I romeni a Brescia protestano: «Non è stato rispettato il nostro voto»

Paola Gregorio
A Campo Marte la protesta per le elezioni presidenziali annullate dalla Corte costituzionale, a causa delle interferenze di Mosca
La manifestazione di alcuni componenti della comunità romena a Campo Marte © www.giornaledibrescia.it
La manifestazione di alcuni componenti della comunità romena a Campo Marte © www.giornaledibrescia.it
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Sventolano le bandiere e intonano canti del loro Paese. Sono passate da poco le nove del mattino e un gruppo di esponenti della comunità romena nel Bresciano – che conta circa diecimila persone – si riunisce a Campo Marte per manifestare, come sta avvenendo in tutta la Romania e in altre comunità romene in Europa, contro la decisione della Corte Costituzionale di annullare, lo scorso 6 dicembre, le elezioni presidenziali per presunti brogli e interferenze della Russia nella campagna elettorale.

Alla fine del primo turno il nazionalista di estrema destra e filoputiniano, Calin Georgescu era emerso inaspettatamente come il più votato: sarebbe dovuto andare al ballottaggio l’8 dicembre con la liberale Elena Lasconi. La Suprema Corte parla di «manipolazioni attraverso tecnologie digitali e intelligenza artificiale, campagne di disinformazione, mancata trasparenza dei finanziamenti», tanto da «compromettere la trasparenza, la correttezza e la legalità delle elezioni e distorcere la libera espressione del suffragio». «Protestiamo perché non ci è stato garantito il diritto di voto. Chiediamo la ripresa della corsa presidenziale dal secondo turno», spiega Gabriel Mercas.

La situazione

Per la Romania sono i giorni più tormentati della sua storia post-comunista iniziata con la rivoluzione del 1989 e la deposizione e l’esecuzione del dittatore Nicolae Ceausescu e della moglie Elena. In un Paese membro dell’Unione Europea e della Nato, ma diviso tra l’orientamento europeista e atlantista e quello sovranista filorusso e dove soffia forte, come nel resto del Vecchio continente, il vento del nazionalismo. Georgescu, ha fatto più ricorsi contro l’annullamento, che finora però non hanno avuto esito. «Non ci sono state interferenze perché fonti documentali hanno dimostrato che quei fondi che si sospettava fossero provenienti dalla Russia in realtà arrivavano dall’interno dei partiti – sostiene Gabriel –. La Corte ha preso questa decisione perché in Romania le elezioni hanno stravolto le aspettative. I partiti nazionalisti hanno preso più voti di Psd e dei liberali, che governano il Paese da vent’anni. Tra la popolazione si prevedeva questo risultato perché è stanca di essere governata da persone che pensano più al proprio bene che a quello della nazione. Non protestiamo a favore di Georgescu ma perché è stato violato il nostro diritto di voto».

Emanuel Volmer conferma: «È una questione di democrazia e di diritto. Nel Bresciano abbiamo votato in tredicimila e anche qui Georgescu era in vantaggio. Hanno fatto tutto il possibile per buttarlo fuori, perché non conviene a socialisti e liberali che un nazionalista vada al potere. Con Georgescu si ridurrebbero le interferenze esterne. Noi vogliamo stare in Europa ma essere rispettati».

Inselvini a Campo Marte

L’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Paolo Inselvini arriva a Campo Marte per portare la sua solidarietà. «Quello che è accaduto in Romania è inaccettabile e pericoloso – sottolinea –. È stata svilita la volontà di milioni di persone. Pare che la sinistra accetti il risultato delle elezioni solo quando è a proprio favore. Ciò che è accaduto potrebbe rappresentare un pericoloso precedente per tutta l’Europa».

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