Garda

Incidente nautico, oggi parlano i tedeschi imputati: il liveblog

In tribunale a Brescia l'esame di Patrick Kassen e Christian Teismann, accusati dell'omicidio colposo di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella
LA TRAGEDIA IN AULA
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Due giorni dopo il via libera del Senato all’introduzione del reato di omicidio nautico, è ricominciato il processo davanti al tribunale di Brescia per la morte di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, i due giovani travolti a giugno scorso dal motoscafo Riva sul quale erano a bordo Patrick Kassen e Christian Teismann oggi imputati per omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso.

Nell’udienza di oggi c'è stato l’esame dei due imputati, che hanno raccontato la loro verità in aula. Erano presenti decine di amici dei due ragazzi, oltre ai genitori di Umberto e Greta. «Sono piccoli passi per colmare una lacuna legislativa. Un dovere per onorare e non dimenticare il sacrificio di Greta e Umberto» hanno detto i genitori in merito al reato di omicidio nautico.

All'udienza è dedicata la prima parte della puntata di Messi a fuoco, che potete vedere nel video qui sotto.

L'udienza, minuto per minuto

Avviso per i lettori: I virgolettati che seguono sono fedeli alle dichiarazioni e precisamente riportati, ma non sono per forza testuali, perché raccolti e pubblicati in tempo reale. I lanci sono proposti in ordine dal più recente al più risalente.

Il Tribunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Il Tribunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it

Ore 16.40 - si chiude l'udienza

 

Ore 16.02 - Teismann racconta perché non sono tornati indietro

«Di notte non è possibile invertire la marcia e tornare indietro, al buio. Sarebbe pericoloso, poi dopo quel rumore abbiamo visto l'altra barca, ci siamo tranquillizzati e abbiamo deciso di procedere. L'altra barca nei verbali degli interrogatori non c'è perché ancora non sapevo cosa fosse successo, non ho pensato di riferire, era sera tardi e non me ne sono ricordato. Ho capito che fosse importante condividere quel dettaglio un paio di giorni dopo, probabilmente».

Ore 15.46 - Teismann spiega alcuni dettagli, rispondendo alla pm Bonomo

«Ho ricevuto una richiesta di accesso al mio cloud e ho dato i dati di accesso al mio telefono per due volte all'avvocato Sola. Con la password che ho dato, era possibile accedere al cloud e non serviva altro.

Conosco bene il lago di Garda, io e mia moglie ci siamo sposati 12 anni fa a Villa Fiordaliso a Gardone Riviera e torniamo 3 o 4 volte all'anno a Salò e dintorni. Da allora il motoscafo Riva è all'Arcangelo di Salò. Non sapevo che il limite di velocità di notte fosse di 5 nodi. Ogni anno andiamo in barca con gli amici e succede spesso che Kassen prenda la guida, perché lui sa pilotare Aquarama fin da quando era giovane. Non lascerei mai la guida a qualcuno di cui non mi fido, specialmente di notte».

Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, vittime dell'incidente nautico del 19 giugno 2021
Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, vittime dell'incidente nautico del 19 giugno 2021

Ore 15.31 - Teismann racconta il giorno dopo l'incidente

«Il giorno dopo ho sentito bussare molto forte alla porta, erano i carabinieri. Tutto è accaduto molto velocemente, si parlava in italiano e hanno iniziato a perquisire la stanza, i vestiti. Ho chiesto in inglese perché lo stessero facendo e loro mi hanno risposto che a tempo debito lo avremmo saputo. Non ci hanno mostrato mandati di perquisizione. Il mio primo pensiero è stato che ci fosse stato uno scambio di persona e che cercassero droga. Nei minuti successivi, che sono stati molto lunghi, ho ripetutamente chiesto di cosa si trattasse senza ricevere risposte. Ci hanno detto che il pubblico ministero era giù, nella sala della colazione, e voleva farci delle domande, ma sotto non c'era nessuno. Allora mi hanno detto che dovevamo andare in caserma e, lungo il tragitto, ho mandato un messaggio a mia moglie dicendole di contattare l'ambasciatore tedesco perché ero in arresto per seri motivi. Mi hanno portato in una stanza con le sbarre, ho cercato di raggiungere mia moglie al telefono e l'ambasciata, ma non sono riuscito.

