Polveri sottili, in Europa ci sono solo 17 città messe peggio di Brescia

Lo rivela l’agenzia Ue che monitora l’inquinamento: «Ogni anno si registrano 1200 morti premature»
POLVERI SOTTILI, BRESCIA BOCCIATA
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La nuova, ennesima, condanna arriva dall’European Environment Agency, l’Agenzia europea dell’ambiente della Ue che monitora le condizioni ambientali nel Vecchio Continente. Brescia, infatti, figura ancora una volta nella parte più bassa di una classifica sull’inquinamento dell’aria e si piazza al 358esimo posto su 375 città europee. Tradotto: è una delle città dell’Unione Europea con la più alta concentrazione di particolato sottile nell’aria (le cosiddette Pm 2,5).

Le linee guida stabilite dall’Oms indicano che le concentrazioni medie annue di Pm 2,5 non debbano superare i 5 microgrammi per metro cubo*, soglia oltre la quale sono stati osservati effetti nocivi per la salute. Tra il 2021 e il 2022 Brescia ne ha registrati più del quadruplo: 20,6 microgrammi ogni metro cubo, a un passo dall’ultimo girone infernale della contaminazione - occupata da sole quattro città. Tra queste figura Cremona - non a caso geograficamente vicina a Brescia - che è la quarta città più inquinata d’Europa con oltre 25 microgrammi di particolato sottile.

Più alberi

L’assessore all’Ambiente Fabio Capra spiega che «per fortuna i dati più recenti delle centraline ci indicano dati migliori di questi che risalgono a un anno fa» ma si dice cosciente del problema e aggiunge: «Le Pm 2,5 dipendono soprattutto dal traffico e per ridurre le emissioni stiamo lavorando per piantare 50mila alberi ai lati della Tangenziale. Inoltre, con variante al Pgt ordineremo ai residenti di provvedere ad altre piantumazioni. Ma la lotta alle polveri fini si fa anche agevolando la mobilità dolce e ampliando la Ztl».

Oltre alla vicina città lombarda, in Italia peggio della Leonessa fanno solo Venezia, Vicenza e Padova - a sigillare ancora una volta la bolla tossica che imperversa tra Pianura Padana e Nord Est del Bel Paese. 

  • Nuove piantumazioni a Brescia per «Inalberiamoci»
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Bimbi a rischio

Nell’ultimo rapporto l’Agenzia europea punta l’attenzione sulla salute dei bambini. «Si stima che l’inquinamento atmosferico causi ogni anno oltre 1.200 morti premature tra i minori di 18 anni nei 32 Paesi membri - si legge nel resoconto dell’EEA -. Sebbene il numero di decessi prematuri in questa fascia di età sia basso rispetto al totale della popolazione europea stimato ogni anno, i decessi all’inizio della vita rappresentano una perdita di potenziale futuro e comportano un carico significativo di malattie croniche, sia nell’infanzia che più avanti nella vita». Parole da far tremare i polsi anche all’ombra del Cidneo.

Secondo gli scienziati, infatti, la funzione polmonare e lo stesso sviluppo dei bambini sono influenzati da ozono e biossido di azoto (NO2) a breve termine e da particelle fini (Pm 2,5) a lungo termine. L’esposizione materna all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza è legata al basso peso alla nascita e al rischio di parto prematuro. Infine, aumentano i rischi di asma, ridotta funzionalità polmonare, infezioni respiratorie e allergie. «Fino a quando l’inquinamento atmosferico non sarà ridotto a livelli di sicurezza - conclude il rapporto -, il miglioramento della qualità dell’aria intorno a contesti come scuole e asili e durante attività come spostamenti scolastici e sport, può aiutare a ridurre l’esposizione dei bambini».

L’appello, d’altronde, riecheggia a Brescia da anni. A farsene carico sono gli attivisti bresciani di Fridays for Future, che ribadiscono: «Bisogna ridurre le emissioni il prima possibile. Possiamo evitare le peggiori conseguenze della crisi climatica e dobbiamo affrontarla come tale».

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*Nella prima versione di questo articolo si era scritto che il limite era 10 microgrammi al metro cubo. Il limite è stato abbassato dall'Oms a 5 microgrammi al metro cubo nel 2021.

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