Il dopo-vacanze: gli svantaggi di cambiare cielo a caso

Ecco una riflessione per provare a scacciare la malinconia in agguato al rientro dalle vacanze
Un tratto di spiaggia del basso Garda - © www.giornaledibrescia.it
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Perché viaggi? Perché cerchi posti nuovi da scoprire o vecchie mete consolatorie? Non sai che i problemi personali hanno il pessimo vizio di viaggiare con te? Entrano in valigia, nel migliore dei casi si acquietano e poi ti scortano a casa freschi e opprimenti più di prima. Così alla fine tu stai così così, ma la tua depressione è in piena forma. E non esiste stessa spiaggia stesso mare, città della cultura, romitorio, spasso sfrenato o paradiso tropicale che possano aiutare. Niente può essere d’ausilio se non sai perché parti. Del rientro sai il motivo: il dovere, la normalità, tornare a fare ciò che va fatto.

Ma cosa ti ha spinto ad andare?

Ti sei riposato e hai meditato? Hai sgarrato o esagerato? Non importa, tanto sapevi che una volta a casa tutto sarebbe tornato uguale e se ti sei illuso che in un paio di settimane spensierate avresti risolto ogni problema esistenziale ti sei sbagliato. Ma questo lo sapevi già, vero? «Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt» (cambiano il cielo sopra la testa, non la propria anima, coloro che vanno per mare). Non dire che questa frase di Orazio non la conoscevi già.

Non puoi cercare pace con chiunque tu sia in crisi, te stesso incluso, se parti contando sull’aleatoria speranza che ciò accada. L’accordo, l’armonia vanno coltivate, non crescono sugli alberi più o meno esotici in cui ci si imbatte mentre si sale sui picchi o si approda in calette isolate. Caraibi o Sardegna, Ulan Bator o Azzorre, l’isola di Brac o Ibiza, Bergamo o Brescia non hanno alcuna possibilità di cambiarti o entusiasmarti se ti aspetti che compiano il miracolo di renderti felice non si dice per sempre ma almeno per un po’. Non funziona così.

Certo che sei contento al Maniva, ti esalti guardando le stelle a Cima Rest e che una serata a Bergamo Alta è divertente. Pure Mykonos e i Caraibi sono uno spasso. Ma resta il fatto che tu, quando ti muovi, porti in giro in primis te stesso, che poi è la stessa persona che riconduci a casa. Se, per distrazione o stanchezza, sei partito e hai trascorso settimane senza pensare ora è tempo di riattivare le rotelle. Ti deprimerai di più? Pazienza, tanto le premesse per una vera rigenerazione non c’erano. Perché quell’espressione da Ulisse reduce da dieci anni di funesto rimpatrio dopo due settimane nella seconda casa in Liguria o nel residence all inclusive in Spagna? Sei irritato perché sei rientrato o forse perché era meglio non partire nemmeno? Riflettici.

Non è sempre necessario andare via, soprattutto se si deve tornare con quella faccia. E la cosa incedibile è che, pur con quella posa da condannato, progetti una nuova partenza. Forse è meglio che, al posto di pianificare viaggi a caso, inizi a progettare qualcosa di molto più intrigante e misterioso: il futuro, quello vero.

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