Provincia, governo di centrodestra: lunedì il decreto deleghe

Ci sono voluti quattro mesi e mezzo per tornare là dove tutto era iniziato: a quel nove (consiglieri) a sette, esito consegnato dalle urne che si sono aperte e chiuse il 29 settembre con la definizione di una maggioranza. Il de profundis delle larghe intese in Provincia arriva in fondo a una giornata politica eterna e irrequieta, affidato a una pagina di comunicato stampa: il Broletto sarà guidato dal solo centrodestra.
E a nulla sono valse le discussioni e le mediazioni interne che negli ultimi dieci giorni hanno aperto una faglia iraconda nel centrosinistra, con la lista Bene comune da un lato e i segretari Michele Zanardi (Pd) e Marco Garza (Azione) a mediare con gli scontenti dei rispettivi partiti dall’altro.
La giornata più lunga
Apporre il «timbro» alla decisione è stata un’impresa passata anche da rapporti spezzati e da «etichette istituzionali» mandate al diavolo. La riunione che ha occupato i pensieri e il pomeriggio più lungo del presidente Emanuele Moraschini si è consumata su due tavoli, uno per stanza, anche se solo per una breve parentesi temporale. La scelta del divorzio da quella formula di governissimo che lo ha incoronato presidente è stata comunicata a Zanardi e Garza mentre dietro un’altra porta di Palazzo Broletto era in corso già il conclave del centrodestra per definire l’architettura delle deleghe.
Un’operazione per nulla semplice e per nulla lineare, sentenza naturalmente scandita dalle ore impiegate per arrivare a un verdetto che, attorno alle 21 (vale a dire alla sesta ora di confronto di coalizione vis a vis), ancora era da affinare, mandato che le segreterie hanno affidato al presidente.

«Il centrodestra bresciano esprime grande soddisfazione per la conclusione della fase esplorativa che ha coinvolto la Provincia di Brescia negli ultimi mesi. A seguito di un proficuo incontro con il presidente Emanuele Moraschini, è stato raggiunto un accordo che prevede l’assegnazione delle deleghe, consentendo alla coalizione di centrodestra di assumere pienamente le responsabilità di governo provinciale, anche alla luce della spaccatura interna al gruppo di centrosinistra Territorio Bene Comune, che ha espresso posizioni contrastanti al suo interno» fanno sapere Diego Zarneri (Fratelli d’Italia), Roberta Sisti (Lega), Marco Ferretti (Forza Italia) e Nicoletta Benedetti (Lombardia Ideale). Per la maggioranza a sabotare la soluzione delle larghe intese è stato in primis lo strappo della lista Bene comune (alias: Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Verdi, Movimento 5 stelle e civici), ufficializzato il 29 gennaio, e poi il fronte del «no» al governo in tandem manifestato da una fetta del Pd attraverso la raccolta firme dei 400.
Lo schema

Lo ribadisce lo stesso Moraschini: «Ho ascoltato tutti a lungo, centrodestra e centrosinistra. Nonostante io sia figlio delle larghe intese, dopo lo strappo della settimana scorsa da parte della lista Bene comune non ci sono più le condizioni per proseguire sulla strada di un accordo: si va dunque avanti da soli, con il governo di centrodestra. Lunedì – assicura il numero uno di Palazzo Broletto – firmerò il decreto che affiderà le deleghe ai nove consiglieri di maggioranza».
Come è finita quindi la partita delle deleghe? Prima il punto sul quale si è consumato lo psicodramma di Forza Italia, che – nello scenario che prevedeva il Pd nella squadra di governo – si sentiva sottorappresentata e rivendicava per sé la seconda vicepresidenza.
Le deleghe
I dem non saranno a bordo, ma la vicepresidenza sarà solo una e sarà affidata a Fabio Rolfi, che con tutta probabilità avrà la delega al Trasporto pubblico locale. Per il resto, uno schema con gli incarichi principali c’è ormai dalla fine dell’anno, è stato aggiornato e sarà meglio rifinito nel weekend. Eccolo: proseguendo con la Lega, ad Agostino Damiolini andrà l’Edilizia scolastica, mentre Marco Togni avrà l’Ambiente. Passando in casa Fratelli d’Italia, Daniele Mannatrizio manterrà la regia di Polizia provinciale e Sicurezza, Tommaso Brognoli si occuperà di Attività produttive e Sviluppo economico, mentre Nini Ferrari erediterà le deleghe che furono di Roberta Sisti, vale a dire Cultura, Università e ricerca, Turismo.
Forza Italia è riuscita a tenersi stretta due delle deleghe più pesanti e ambite dagli alleati: Paolo Fontana gestirà Lavori pubblici, strade e viabilità; Caterina Lovo Gagliardi si concentrerà su Territorio e urbanistica, partita Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) inclusa. Laura Trecani per Lombardia Ideale sarà invece alla regia della Protezione Civile e del Terzo settore. Anche il presidente Emanuele Moraschini terrà per sé alcune deleghe chiave: dal Ciclo idrico alle Grandi infrastrutture, passando per le Aree interne, un tema a cui tiene in modo particolare. Il mosaico non è chiuso: a mancare all’appello è, ad esempio, la casella per nulla secondaria del Bilancio, una delega che potrebbe andare alla Lega, forse in capo proprio al vicepresidente Rolfi.
I prossimi giorni
Il cronoprogramma ora è scandito: lunedì, si diceva, il decreto che consegna le deleghe ai consiglieri eletti. Poi, l’appuntamento chiave è quello di giovedì 20 febbraio, quando il nuovo assetto politico debutterà ufficialmente in Consiglio provinciale. Ma, soprattutto, data nella quale finalmente l’Aula potrà votare il bilancio dell’ente, mettendo la parola fine all’esercizio provvisorio dell’ente. Oltre che a questo romanzo provinciale che si è concluso esattamente come se questi quattro mesi e mezzo non fossero mai trascorsi.
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