Intelligenza artificiale a scuola: la usa già 1 studente su 5

Secondo un’indagine Ipsos nelle aule di Brescia, Bergamo e Sondrio l’AI serve soprattutto per la comprensione dei contenuti. Uno studente su tre chiede però una formazione adeguata
Una studentessa al computer
Una studentessa al computer
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L’intelligenza artificiale non è più un fenomeno marginale tra i banchi delle scuole delle province di Brescia. Secondo un’indagine Ipsos realizzata per l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, in collaborazione con Fondazione Cariplo, emerge come il 19% degli adolescenti sia già attivamente coinvolto nell’utilizzo quotidiano di strumenti di intelligenza artificiale generativa come supporto allo studio. Nella provincia bresciana, coinvolta nei dati aggregati con quelle di Bergamo e Sondrio, uno studente su cinque utilizza quindi regolarmente l’intelligenza artificiale per motivi scolastici, in linea con la media regionale.

Gli utilizzi

Per l’indagine, realizzata su un campione rappresentativo di 800 adolescenti italiani tra i 14 e i 19 anni, l’AI in queste viene utilizzata impiegata per facilitare la comprensione dei contenuti (63%, in linea con il dato regionale) e per gestire periodi di studio intenso (49%, dato inferiore rispetto alla media dei coetanei lombardi del 56%). Il livello di soddisfazione complessivo arriva all’85%, con il 50% che si dichiara molto soddisfatto.

Formazione e pareri

C’è di più. Dall’analisi Ipsos emerge come il 67% degli studenti richieda una formazione adeguata sull’uso dell’intelligenza artificiale, mentre il 78% vorrebbe che la propria scuola fornisse linee guida per l’ambito scolastico. Solo il 45% dichiara di avere un accordo chiaro con i docenti riguardo all’utilizzo dell’AI, mentre il 16% la sfrutta liberamente.

Il 62% inoltre ne condanna l’uso non dichiarato, il 50% invece non avrebbe difficoltà a sospendere il suo utilizzo su richiesta degli insegnanti. Infine un adolescente su due fa uso dell’AI anche nella vita privata, per svago e supporto emotivo.

«I dati ci dicono che le adolescenti e gli adolescenti già la utilizzano ampiamente per le attività scolastiche di ogni tipo – commenta Fabio Introini, professore associato di Sociologia in Università Cattolica del Sacro Cuore e membro dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo –. In tale contesto è particolarmente significativo che un elevato numero di rispondenti affermi che sull’uso dell’AI non ci siano stati ancora discussioni o accordi tra loro e gli insegnanti sul suo corretto impiego. 

Certo, l’AI a scuola complica notevolmente le cose sotto molti punti di vista in primis agli insegnanti – che non devono essere lasciati soli – ma è impossibile non accettarne la sfida. Che si può “vincere” se si pone questa tecnologia nel più ampio quadro di come le stesse forme di apprendimento delle nuove generazioni stiano già da tempo cambiando».

La presentazione

L’indagine sarà presentata durante la terza edizione di «Parole a Scuola», in programma il 18 ottobre a Milano: una giornata di formazione gratuita dedicata a docenti, educatori, educatrici e famiglie, organizzata da Parole O_Stili, associazione impegnata dal 2017 nella promozione di una comunicazione non ostile, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Giuseppe Toniolo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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