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Giornata mondiale dell'acqua, il Cai lancia il monitoraggio delle sorgenti di montagna

Sapere quante sorgenti e fontanelle sono presenti nei territori alpini e appenninici per capire il ruolo che rivestono nell'ecosistema
La sorgente del fiume Chiese - Foto di Marco Lussignoli tratta da zoom.giornaledibrescia.it
La sorgente del fiume Chiese - Foto di Marco Lussignoli tratta da zoom.giornaledibrescia.it
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Identificare, classificare e monitorare le sorgenti d’acqua che si trovano nell'ambiente montano di tutto il territorio nazionale. È il progetto che annuncia il Club alpino italiano in occasione della Giornata mondiale dell'acqua 2023, che, dalla sua istituzione da parte delle Nazioni Unite nel 1992, ricade il 22 marzo di ogni anno.

Il tema dell'edizione di quest'anno è il legame tra acqua e cambiamento climatico. Questo perché il riscaldamento globale sta avendo un impatto significativo sul ciclo idrologico del pianeta, influenzando la disponibilità di acqua dolce e la qualità delle fonti idriche.

La crescente domanda di acqua, la diminuzione delle precipitazioni e lo scioglimento dei ghiacciai rappresentano una minaccia per la disponibilità di questa risorsa.

Proprio alla luce di questi aspetti, il Club Alpino Italiano, con il progetto «Le sorgenti d’acqua: una conoscenza fondamentale nell’era del cambiamento climatico», ritiene importante comprendere il ruolo delle sorgenti d'acqua per l'ecosistema e adottare misure per preservare e proteggere queste risorse vitali per il nostro pianeta e per la nostra sopravvivenza.

Accrescere la resilienza

Gli obiettivi del progetto sono capire quante sorgenti e fontanelle sono presenti nei territori alpini e appenninici del nostro Paese, dove si trovano, quali sono le loro caratteristiche (come portata, composizione chimica e potabilità) e quali sono le variazioni temporali delle stesse.

Si partirà da due dati già disponibili: le 4.685 sorgenti e le 28.979 fontanelle ubicate lungo la Rete escursionistica italiana presenti nel database OpenStreet Map. «Siamo di fronte a una situazione climatica ormai diventata strutturale, e non più eccezionale», afferma il presidente generale del Cai Antonio Montani. «Con questo progetto, il Club alpino italiano intende dare il proprio contributo per capire la situazione relativa alla disponibilità di un bene primario come l'acqua, fondamentale per ogni tipo di attività umana in montagna e non solo, mettendo poi i risultati a disposizione di tutti per facilitare lo studio delle soluzioni necessarie per accrescere la resilienza».

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