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Archeotrekking sul Monte Covolo: il sogno è realtà

Pronto il percorso creato a Villanuova sul Clisi grazie ai volontari che hanno curato i sentieri e al Gal GardaValsabbia
Una delle bacheche lungo il percorso ad anello sul monte Covolo © www.giornaledibrescia.it
Una delle bacheche lungo il percorso ad anello sul monte Covolo © www.giornaledibrescia.it
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Monte Covolo, pronto il percorso di archeotrekking. «L’opera - spiega l’assessore alla Cultura di Villanuova sul Clisi, Federica Bignotti - è stata realizzata dall’Amministrazione comunale grazie a un finanziamento di Gal GardaValsabbia e al prezioso contributo di alcuni volontari. L’intenzione era quella di valorizzare la montagna, oggetto nei decenni scorsi di campagne di scavi archeologici con importanti ritrovamenti di insediamenti dal neolitico all’età del bronzo. Gli amanti dell’arrampicata sportiva, poi, conoscono bene una delle peculiarità del Covolo, ossia la presenza di una falesia particolarmente adatta allo svolgimento di questa attività».

L’intervento è consistito nella ripulitura del tratto boschivo prospiciente la falesia e nel ripristino di alcuni sentieri, così da permettere la creazione di un percorso ad anello le cui tappe intermedie sono i diversi siti interessati dagli scavi.

I reperti ritrovati

«La sistemazione dei sentieri - ricorda Bignotti - è stata effettuata da Daniele Dusi e Davide Neva, volontari dell’associazione "Amici del Covolo", i quali hanno anche provveduto a posizionare la relativa segnaletica. Ogni sito è stato quindi corredato da una bacheca esplicativa curata dal direttore del Museo archeologico della Vallesabbia Marco Baioni, che negli anni Novanta aveva partecipato agli scavi condotti alle pendici del Covolo prima della realizzazione della galleria della nuova 45bis».

I numerosi reperti tornati alla luce durante le ricerche sono oggi conservati al Mavs, il Museo archeologico della Valle Sabbia, nella sua sede di Gavardo. Tuttavia, nell’atrio del municipio di Villanuova sono state collocate, a scopo didattico, alcune vetrine contenenti copie e ricostruzioni di oggetti significativi emersi dagli scavi. Vi si possono ammirare il «clone» di un vaso campaniforme e una collana di ossi riprodotta con la massima fedeltà all’originale da Sergio Persi, memoria storica delle campagne archeologiche del Covolo, a cui presenziò in qualità di volontario. Da segnalare, infine, che pure il punto di partenza del percorso, ossia il sottopasso della tangenziale, è stato interessato da un restyling.

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