La piazza della chiesa di Polpenazze, una meravigliosa antica quinta verso l’orizzonte

La piazza della cinquecentesca parrocchiale è un luogo dove c’è sempre un po’ di vento, un po’ di lago e un po’ (anzi un bel po’) di cielo
La terrazza sulla piazza di Polpenazze - © www.giornaledibrescia.it
La terrazza sulla piazza di Polpenazze - © www.giornaledibrescia.it
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Quando il giorno d’estate è stato troppo caldo e ogni tuo neurone si è disidratato, quando l’inverno ti ha ghiacciato l’ispirazione, quando ti senti demotivato, sei esausto o disperato, ecco che ti torna in mente la piazza della chiesa di Polpenazze del Garda. Se sei fortunato e ci vivi vicino vacci subito, altrimenti hai tre possibilità: o programmi una visita o cambi direzione e decidi di raggiungerla il prima possibile oppure cerchi di allontanarti mentalmente dalla situazione in cui ti trovi e fai finta di essere lì.

Tale astrazione si può fare per chissà quanti luoghi al mondo, questo è uno dei tanti, uno dei meravigliosi tanti. Qui c’è sempre un po’ di vento, un po’ di lago e un po’ (anzi un bel po’) di cielo. È chiusa sui tre lati a sinistra da un muro con un arco (il passaggio per raggiungerla) collegato a una torre e alle mura dell’antico castello, in centro dall’edificio comunale, e a sinistra dalla monumentale facciata della parrocchiale della Natività della Madonna.

Di origine cinquecentesca, è sorta in tale posizione per sfruttare parte delle mura del sopraccitato castello, diventato in questo caso la singolare e variegata quinta di uno spettacolo che va in scena ogni giorno. La bianchissima facciata della chiesa, stata realizzata a fine Ottocento dall’architetto Tagliaferri, è affiancata da due grandi archi che, insieme al resto, sembrano suggerire a chiunque arrivi di accogliere dentro si sé la protezione della rocca e dell’edificio sacro e insieme di aprirsi verso l’infinito della parete mancante, che in questo caso è il valore aggiunto del luogo.

Il panorama

Questa non è solo una grandiosa terrazza sul lago, ma un abbraccio e un metaforico trampolino verso l’orizzonte. Lo è per aspetto, perché il quarto lato, protetto da una balaustra, offre un ampio sguardo sulle colline che scendono morbide fino alla riva. E da lì si apre il lago, ma soprattutto, quando scende la sera, il cielo stellato. Come quello che c’è si vede in certe cupole e soffitti di cattedrali antiche, solo che qui è fuori ed è vero. Sedersi qui e aspettare che arrivi la notte è un’attesa che non delude mai. E se le stelle non sono destinate ad apparire perché è brutto tempo è va bene lo stesso, perché questa piazzetta contiene in sé la promessa del ritorno.

Se sei fortunato e hai trovato l’emozione che volevi sai che cercherai altre occasioni per venire qui, altrimenti, se le cose non sono andate come ti aspettavi, ti riprometti di ripetere l’esperienza in un momento migliore, quando ti sarà concesso di rivedere le stelle. Ma qual è il momento migliore? Quando tutto è limpido e trovi refrigerio con il vantaggio di avere davanti agli occhi una limpida immagine delle cose o quando foschia e pioggia ti impediscono di guardare lontano ma è bello immaginare come sarà la vista nei momenti meno appannati? L’orizzonte è nei tuoi occhi sempre, devi solo vederlo.

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