Italia e Estero

Pioggia di missili sull'Ucraina, l'appello di Zelensky all'Europa

I russi procedono con raid in pieno giorno, il presidente ucraino invita gli europei a «stare dalla parte» del suo Paese
  • Un altro giorno di pesanti bombardamenti sulle città ucraine
    Un altro giorno di pesanti bombardamenti sulle città ucraine
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Il bombardamento è arrivato subito dopo l'avvertimento. L'obiettivo è tra i più strategici: la torre della tv a Kiev, la struttura che permette a milioni di ucraini di sintonizzarsi sul racconto della guerra, proprio mentre un convoglio di blindati russi lungo oltre 60 chilometri avanza marziale verso la capitale.

Un raid consumato in pieno giorno (qui la cronaca della sesta giornata di guerra), dopo che ai residenti era stato intimato di stare lontani dai ripetitori delle telecomunicazioni. Le vittime sono arrivate comunque, almeno cinque.

E nella pioggia di fuoco è stato colpito anche il cimitero del più importante memoriale della Shoah nel Paese, a poche centinaia di metri, dove i nazisti sterminarono oltre 30mila ebrei. «Al mondo: che senso ha dire 'mai più' per 80 anni, se il mondo tace quando una bomba cade sullo stesso sito di Babij Yar? Almeno 5 uccisi. Storia che si ripete...», ha accusato su Twitter il presidente Volodymyr Zelensky.

E secondo l'intelligence, ha avvisato l'ambasciata ucraina presso la Santa Sede, «le truppe russe stanno preparando un attacco aereo sulla Cattedrale di Santa Sofia a Kiev, patrimonio dell'Unesco».

Le bombe su Kharkiv

Quello di Mosca è sempre più un assedio combinato, nonostante l'annunciata ripresa mercoledì dei negoziati. In tutta l'Ucraina i bombardamenti dell'aviazione - oltre 400 missili, secondo la Cnn - martellano i centri strategici, soprattutto Kharkiv. La seconda città del Paese, nel nord-est vicino al confine russo, ha vissuto un'altra giornata di pesanti raid, che hanno preso di mira la sede del governo locale e un palazzo residenziale. Forse la peggiore. Almeno 18 le vittime accertate, decine i feriti, la centrale Piazza della Libertà trasformata in un teatro di guerra.

L’appello di Zelensky all’Ue

In un drammatico intervento video alla plenaria straordinaria del Parlamento europeo, Zelensky ha accusato la Russia di «crimini di guerra» ed è tornato a chiedere che Kiev venga ammessa al più presto nell'Unione, invitando gli europei a «provare» di stare dalla parte dell'Ucraina. Un «momento della verità», ha chiosato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. «È una situazione molto seria, non siamo in un film», ha detto ancora il leader ucraino, chiedendo a Joe Biden di dare un messaggio «forte e utile». Nel frattempo, però, la Russia ribadisce che non intende fermarsi fino al raggiungimento di «tutti gli obiettivi» e continua a guadagnare terreno.

Il punto militare

Una partita chiave sul piano militare si sta giocando a sud, nella fascia di territorio a nord della Crimea, annessa alla Russia nel 2014. L'offensiva continua sul porto strategico di Mariupol sul mar d'Azov, al confine con il Donbass occupato dai separatisti, mentre in serata il governo di Kiev ha confermato l'ingresso di truppe russe a Kherson, dal lato del mar Nero: una saldatura strategica che potrebbe portare gli assedianti fino all'obiettivo cruciale di Odessa, chiudendo a Kiev gli accessi al mare. I colloqui per cercare un cessate il fuoco sono insomma destinati a riprendere sotto il peso di un'offensiva sempre più feroce.

I negoziati

Le parti dovrebbero tornare a incontrarsi domani, hanno riferito i media russi, stavolta al confine tra Ucraina e Polonia e non più a quello bielorusso. Ma anche su questo secondo round le notizie ufficiali arrivano con il contagocce, tra esigenze di sicurezza e tattica negoziale. Il Cremlino per il momento non si sbilancia e giudica «prematuro» parlare di un incontro di Zelensky con Vladimir Putin. Una speranza, forse l'ultima, arriva dal possibile ruolo di paciere di Pechino, da cui Kiev, ha detto il suo ministro degli Esteri Dmytro Kuleba al collega cinese Wang Yi, «aspetta con impazienza una mediazione per realizzare il cessate il fuoco». Con la Russia sempre più isolata dalle sanzioni - anche se dalla Turchia al Messico cominciano le defezioni -, le conseguenze della crisi internazionale potrebbero dare l'auspicata spinta al negoziato..

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