Elezioni regionali, il 23 e 24 novembre alle urne in 10 milioni

È iniziata l’ultima settimana di campagna elettorale per la tornata finale delle Regionali 2025. Il 23 e 24 novembre gli elettori di Campania, Puglia e Veneto torneranno alle urne per completare il quadro delle sette regioni chiamate quest’anno al voto.
Dopo Toscana, Marche e Calabria (e Valle d’Aosta dove però il sistema elettorale prevede un voto proporzionale e successivamente l’indicazione del presidente di Regione) – che hanno già confermato gli assetti uscenti – tutto si deciderà in queste tre regioni, coinvolgendo oltre dieci milioni di cittadini.
Veneto

In Veneto lo scenario appare definito: la coalizione di centrodestra è considerata ampiamente favorita, con Alberto Stefani indicato come il prossimo presidente della regione. La vera partita si gioca però all’interno della coalizione stessa, tra Lega e Fratelli d’Italia. Decisivo sarà il peso politico di Luca Zaia: l’ex governatore, pur non essendosi presentato con una lista personale, guida le liste della Lega in tutte le circoscrizioni. Il Carroccio punta sulla sua forte riconoscibilità per mantenere un ruolo trainante nel territorio e difendere il suo storico radicamento, messo alla prova dall’ascesa di Fratelli d’Italia.
In Puglia

Molto più lineare si presenta anche la situazione in Puglia. La regione sembra avviata a proseguire nella continuità del lungo ciclo progressista iniziato oltre vent’anni fa.
Il candidato del centrosinistra, Antonio Decaro, è dato come ampiamente favorito rispetto allo sfidante del centrodestra, Luigi Lobuono. Nel frattempo, Alleanza Verdi e Sinistra corre per superare la soglia di sbarramento, rilanciando in campagna elettorale la figura di Nicola Vendola, presidente della Puglia dal 2005 al 2015.
In Campania
La vera battaglia della settimana finale si svolgerà però in Campania. La sfida tra Roberto Fico, il pentastellato ex presidente della Camera candidato del campo largo progressista, e il viceministro Edmondo Cirielli, esponente del centrodestra, si preannuncia come la più combattuta dell’intera tornata. Accanto ai due principali contendenti figurano anche Giuliano Granato, Nicola Campanile, Stefano Bandecchi e Carlo Arnese, che però partono con minori possibilità di competere per la vittoria.
Un ruolo decisivo potrebbe essere giocato dal «fattore De Luca». Dopo mesi di tensioni interne, il presidente uscente è diventato ora il volto più utilizzato dalla coalizione progressista nella campagna finale. Su di lui si concentra l’obiettivo di compattare l’elettorato tradizionale e contrastare eventuali dispersioni verso il Movimento 5 Stelle. È un test non solo elettorale ma politico: capire se l’eredità del suo lungo ciclo di governo sarà sufficiente a orientare ancora una volta il voto dei campani.
Il risultato
Tra sette giorni si conoscerà l’esito finale. Solo allora sarà chiaro se il bilancio complessivo della tornata 2025 si chiuderà in equilibrio tra i due schieramenti oppure se una delle coalizioni riuscirà ad affermarsi nel computo nazionale delle regioni conquistate. Ad ogni modo le forze di governo hanno già chiarito che il test regionale non avrà ripercussioni sulla tenuta del Governo. Piuttosto sarà interessante in chiave di bilanci valutare come saranno mutati i rapporti di forza all’interno delle due coalizioni, in particolare tra Pd e M5s e Lega e Forza Italia.
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