Italia e Estero

Disturbi alimentari, non basta il 15 marzo: bisogna raccontare ogni giorno

Bianca Terzoni
Questa mattina in Regione l'incontro con l’assessore Simona Tironi e il laboratorio con Ambra Angiolini
AGIRE SUI DISTURBI ALIMENTARI
AA

Un passo in avanti per aiutare chi soffre di disturbi alimentari, con l’organizzazione di laboratori, informazione nelle scuole, e fondi per incrementare i centri di cura. L’occasione è stato l’incontro organizzato da Animenta «15 marzo… e poi? Raccontare i disturbi alimentari ogni giorno» che si è svolto a Milano, a palazzo Pirelli. All’appuntamento hanno preso parte anche l’assessore regionale Simona Tironi e il consigliere regionale Giulio Gallera, insieme alla cantante e conduttrice Ambra Angiolini.

Il laboratorio con i ragazzi

L’evento è stato anche l’occasione per ospitare i ragazzi del centro Richiedei di Gussago, che sono stati i protagonisti di un laboratorio assieme ad Ambra Angiolini. La conduttrice ha infatti incoraggiato i ragazzi a mettere in mostra su un foglio le proprie paure, disegnandole con l’aiuto di pennarelli, stoffe e materiali vari. «I veri protagonisti oggi sono i ragazzi» ha raccontato Angiolini, «io ho sofferto di bulimia per tanti anni, sono consapevole di cosa significa quando tutti attorno a te non capiscono. Tu vorresti uscirne, ma la strada la devi trovare da solo».

Alcuni lavori del laboratorio con Ambra Angiolini
Alcuni lavori del laboratorio con Ambra Angiolini

Quello che emerge è che troppo spesso questi disturbi vengono associati al corpo, ma in realtà hanno una radice molto più profonda, che risiede in un’anima sofferente e bisognosa di comprensione e di aiuto. «Una volta che ci si ammala di bulimia, di anoressia, ti rimarrà per sempre dentro. È importante riconoscerlo, e poi capire che ci sono cure che possono funzionare per sempre, come l’amore» ha aggiunto la cantante. Infatti, una giornata (il 15 marzo) dedicata a queste problematiche non basta. Dalla pandemia il problema si è radicato in modo molto più profondo - si tratta un 40% in più di domande -, in una fascia di giovani che va dai 13 ai 35 anni.

La legge e i fondi

Regione Lombardia è la sola regione italiana ad avere una legge specifica sui disturbi alimentari, il cui l’obiettivo era di «andare a potenziare tutte le province su un percorso di presa in carico ambulatoriale» spiega l’assessore Tironi. «Ancora oggi ragazzi e ragazze che soffrono di disturbi alimentari non sanno a chi rivolgersi». In particolare, «qualche settimana fa Brescia ha assegnato dei fondi pari a circa 171 mila euro agli Spedali Civili, per incrementare quello che è il servizio Mac, ovvero di day hospital per ragazzi e ragazze». C’è anche bisogno di personale specializzato in questo campo.

Prezioso è l’aiuto che può arrivare dalla Regione: l’assessore Tironi ha messo a punto un progetto che da ottobre porterebbe la scuola all’interno dei centri di chi soffre di disturbi alimentari, per fare in modo che i ragazzi possano continuare a studiare e non perdere l’anno scolastico, cosa che aggiungerebbe ulteriore fragilità.

Il percorso nelle scuole

Inoltre, «Con l'inizio dell'anno scolastico intendiamo portare un percorso che sia continuativo all'interno delle scuole di qualsiasi ordine e grado lombarde - prosegue Tironi-, un progetto per sensibilizzare, ma anche formare sul tema dei disturbi alimentari, parlando a ragazzi, genitori, e soprattutto ai docenti».  Assieme all’aspetto istituzionale, è importante che i ragazzi abbiano la possibilità di conoscere chi sta passando una situazione simile, perché «ognuno ha la propria storia personale, ma quando vedi tutto grigio e senti che non hai la speranza per uscirne, basta solo un’attività, le parole di qualcuno che capisce, a farti rendere conto che forse qualcosa c’è» racconta durante il laboratorio Francesca. Viene da Bergamo, e dopo un periodo di cure e di collaborazione con l’associazione Animenta si sente finalmente meglio.

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia