Ambiente

In Italia viene dispersa troppa acqua nella distribuzione

Secondo i dati dell'Istat, si perde il 42,2% dell'acqua immessa in rete. Un problema non nuovo, ma aggravato dalla siccità attuale
In Italia viene dispersa quasi la metà dell'acqua immessa nella rete di distribuzione
In Italia viene dispersa quasi la metà dell'acqua immessa nella rete di distribuzione
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In Italia si perde troppa acqua, soprattutto nelle regioni del centro e del sud. Non è un problema nuovo, ma si torna a parlare di dispersione idrica alla luce della siccità che sta attanagliando molte zone del paese, Lombardia e Brescia comprese.

Secondo l’Istat, che ha elaborato le statistiche per il triennio 2020-2022 in vista della Giornata mondiale dell’acqua che cade domani, mercoledì 22 marzo, in Italia viene dispersa il 42,2% dell'acqua immessa in rete, una quantità quantificabile in 157 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, il volume di acqua disperso nel 2020 soddisferebbe le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno.

I dati

Nel 2020, il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell'acqua, calcolato come differenza tra i volumi immessi in rete e i volumi erogati, è stato pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell'acqua immessa in rete. In riferimento all'acqua prelevata dalle fonti di approvvigionamento, le perdite idriche totali in distribuzione rappresentano una quota pari al 37,2%. A causa delle dispersioni in distribuzione, agli utenti finali sono erogati complessivamente 4,7 miliardi di metri cubi di acqua per usi autorizzati (215 litri per abitante al giorno), comprendenti sia i volumi fatturati agli utenti finali sia quelli forniti a uso gratuito. Complessivamente, nel 2020, il volume erogato è il 51,0% del volume prelevato.

Il volume di acqua prelevato per uso potabile si riduce all'ingresso del sistema di distribuzione per le dispersioni nella rete di adduzione. Nel 2020, sono immessi nelle reti comunali di distribuzione 8,1 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile (373 litri per abitante al giorno).

Le differenze territoriali

Sono ingenti le perdite idriche nelle aree del Centro e del Mezzogiorno, rileva l'Istat, soprattutto nei distretti idrografici della fascia appenninica e insulare. I valori più alti si rilevano, nel 2020, nei distretti Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%), seguiti dai distretti Appennino meridionale (48,7%) e Appennino centrale (47,3%).

Nel distretto del Fiume Po l'indicatore raggiunge, invece, il valore minimo, pari al 31,8% del volume immesso in rete; l'indicatore risulta di poco inferiore al dato nazionale nei distretti Alpi orientali (41,3%) e Appennino Settentrionale (41,1%). In nove regioni le perdite idriche totali in distribuzione sono superiori al 45%, con i valori più alti in Basilicata (62,1%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%). Di contro, tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore a quello nazionale, ad eccezione del Veneto (43,2%); il Friuli-Venezia Giulia, con il 42,0%, è in linea con il dato nazionale. In Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste si registra il valore minimo (23,9%), seppur in aumento di circa due punti percentuali rispetto al 2018. 

In circa una regione su quattro le perdite sono inferiori al 35%. Si perde almeno il 55% del volume immesso in rete in 20 province che, ad eccezione delle province di Belluno e La Spezia, sono localizzate nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle Isole l'87% circa della popolazione risiede in province con perdite pari ad almeno il 45%, contro il 4% del Nord-ovest.

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