Non soltanto poesia: il valore ecosistemico della neve

L’inizio della stagione invernale è alle porte, e diversi impianti di risalita si sono già messi in moto anche sulle montagne bresciane in occasione del ponte dell’Immacolata.
Stagione sciistica
L’innevamento artificiale è il fattore essenziale che supporta la copertura delle piste nei periodi di scarsità di precipitazioni naturali, quando nelle altre zone e alle quote più basse il paesaggio non restituisce ancora l’immagine attesa per i mesi più freddi, un incanto che purtroppo si compone pienamente nel corso degli ultimi anni con frequenza sempre minore.
La rarefazione dei paesaggi innevati in modo naturale costringe gli operatori turistici a farsi supportare dalla tecnica per rispondere a esigenze economiche che aprono un dibattito a più voci nel quale si intrecciano valutazioni di carattere ambientale, sociale e culturale, che ruotano attorno al grande tema della sostenibilità.
Sentinella ecologica
La neve, quella naturale che cade dal cielo, rappresenta tuttavia soprattutto una sorta di sentinella ecologica che ha un valore molto maggiore di quello riconducibile alla sola industria turistica, al fascino del paesaggio e alla possibilità di praticare attività sportive. «Sotto le neve pane, sotto l’acqua fame» è il proverbio contadino che riassume la necessità della neve al suolo in inverno per proteggere le coltivazioni, in fase di stasi vegetativa, dai rigori del freddo, dato che una copertura nevosa di spessore significativo costituisce un ottimo isolante termico.
Inoltre la successiva fusione garantisce una riserva di acqua che alimenterà i torrenti e gli impianti di irrigazione nel corso della primavera e poi dell’estate.
Equilibri climatici
Va tenuto conto anche che la progressiva riduzione del manto nevoso in primavera consente, tramite un fenomeno naturale chiamato «iconic pulse», di rilasciare in breve tempo una serie di sostanze chimiche che rappresentano per le piante dei nutrienti utili per agevolare la ripresa vegetativa.
Uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto è proprio l’anticipazione della fusione primaverile della neve, con ripercussioni sulla quantità di risorse idriche disponibili a valle nel periodo estivo, mentre la stessa riduzione della copertura nevosa sulla superficie dei ghiacciai incrementa la durata della loro esposizione al sole e favorisce la fusione.
Il valore ecosistemico della neve richiede quindi un approccio multidisciplinare, e tale consapevolezza non può che contribuire ad accrescere il suo grande fascino.
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