Alla fine si è fatto sentire il consolato tedesco in Italia, che ha sede a Milano. A loro ho detto che avevo bisogno di un avvocato: non ho avuto nessuna informazione sul mio status, non sapevo se ero arrestato o altro. In caserma poi a un certo punto mi hanno preso il telefonino. Ho chiesto di potermene andare, quando il manager dell'hotel (che era con noi) se ne è andato, ma mi hanno detto di no. Mi sono rifiutato di sottopormi al test del dna (l'ho fatto al mio ritorno in Germania perché c'era stata una richiesta), mi hanno chiesto di spogliarmi e farmi fotografare e l'ho fatto».

Ore 15.00 - inizia l'esame dell'altro imputato, Christian Teismann

Teismann, proprietario del motoscafo Riva, prima di iniziare ha detto: «Il 19 giugno sarebbe dovuto essere un giorno fantastico per Salò, ma in quella notte è successa una tragedia. Non riesco a immaginare quanto possa essere difficile per le famiglie. Sebbene non fossi sveglio durante l'incidente, voglio scusarmi.

Lo scafo danneggiato del Riva Aquarama di Teismann - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Lo scafo danneggiato del Riva Aquarama di Teismann - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Dopo aver mangiato ho chiesto a Kassen di guidare perché ero stanco. Lui era lucido, abbiamo parlato normalmente tutta la sera, era assolutamente normale e non c'era niente che facesse pensare non fosse in grado di condurre il motoscafo, altrimenti non glielo avrei mai chiesto. Durante la navigazione io ero sdraiato sul prendisole, guardavo all'indietro. Ero in dormiveglia e vedevo la scia, mi devo essere assopito durante il tragitto.

Mi sono svegliato a causa di un improvviso cambiamento nel rumore dei motori che si sono abbassati e la barca si è leggermente inclinata in avanti. Allora mi sono girato e ci siamo chiesti cosa fosse successo, non so di preciso chi ha chiesto cosa a chi, ma so che Kassen mi ha domandato se avessi sentito un rumore. Non ho visto e sentito nulla, ma mi sono alzato in piedi per verificare. Sono stati due minuti, ma il tempo che ho percepito è stato molto più lungo e non avevamo fretta di andarcene.

Quando è passato un altro motoscafo Riva e ha dato un colpo di clacson, abbiamo dedotto che - essendo passata sulla nostra stessa rotta - non avessero visto nessun ostacolo. Non appena Kassen mi ha segnalato che stavamo imbarcando acqua (arrivava fino alla griglia di legno), ho preso i comandi e ho chiamato 4 o 5 volte il numero personale del responsabile del rimessaggio Arcangeli. Arrivati al porto, abbiamo visto che c'era solo un posto disponibile sotto la gru per il rimessaggio, dunque ho chiesto a Kassen di andare a poppa per ricavarci dello spazio utile in cui attraccare. Kassen ha assicurato la barca con le corde al molo e io ho manovrato. La barca è stata messa così al sicuro».

Ore 14.30

L'udienza è stata sospesa per 30 minuti.

Ore 14.20: si conclude l'esame di Kassen

Kassen chiude l'esame e ci tiene a esprimere la sua vicinanza alle vittime e alle loro famiglie. Allontanatosi dal banco, si è rifugiato in un lungo abbraccio con la moglie, presente in aula.

