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Il Cai bresciano in vetta da 150 anni, guardando al futuro

Al San Barnaba presentate le iniziative del 2024, tra escursioni, corsi e manutenzione di sentieri
I 150 anni del CAI di Brescia
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Giovani e veterani, amatori e alpinisti, escursionisti e rocciatori: l’auditorium San Barnaba gremito è stato la prova dell’affetto di Brescia per la sua sezione Cai che, mercoledì sera, ha inaugurato le celebrazioni per i suoi 150 anni. Nel filmato proiettato in apertura ha risuonato il motto del 2024: «Fare memoria per volgere lo sguardo al futuro», immagine richiamata anche dal logo, un’aquila che spicca il volo dalla scritta «150 anni».

«Occorre utilizzare il valore della memoria per leggere il presente e guardare al futuro», ha detto il presidente Angelo Maggiori, conduttore della serata con il segretario Renato Veronesi. «Il Cai è un punto di riferimento per Brescia» ha aggiunto la sindaca Laura Castelletti. In platea c’erano anche il presidente Cai lombardo Emilio Aldeghi e quello nazionale Antonio Montani: «Molto è cambiato in 150 anni - ha detto Montani -, ma ancora la montagna ha bisogno della città e la città della montagna».

Sul palco sono state presentate le tante iniziative per il 2024. Escursioni, corsi e manutenzione di sentieri, tra cui quello della Resistenza in Maddalena che, grazie anche al l’Anpi e alle scuole superiori, si vorrebbe terminare entro il 25 aprile. «È un esempio del fare memoria» ha detto Maggiori.

Le iniziative

In agosto partirà una spedizione per la Bolivia, guidata da Daniele Rosa, con finalità anche solidali: verrà infatti donato del materiale tecnico alla scuola di Andinismo di Penãs. Anche la cultura è protagonista. Con un concorso fotografico per soci Cai e due cicli di conferenze con Cattolica e UniBs («siamo sempre stati attenti all’ambiente» ha sottolineato il rettore Castelli); con Fondazione Brescia Musei, con cui è prevista una rassegna cinematografica all’Eden e proiezioni estive a Santa Giulia di «Italia K2»; con il Teatro Grande, che il 4 e il 5 ottobre ospiterà «Pensieri verticali», incontri con grandi alpinisti e intellettuali, ancora da definire sul tema montagna.

I relatori sul palco del San Barnaba - © www.giornaledibrescia.it
I relatori sul palco del San Barnaba - © www.giornaledibrescia.it

Infine i giovani: c’è il progetto Ptco con gli studenti del liceo Calini che in estate saliranno al rifugio Garibaldi per documentarsi sulla sua storia. E c’è l’Erasmus student network (Esn), che porterà studenti internazionali a scoprire le nostre montagne.

Le celebrazioni

Ma le celebrazioni vogliono portare «orgoglio bresciano» come ha detto Maggiori: ecco allora il primo assaggio in San Barnaba, con Matteo Bonalumi, alpinista bresciano la cui ultima impresa è la conquista degli 8.051 metri del Broad Peak a luglio anche se ammette che «le nostre sono le montagne più belle».  

Un programma ricchissimo dunque: a inizio dicembre nuovo appuntamento a San Barnaba per tirare le fila. «Dobbiamo essere orgogliosi di chi è venuto prima di noi – ha concluso Maggiori –. Le grandi cime sono un sogno per qualsiasi amante della montagna. Tocca a noi integrare questa bellezza con una nuova cultura».

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