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SpaceX ci riprova, lancio numero due da Cape Canaveral

In Florida le condizioni meteorologiche ancora incerte per il decollo del super razzo Falcon 9
  • SpaceX, conto alla rovescia numero 2
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Il primo tentativo è andato a vuoto per condizioni meteorologiche inadeguate. Ora a Cape Canaveral, in Florida, il tentativo numero due per la missione SpaceX entra nel vivo. Per il progetto del visionario Elon Musk, il signor Tesla, il lancio in orbita del super razzo Falcon 9 e il suo rientro dopo l'approdo alla Stazione spaziale internazionale, sembra a portata di mano.

La Crew Dragon, la capsula della SpaceX, è diventata il simbolo che dopo nove anni restituisce agli Stati Uniti la capacità di portare uomini nello spazio. Il veicolo spaziale di Elon Musk sancisce inoltre in modo definitivo l'ingresso dei privati nello spazio, promuivendo un cambiamento radicale destinato a fare delle attività spaziale un'impresa alla portata di tutti, a partire dalle aziende.

Inizialmente le condizioni meteo sembravano non ottimali, con un 50% di probabilità di lancio a causa di nubi e pioggia sul Kennedy Space Center. Si è deciso comunque per il «go». È tangibile l'entusiasmo per questa missione senza precedenti, il cui simbolo più popolare è diventato l'hashtag #LaunchAmerica e nella quale degli astronauti tornano a partire dal suolo degli Stati Uniti: l'ultima volta era accaduto nel luglio 2011 anni, con il volo che aveva segnato l'uscita di scena dello Space Shuttle.

Il razzo Falcon 9 e la capsula Crew Dragon, entrambi della SpaceX, sono pronti sulla storica piattaforma 39/A, la stessa dalla quale partivano le missioni Apollo per la Luna e poi gli Shuttle che hanno permesso di costruire la Stazione Spaziale. A bordo ci sono i veterani della Nasa Doug Hurley (54 anni) e Bob Behnken (50). La loro missione, chiamata Demo2, è il secondo test della capsula Crew Dragon, che nel marzo 2019 aveva fatto il primo volo di prova senza equipaggio diretta alla Stazione Spaziale. In quella missione, chiamata Demo1, la capsula aveva portato a bordo oltre 180 chilogrammi di materiali e rifornimenti e a bordo non c'erano uomini, ma solo un manichino, Ripley, che con i suoi sensori aveva fornito dati utili sulle sollecitazioni che avrebbero subito i futuri astronauti destinati a volare sulla capsula.

AstroDoug e AstroBehnken adesso dovranno dimostrare che la navetta di Elon Musk è in grado di portare uomini in orbita e di restituire agli Stati Uniti la capacità di portare uomini nello spazio. «Un passo ulteriore verso un cambiamento epocale», ha definito la missione il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia: è il simbolo di una nuova concezione dello spazio destinata a coinvolgere tutti i protagonisti del mondo spaziale, dalle agenzie governative alle industrie, e che vede emergere un ruolo importante giocato dai privati.

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