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Metaverso, nuova frontiera tecnologica tra business, gioco e vuoto normativo

In diretta tv su Teletutto il viaggio virtuale a Dubai: «È un mondo ancora da scoprire»
Un momento del viaggio di Martina Sguerri nel Metaverso - © www.giornaledibrescia.it
Un momento del viaggio di Martina Sguerri nel Metaverso - © www.giornaledibrescia.it
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Il principale utilizzo oggi è ancora quello ludico. Del Metaverso ci si serve per lo più per giocare in un ambiente tridimensionale, dove si riesce a muoversi e «navigare» in modo emotivamente più coinvolgente. Una prova evidente l’ha data ieri sera Martina Sguerri, responsabile marketing di Visionova, agenzia di comunicazione digitale bresciana, che nel Metaverso sta investendo molto.

Martina era negli studi di Teletutto, ospite della trasmissione Messi a fuoco di Andrea Cittadini, da dove, indossato un visore, si è immersa in questo mondo virtuale ambientato in una futuristica Dubai, dove Visionova ha uno studio, uno spazio di proprietà acquistato pagando 400 euro. Durante la sua passeggiata, Martina ha incontrato due avatar con i quali ha intrattenuto una breve conversazione: erano due ragazzini di sette anni, forse fratelli, collegati dalla Gran Bretagna, che stavano giocando. «È il rischio che corre il Metaverso - ha spiegato Luigi Della Bora, manager di Neosperience, azienda bresciana che sviluppa tecnologie empatiche -. Del resto è già successo con Second Life, ideato nel 2003 come spazio virtuale per creare business, fallito perché visto come un gioco».

Universi

Alla base di questi «universi paralleli», visto che di Metaverso non ce n’è uno solo ma molti, c’è il meglio della tecnologia informatica sulla quale aziende come Microsoft e Meta stanno investendo miliardi. Le potenzialità sono enormi e lo sanno bene anche i piccoli e medi fruitori che, seppur con più modesti investimenti, ci credono e vogliono farne parte. «I dubbi che ci sono oggi sul Metaverso - ha detto Giuseppe Sellini, amministratore di Visionova, ospite in trasmissione -, sono gli stessi che avevamo vent’anni fa con internet. In molti si chiedevano che senso avesse comprare un dominio e avere un sito internet. Oggi non se ne può più fare a meno».

Le implicazioni

Del resto, le applicazioni potrebbero essere molte per le aziende (riunioni, presentazione di prodotti in 3D a clienti collegati dall’altra parte del mondo), ma anche per gli enti pubblici: promozione di eventi, iniziative, contenuti turistici tridimensionali. «Anche per Capitale della Cultura 2023 - ha affermato Della Bora -, si potrebbe immaginare un Metaverso che ci dia la possibilità di vedere alcuni luoghi di Brescia o Bergamo, come erano nel passato. Acquistare «il viaggio» virtuale, magari compreso il biglietto al Santa Giulia».

«Come in ogni nuova tecnologia, si pensi per esempio alla blockchain - ha infine chiarito Stefano Martinelli, giornalista del Giornale di Brescia -, c’è un vuoto normativo che deve essere colmato. Senza dimenticare le implicazioni etiche e morali, che non vanno sottovalutate».

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