Maxi tornata di elezioni regionali con valenza nazionale

Sta per iniziare il lungo ciclo di elezioni regionali che, dal voto di domenica in Val d’Aosta e (anche lunedì) nelle Marche ci porterà - passando per le consultazioni popolari in Calabria e Toscana - all’election day di fine novembre che chiamerà alle urne toscani, veneti e campani. Si tratta di un corpo elettorale di diciotto milioni di unità (che alle Regionali precedenti sfiorò i diciannove) e che non è considerato un test nazionale per i partiti. In parte è vero, perché ci sono troppe liste civiche e di aree che falsano il dato dei partiti nazionali (o, meglio, i voti delle civiche possono eventualmente essere ricalcolati e redistribuiti, ma solo se necessario, con molta cautela e accortezza per evitare errori).
L’interesse che faremo sarà sempre quello della nostra comunità, quello del popolo. E ci impegniamo a valorizzare le competenze, a garantire l’etica pubblica, a costruire prospettive vere per i nostri giovani. Perché questo significa far politica. pic.twitter.com/JEAIb7N1r8
— Roberto Fico (@Roberto_Fico) September 22, 2025
A livello di coalizioni, però, il discorso è diverso: il «campo largo» (spesso senza Azione di Calenda) si presenta unito, con candidati alla prova del fuoco (come Fico del M5s in Campania, dopo il «lungo regno» di De Luca o come il mister X non ancora scelto in Veneto dalla destra sul quale, nelle urne, si potrebbe allungare l’ombra possente dell’ex «Doge» Zaia) ma con una situazione che (a parte la Valle d’Aosta, dove non c’è l’elezione diretta del presidente) vede i due poli partire sostanzialmente dal tre a tre della scorsa volta (Veneto, Marche e Calabria al raggruppamento Meloni-Salvini-Tajani; Toscana, Campania e Puglia al raggruppamento Schlein-Conte), quindi in un perfetto equilibrio che può essere mutato solo se i marchigiani puniscono il governatore uscente.
Il conteggio numerico delle «bandierine» regionali conta parecchio anche sul piano nazionale. Inoltre, il voto aggregato delle liste di area rispecchia quello globale: nonostante le forti differenze regionali, il dato complessivo è - curiosamente ma non troppo - in linea con quello nazionale. Così, nelle sette regioni la destra ha avuto il 45,4% alle scorse consultazioni, contro il 42,8% delle Politiche (43,8% nazionale) e il 45,5% delle Europee (44,4% nazionale). Insomma, il peso della coalizione Meloni è fra il 43 e il 45,5% locale e fra il 44 e il 44,5% nazionale, fra Regionali, Politiche ed Europee; vedremo se ci sarà un incremento e a favore di quale lista.
Il «campo largo» senza Calenda valeva un teorico 49,1% alle scorse Regionali, il 48% circa (50,8% meno una quota di Azione) alle Politiche (dato nazionale: 46% e 49,3% con Azione), ancora il 48% (nazionale 46,5%) alle Europee. In pratica, la coalizione Schlein, che ha visto col tempo (come la destra) i rapporti interni cambiare, si attesta complessivamente sul 48-49% dei voti nelle regioni in esame.
I quesiti ai quali le sette elezioni dovranno dare risposta sono sostanzialmente tre: 1) se la destra, sull’onda degli ultimi sondaggi nazionali, riuscirà in queste regioni ad avere più voti del «campo largo»; 2) se il centrosinistra allargato riuscirà a sommare i voti tenendo insieme tutte le sue diversissime componenti; 3) se, negli schieramenti, ci sarà una polarizzazione intorno a FdI e Pd oppure se i partiti alleati si ritaglieranno spazi importanti, in grado di mutare i/le protagonisti/e del confronto per Palazzo Chigi del 2027 - oggi scontato - fra Meloni e Schlein. Importante sarà anche l’affluenza, che alle scorse Regionali fu in totale del 57,3% e che salì al 61% delle Politiche (nazionale: 63,9%) per precipitare al 48,6% delle Europee (Italia: 49,69%).
La partecipazione al voto è dunque inferiore alla media, in queste realtà o, meglio, lo è stata anche perché in cinque regioni su sette (lasciamo perdere la Val d’Aosta, caso a parte e le Marche, combattutissime) l’esito era scontato, quindi tale da accentuare la tendenza - già presente nell’elettorato locale - di andare a votare meno che nel resto d’Italia.
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