Non dovremmo mai farci mancare dosi di natura

Cos’è una vacanza? Un modo per staccare dalla routine e ricaricare le pile? Ma quando questo succede già nella quotidianità, l’esistere è un continuo rigenerarsi
Un campo verde
Un campo verde
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«Milano fumava. Era asfalto rovente che scorreva in rivoli di sudore fra i palazzi oppressi dalla calura. L’aria si attaccava umida ai polmoni, pesando afosa nei petti stanchi (…) Ruben, appoggiato al bancone, sorseggiava un bicchiere di menta fresca; era la sua decima estate alla bottega e non gli era mai passato per la mente di chiudere i battenti per andare in vacanza. In fondo cos’era la vacanza? Una miglior condizione di vita, un cambio di ritmo per ricaricare le pile, ma a lui tutto questo succedeva già. Quando Ruben lavorava ad una scarpa, lo faceva con passione, curandola nei dettagli, anche quelli non visibili; nascondeva sempre, fra suola e tomaia, una manciata di parole scritte a china, parole positive, parole che avrebbero fatto bene agli acquirenti, calpestando, insieme a loro, asfalto e terra. E talvolta fiori. Le sue creazioni erano preghiere di cuoio marchiate di sorrisi. Quando usciva dal laboratorio amava passeggiare di notte, o al mattino presto, lungo il naviglio, ascoltando il rumore dei propri passi (…) Il suo camminare era consapevolezza che assorbiva il paesaggio, un paesaggio intriso d’amore. Ovunque».

Queste righe tratte dal mio romanzo «Dentro le scarpe» mi balzano in mente mentre Omar e Karin mi raccontano di quando, volendo partire per una vacanza, una coppia di amici venne a casa loro per custodire quella che, più che una magnifica proprietà in Toscana, da una manciata di anni è una nuova vita. Mi vedo la scena: la stradina bianca fra i cipressi che conduce al casale impolvera la scintillante vettura degli ospiti milanesi.

Il tempo di aprire le portiere su quel giorno di sfacciata primavera che Omar e Karin sono investiti da un abbraccio e da un fiume di parole che, pur apprezzando quell’indubbio paradiso, inneggiano ai privilegi della vita cittadina. «Siete nel nulla cosmico! Come vi è venuto in mente di mollare tutto per trasferirvi qui? Non c’è niente, assolutamente niente». Omar e Karin sorridono e tacciono come a proteggere quell’intimo «niente» in realtà pieno di tutto; poi, mostrati alla coppia alcuni dettagli tecnici della casa, salutano gli amici e, come concordato, partono per il loro tour di due settimane.

Al ritorno, miracolo! I milanesi hanno un volto altro. La quiete totale, il gracidare delle rane, l’orizzonte pieno di mare, le stellate infinite li hanno rigenerati. Nel loro sguardo non c’è più frenesia, ma pace. Non vorrebbero più ripartire. In compenso Omar e Karin, pur avendo visitato luoghi «wow», non vedevano l’ora di tornare. In fondo, ci ricorda Ruben, cos’è la vacanza? Un cambio di ritmo per ricaricare le pile? Ma quando tutto questo succede già, l’esistere è un continuo rigenerarsi.

 E ringraziare. «Ci mancava tutto di casa: i gatti, le galline, i profumi» dice Omar e quel ritmo potente che dà respiro al cuore e nel quale ognuno ritrova il contatto con il proprio Sè. Non servono parole, basta immergersi nel silenzio del verde, del blu e il miracolo di chi siamo affiora perché il creato è casa nostra e osservarne la bellezza è il primo passo per quietare la mente e scoprirci nel profondo. È questo il motivo per cui non dovremmo mai, ma proprio mai, farci mancare dosi di natura.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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