Gritti: «Semplificazione e digitalizzazione del fisco devono essere le priorità»

Semplificazione e ancora semplificazione. La riforma fiscale del governo Meloni? «Purché porti davvero a una semplificazione». Severino Gritti lo ripete come se fosse un mantra. Per lui - e per tutti i commercialisti bresciani che rappresenta in qualità di presidente provinciale dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili - delle riserve riguardo al disegno di legge delega ci sono: «Gli intenti appaiono buoni - ammette -, ma l’esperienza ci ha insegnato che questi possono finire soffocati dalle pieghe dei decreti attuativi e delle circolari».
Gritti si riferisce alla razionalizzazione delle tasse, uno dei pilastri su cui si dovrebbe fondare la riforma, dalle imposte sui redditi all’Irap e all’Iva fino ai tributi doganali e alle accise. Nei giorni scorsi il governo sembra aver intercettato questa vena di scetticismo diffusa tra i professionisti del fisco. E nel corso dell’undicesimo Forum One Fiscale promosso da Wolters Kluwer (una delle più importanti tavole rotonde del settore), il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo ha ribadito che «insieme all’alleggerimento del prelievo la semplificazione è l’obiettivo di fondo dell’intero progetto».
Fatturazione elettronica
Gritti è arrivato al vertice dell’Ordine a novembre 2022 dopo una carriera trentennale nella contabilità, tra moduli, modelli e cartelle. E fatture. Prima cartacee e dal primo gennaio 2019 obbligatoriamente elettroniche. Un mutamento che il presidente osserva con l’occhio gattopardesco di chi si è accorto che è cambiato tutto affinché tutto rimanesse uguale: «Certamente la fatturazione elettronica ha reso le cose più facili - spiega -, ma fino a un certo punto. Perché siamo passati dalla richiesta di tante informazioni su carta alla stessa mole di dati scritti su file. Per non parlare delle banche dati della Pubblica Amministrazione, dove manca il principio di univocità delle informazioni da inserire. Un cittadino o un professionista non può essere chiamato a farlo più volte solo perché i sistemi non si parlano».
E mentre intorno al ddl già si discute di un eventuale utilizzo dell’intelligenza artificiale a fini predittivi sulla base dei dati delle pagelle fiscali e delle fatture telematiche, per i commercialisti bresciani il processo di digitalizzazione intrapreso dal fisco rasenta la sufficienza. «Durante la pandemia abbiamo fatto il salto definitivo nell’e-commerce, settore che anche nel Bresciano ha visto affermarsi giovani imprenditori forti della maggiore famigliarità con i nuovi strumenti digitali».Certo è che l’attività del comparto fiscalista può essere un termometro per misurare gli investimenti delle aziende. «Il piano Industria 4.0, nelle sue varie articolazioni, è stato determinante per chi voleva investire nell’acquisto impianti e sistemi innovativi. Per il 2023 le aliquote sono state dimezzate al 20, 10 e 5 per cento, ma rimarrà un incentivo pubblico efficace».
Un consiglio per le aziende? «Pianificare. Fare lo sforzo di guardare i numeri della propria attività e considerarli in ottica pluriennale. L’imprenditore medio bresciano tende a programmare solo con la testa. Ma se non vuole essere tagliato fuori dai cambiamenti deve imparare a mettere nero su bianco l’andamento dell’impresa».
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