Opinioni

Elly Schlein e il rischio del campo largo stretto

Se riuscisse a strappare al centrodestra Marche e Calabria avrebbe la porta aperta per candidarsi da premier alle Politiche
Elly Schlein - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Elly Schlein - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
AA

Da quando vige questa sorta di bipolarismo, che contrassegna la vita politica italiana da tre decenni, per vincere i due poli hanno dovuto rispettare una condizione capestro: essere uniti. Nessuna unità, nessuna vittoria. La grande fidelizzazione dell’elettorato ad uno dei due campi di battaglia (destra e sinistra) scoraggia i poli dal tentare di accaparrarsi eventuali transfughi del campo opposto. L’unico modo per vincere è serrare le file del proprio esercito. Serve assolutamente l’unità di tutti i possibili partner.

È questa una condizione necessaria, ma non sufficiente. Soprattutto nelle competizioni amministrative intervengono vari fattori a condizionare l’esito del voto. La forza dell’insediamento territoriale dei partiti. La popolarità del candidato governatore. Da ultimo, ma non ultimo il programma.

Geografia del voto

Quanto all’insediamento territoriale, la Schlein può star certa che in Toscana non corre alcun rischio. È da sempre un territorio di caccia della sinistra. Parimenti, in Campania ha il vantaggio di disporre del vasto patrimonio di consensi che si porta dietro il governatore De Luca, da un decennio figura dominante della regione. Anche in Puglia si sente al sicuro grazie alla candidatura di Decaro, «Mister 500.000» preferenze. La sfida vera è nelle Marche e in Calabria, regioni in cui si ripresentano due governatori uscenti del centrodestra, Acquaroli e Occhiuto.

Se la Schlein riuscisse a strappare queste due regioni al polo avversario, sarebbe per lei un trionfo. Lascerebbe al centrodestra il solo Veneto. Qui il centrodestra col traino di Zaia non dovrebbe avere rivali.

Scenari

La segretaria del Pd avrebbe la porta aperta per candidarsi da premier alle Politiche di poco più di un anno dopo. Uno scenario affatto contrario si aprirebbe invece per lei nel caso il campo largo non riuscisse a prevalere nelle Marche e in Calabria. Nel suo partito le verrebbero addebitati i costi politici piuttosto salati della sua testardaggine a volere senza se e senza ma il campo largo.

Primo: per assicurarsi l’allineamento del M5s ha mostrato una generosità che ha penalizzato non poco i suoi. Sia sulle candidature che sul programma. In Calabria ha sacrificato le aspirazioni di Avs ad esprimere un proprio nome. In Campania ha creato un vero caso imponendo il grillino Fico al peso massimo del Pd in Regione, De Luca. Quanto al programma, anche qui giravolte non esaltanti. Ha accettato il veto dei Cinquestelle in Toscana al rigassificatore, nelle Marche al termoutilizzatore.

Roberto Fico candidato in Calabria - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Roberto Fico candidato in Calabria - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Secondo: ha lasciato campo libero ai «cacicchi», i capi bastone locali che s’era ripromessa di estirpare.

Terzo: ha pagato la rincorsa dei Cinquestelle e di Avs con l’abbandono della coalizione da parte di Azione di Calenda, sguarnendo in tal modo il campo largo sul fronte cosiddetto moderato. Significativa la freddezza con cui a Cernobbio il gotha del mondo imprenditoriale e finanziario ha accolto gli esponenti del campo largo.

Saranno contenti quanti, come il regista Nanni Moretti, auspicano da tempo che il Pd dica «qualcosa di sinistra». Bisogna vedere, però, se questo formato della coalizione, nettamente orientato a sinistra, si rivelerà la strategia giusta per prevalere nelle Politiche del 2027. Sarà allora la prova del nove per verificare se il campo largo della Schlein non sia troppo stretto per sloggiare la destra dal governo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.