Malessere a scuola, lo stress prima del disagio

Si tratta di uno stato d’animo frequente, ma nell’adolescenza è una condizione connessa più di tutto alla crescita
Malessere a scuola - © www.giornaledibrescia.it
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La parola malessere indica la condizione di chi non è a suo agio. A scuola può avere diverse facce e l’andar male o gli esiti scolastici negativi solo in qualche caso coincidono col disagio. Quello psicologico ha motivazioni complesse e non aiuta semplificare dicendo che le colpe vanno addossate alla scuola. Né ha fondamento l’idea che la scuola sia un ambiente stressogeno per «il carico di lavoro». Lo stress è una realtà frequente, ma nell’adolescenza è una condizione connessa più di tutto alla crescita.

Lo sviluppo psicofisico mette di fronte e a continue richieste di adattamento ed è questo lo stress. Dobbiamo distinguere, ce n’è uno fisiologico e uno patologico. Lo stress dannoso è lo stato di tensione cronica o eccessiva che esaurisce le energie. Può accadere anche perché il sistema scuola, molto competitivo, aggiunge tensione e sovente pressioni spropositate.

Le richieste di un miglior rendimento da parte dei docenti, di solito si sommano ad attese e pretese di risultati della famiglia. Di certo in età evolutiva contano fattori personali come il sentimento di inadeguatezza, l’insicurezza e la sfiducia in se stessi, la bassa autostima e l’ansia prestazionale che mandano spesso in cortocircuito il sistema di autoregolazione.

I carichi di studio che paiono in aumento, verifiche e interrogazioni frequenti e ravvicinate, le lezioni non sempre coinvolgenti o i conflitti con i docenti e tra i pari, possono aumentare il malessere che alimenta ansia e far raggiungere lo stato di stress. Ma questa, per la verità, è una risposta specifica che non va attribuita solo al carico scolastico, bensì al modo con cui si promuove l’apprendimento.

La competizione che si sollecita e il continuo confronto con gli altri, enfatizzato anche dai social onnipresenti che spingono verso sfide estreme, è purtroppo una realtà. Ma non dimentichiamo neppure che sono fattori di stress l’eccesso di informazioni e l’iperconnessione che producono insonnia in tanti adolescenti. E poi anche le relazioni conflittuali in casa e l’esercizio di un continuo controllo genitoriale, favorito oggi dal controverso registro elettronico per nulla educativo, alimentano tensioni e irrequietezza.

Lo stress allora manifesta di frequente disattenzione e carenza di concentrazione, e porta a scarsa motivazione allo studio che poi è anche incapacità di autocontrollo e difficoltà nella gestione delle emozioni. Urge dunque avviare modifiche strutturali alla realtà scolastica e inserire tempi e spazi da dedicare alla crescita emotivo-affettiva e all’autocontrollo. Ma servono anche cambiamenti negli atteggiamenti della famiglia rispetto alla scuola e lo sviluppo negli adulti di capacità di ascolto per la crescita dei figli.

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