Papa Leone XIV e l’algoritmo, etica e fede per il futuro dell’AI

La Chiesa guarda all’intelligenza artificiale come a un’opportunità straordinaria: papa Prevost ha davanti a sé una nuova era paragonabile alla rivoluzione industriale
Papa Leone XIV sulla papamobile in piazza San Pietro - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Papa Leone XIV sulla papamobile in piazza San Pietro - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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L’algoritmo del futuro. Papa Prevost «ha le carte», per dirla con il linguaggio basico di Donald Trump. Ha in mano gli elementi che contano per la sfida dell’Intelligenza artificiale. E se l’obiettivo è di raggiungere un approdo «algoretico», ha tutte le competenze per affrontare gli algoritmi e l’etica.

Laureato in matematica alla prestigiosa Villanova della Pennsylvania, docente di teologia tra gli Agostiniani, che sull’argomento hanno una luminosa tradizione secolare, dietro il sorriso timido, ha solidità nella strumentazione e chiarezza nelle finalità. Lo ha dichiarato fin dai primi passi, spiegando ai cardinali la scelta del nome: Leone, come il pontefice che affrontò la prima grande rivoluzione industriale. Ma se alla fine dell’Ottocento la Chiesa giungeva buona ultima nel dibattito sulla «questione sociale», oggi sul fronte dell’innovazione tecnologica sta fra le avanguardie. Basterebbe dire che le questioni fondamentali sull'intelligenza artificiale la Santa Sede le ha poste a livello internazionale già nel 2020, nel Rome Call for AI Ethics, e che papa Francesco è stata fra le voci più nitide al G7 della scorsa estate, in Puglia.

L’impostazione che Bergoglio ha dato fin dall'inizio non è stata né difensiva né reazionaria. Fin dai primi tempi la Chiesa cattolica ha guardato all’intelligenza artificiale come ad un’opportunità straordinaria, e proprio per questo anche potenzialmente carica di preoccupazioni e rischi. Leone XIV è in continuità lineare con Francesco. L’obiettivo non è di frenare la trasformazione, ma di trasformare l’innovazione in sviluppo autentico. Il progetto è di dare forma al futuro, non di ostacolarlo. La posizione non è di retroguardia, senza tuttavia perdere di vista la situazione di chi resta in fondo alla fila, affinché non rimanga indietro, non sia vittima di quella che papa Francesco definiva «logica dello scarto».

L’intenzione è stata dichiarata con precisione nel discorso ai cardinali: «Oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere ad un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro». Il parallelo con la prima rivoluzione industriale non lascia spazio a dubbi. A cavallo tra Ottocento e Novecento l’industrializzazione mutò il volto della società occidentale: urbanizzazione e migrazioni, concentrazione della produzione nelle fabbriche, suddivisione in classi sociali contrapposte, espansione dei mercati e del capitalismo, forti disuguaglianze e tensioni che lacerarono l’Europa nei decenni successivi.

Papa Leone XIV - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Papa Leone XIV - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Non meno pesante è e sarà l’impatto della rivoluzione tecnologica che ha nell’IA il suo livello più avanzato. Stanno mutando il volto della società e della convivenza civile, le dinamiche economiche e finanziarie, la disparità nella distribuzione delle risorse e delle ricchezze. Dignità umana, giustizia e lavoro sono i cardini della questione. L’impostazione di Leone XIV richiama, e adegua alle nuove sfide, i pilastri della Dottrina sociale della Chiesa. Ponendo la dignità umana al centro si mettono in risalto i diritti di ogni persona; il bene comune è una conseguenza diretta, perché è l’insieme delle condizioni sociali che permette a comunità di raggiungere il proprio pieno sviluppo; la solidarietà richiama alla responsabilità di tutti verso chi è più debole e svantaggiato. In questo quadro le potenzialità della tecnologia e l’intelligenza artificiale possono essere un aiuto sensazionale. Un aiuto alle persone, non la loro sostituzione per assecondare mire di ricchezza e potenza di pochi a danno di molti.

Non è una posizione reazionaria, quella di Leone XIV, ma la proposta di un dialogo coraggioso e carico di speranza con la modernità. Non sarà facile, perché il mondo tecno-autocratico d’oltre Atlantico, nella sua esasperata autoreferenzialità, guarda con fastidio a chi pone interrogativi su finalità, scopi, effetti, conseguenze, esiti e rischi. Quasi che l’algoritmo sia una sorta di divinità assoluta e non una scelta da meditare.

Papa Leone XIV ha già mostrato di sapere che la sfida è con queste «nuove certezze» della tecnologia, della ricchezza e del potere. Proprio come il suo omonimo predecessore faceva i conti con il capitalismo dei «robber baron», lui ora ha di fronte le Big Company della tecnologia. Ma ha tutte le carte per la sfida, perché è nato a Chicago, cresciuto nei ricchi States ma è stato anche missionario tra i contadini dell’America latina, ha competenze particolari ed esperienza globale. L’algoritmo del futuro.

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