La maggioranza rivede la Manovra e spunta pure il condono edilizio

Valanga di emendamenti dai partiti: quasi 5.700, circa 1.600 solo dal centrodestra
Il condono edilizio impatterà soprattutto sulla Campania
Il condono edilizio impatterà soprattutto sulla Campania
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Non cambia mai. Gli emendamenti alla manovra ogni anno sono tantissimi: questa volta la quota è di quasi seimila. Ma non sono solo le opposizioni a mettere nero su bianco un'idea diversa di politica economica, anche i partiti di maggioranza – con 1.600 proposte – hanno mostrato l'ambizione di voler riscrivere gran parte della legge di Bilancio.

La proposta FdI

E nella ridda delle richieste, è Fratelli d'Italia a tirare fuori una novità: i senatori del partito della premier chiedono di riaprire il condono edilizio del lontano 2003, quando a Palazzo Chigi c'era Silvio Berlusconi. La misura potenzialmente riguarda tutta Italia ma nei fatti è stata pensata in particolare per la Campania, che all'epoca sotto la guida di Bassolino non aderì. L'intenzione è dichiarata esplicitamente da FdI e vale però l'accusa da parte dell'opposizione di voler «comprare voti» in vista delle elezioni regionali di fine novembre.

«Migliaia» di case saranno «salvate dall'abbattimento», è la promessa del senatore di FdI Antonio Iannone. Certo, spetterà anche questa volta come venti anni fa, alle Regioni recepire le norme e definirne il perimetro, evidenziano dal partito. Dunque, viene sottolineato, nessun «obbligo».

L'aula del Senato - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
L'aula del Senato - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Una scelta che viene vissuta come un rimedio agli errori del passato: «Ci sono state persone che hanno avuto la possibilità di accedere alla sanatoria ed altri invece che pure pagando ne sono rimasti fuori per errore della Regione Campania, allora amministrata dal centrosinistra. Chiaramente parliamo di edifici non realizzati in zone rosse».

L'idea non è dell'ultim'ora: a giugno in commissione Ambiente alla Camera è infatti stato assegnato l'esame di una proposta di legge, a firma della deputata Imma Vieri, di cui l'emendamento è una fotocopia. E ampie sono le chance che la modifica finisca sul tavolo dei cosiddetti segnalati, il cui numero è di gran lunga inferiore alle proposte contenute nei faldoni depositati in commissione: la quota complessiva infatti è di circa 400 (238 di maggioranza), destinata a scendere ancora.

Opposizione indignata

Se l'idea di un nuovo condono sia sostenuta dal governo al punto da poter essere approvata, è quello che chiedono a gran voce le opposizioni: «Meloni lo sa? Ritiene sia un emendamento consono?», è la domanda del capogruppo Dem a Palazzo Madama Francesco Boccia. «Più che un emendamento a noi sembra una promessa da campagna elettorale: votateci e riapriremo la sanatoria edilizia», dice ancora da Napoli. «Siamo al voto di scambio», accusano il capogruppo democratico in commissione Finanza alla Camera, Virginio Merola e Angelo Bonelli di Avs. Una scelta «empia», rincara il senatore M5s Luigi Nave.

Gli altri temi

In attesa della battaglia in commissione al momento delle votazioni – che non si consumerà prima di dicembre – intanto tutti i partiti hanno affinato le proprie proposte. La Lega conferma l'intenzione di recuperare gettito dall'aumento del prelievo su banche e assicurazioni, facendo salire di altri due punti l'Irap o chiedendo di usare il Mes per finanziare la sanità. Forza Italia non molla su affitti brevi e imprese: la richiesta è di cancellare l'incremento sulla cedolare secca o di sopprimere la norma sui dividendi. Tra le coperture resiste la tassa sull'oro. FdI propone la cancellazione della proroga dell'incremento dell'imposta di soggiorno, ma anche l'attesa tassa sui pacchetti extra Ue. Infine, ci sono le proposte dell'opposizione che nel complesso ha depositato negli uffici circa 4mila emendamenti: solo 16 sono unitari, o quasi unitari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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