

In ogni liceo è stata quindi installata una centralina per le rilevazioni degli inquinanti che per poco più di un mese ciascuno ha permesso di osservare, per esempio, la costanza dei livelli delle polveri sottili (a eccezione degli scarsi giorni di pioggia di questo inverno), ma anche la quantità di ammoniaca nell’aria e il legame tra ozono e diossido di azoto. «I dati ufficiali restano quelli dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente - puntualizza Stefania Pagliara, docente di Fisica in Cattolica e coordinatrice del progetto -, ma per noi questa esperienza era importante per promuovere tra gli studenti liceali le metodologie proprie della ricerca scientifica al fine di formare cittadini in grado di compiere scelte sostenibili nella vita sociale».

Simone Ceretti, studente del liceo Calini
Simone Ceretti, studente del liceo Calini

C’è chi si è concentrato sulle origini degli inquinanti, chi invece ha studiato il funzionamento dei sensori. «Al di là dei risultati, comunque in linea con le aspettative, è stato un approccio divertente alla scienza e un bel lavoro di gruppo» dice Simone Ceretti della 4N al Leonardo. Feedback positivo anche per i docenti: «I ragazzi si sentivano responsabili del lavoro e si sono organizzati anche nei pomeriggi - racconta Enrica Spiller, insegnante di Fisica al Leonardo -. Quanto ai numeri, hanno confermato la concentrazione di Pm10 che già si conosce». 

Tra TikTok e i dati

Nicola e Andrea del liceo Canossa Campus
Nicola e Andrea del liceo Canossa Campus

Per arrivare a parlare di emissioni e trasduttori davanti, fra gli altri, al direttore del dipartimento di Matematica e Fisica Luigi Sangaletti e ad Angelantonio Capretti e Nunzio Pisano dell’ufficio Sostenibilità ambientale del Comune, gli studenti hanno passato ore in laboratorio e chini su fogli di calcolo.

«L’analisi dei dati in modo così preciso è stata una novità per noi che ci ha permesso di capire meglio come funzionino la ricerca e le sue difficoltà e acquisire nuove competenze - spiegano Andrea e Nicola del Canossa -. Noi guardiamo diversi contenuti sull’ambiente su YouTube, TikTok e Instagram, che trattano però più che altro gli effetti della crisi climatica. Alla luce di questa esperienza, sarebbe utile riuscire a integrare un racconto visuale, e fruibile, dell’inquinamento anche con dati simili a quelli su cui abbiamo lavorato in questi mesi».

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