Ore 13.52: Kassen risponde alle domande dell'avvocato di parte civile

Rispondendo ai chiarimenti di richieste dell'avvocato Virgilio Frau, che rappresenta la parte civile (Comunità del Garda), Kassen precisa: «Ho immaginato che la velocità notturna consentita fosse 10 nodi, perchè così è su tutta la Lombardia, ma non sapevo che sul Garda il limite notturno fosse 5»

Patrick Kassen e l'amico tedesco a bordo del motoscafo sul lago di Garda - Foto © www.giornaledibrescia.it
Patrick Kassen e l'amico tedesco a bordo del motoscafo sul lago di Garda - Foto © www.giornaledibrescia.it

Ore 13.33: inizia il controesame della pm Maria Cristina Bonomo

La discussione si accende sulla differenza tra remo e ramo, un'incomprensione legata alla verbalizzazione del primo interrogatorio di Kassen e alle traduzioni dal tedesco all'italiano. Il riferimento è all'ostacolo che il tedesco ha detto di aver avuto l'impressione di aver investito. «Dopo il rumore ci siamo voltati all'indietro per la perlustrazione, ma non siamo tornati indietro con il motoscafo. Non abbiamo utilizzato delle luci e sottolineo che non ho mai pensato di aver investito qualcosa di grosso».

Ore 13.29: Kassen «Ero nel pieno delle mie facoltà»

«Mentre guidavo il motoscafo non ero ubriaco, ma lucido. Durante la navigazione non ho mai visto il gozzo di Umberto Garzarella, assolutamente no, mai viste né luci verdi né bianche. Mentre guidavo guardavo soprattutto a destra perché da lì arrivano le barche che hanno la precedente»

Ore 13.25: la foto

L'avvocato Sola mostra una fotografia tratta da Instagram, in cui è ritratto il gruppo di spettatori della Mille Miglia che poi ha testimoniato in aula. Kassen conferma che erano al bar fin dal primo pomeriggio.

Ore 13.17: Kassen racconta il giorno dopo l'incidente

«Il giorno dopo i Carabinieri sono venuti in hotel e io ho percepito fossero lì perché qualcuno la sera prima aveva chiamato l'ambulanza. Ho saputo solo dopo che ero in caserma per un incidente in cui era morta una persona e dispersa un'altra (Greta è stata trovata la domenica alle 17.30 ndr). Ho saputo che su di me pendeva un mandato di arresto internazionale dai giornali e ho deciso di consegnarmi perché pensavo fosse giusto nei confronti delle vittime e delle loro famiglie, oltre che delle autorità italiane».

Ore 12.42: Kassen illustra l'attracco al porto dopo l'incidente

«La situazione era complicata perché c'era poco spazio al porto in cui volevamo ormeggiare, dunque io sono andato a poppa e mi sono sporto e appoggiato all'altra barca per spingere la nostra barca nello spazio disponibile. A quel punto la persona sull'altro Riva mi ha aiutato, è avanzato di poco e mi ha creato spazio. Qui è molto difficile ormeggiare in corrispondenza del braccio della gru (che preleva le barche ndr). In generale è molto difficile manovrare il Riva, in quelle condizioni a maggior ragione perché aveva imbarcato molta acqua.

Io non sono caduto in acqua perché ero ubriaco - cosa completamente errata - e il video è stato mostrato fuori contesto. Sono sbalzato indietro e caduto per la manovra. Poi non siamo tornati subito in albergo, abbiamo incontrato il gruppo del pomeriggo e ci ha invitati al bar dell'hotel Commercio. Ci siamo andati e abbiamo raccontato cosa ci era successo. Lì ricordo di aver bevuto un gin tonic e una birra, c'era parecchia gente e una bella atmosfera.

Poi qualcuno ha chiamato il 118, ma è stato un malinteso perché io sentivo solo un semplice reflusso perché ho dei problemi gastrici e mi succede quando mangio molte cose acide. Ho sputato un liquido scuro e le persone hanno pensato fosse sangue. Arrivata l'ambulanza, ho rifiutato il ricovero in ospedale perché sapevo di non avere nulla di grave».

Ore 12.28: Kassen descrive il momento dello schianto

«Mi ero già allontanato dal Golfo, eravamo a cinque minuti dall'arrivo, tenevo lo sguardo fisso sulle luci a riva per individuare il porto a cui attraccare. Con cielo sereno, ho sentito un breve ma molto percettibile rumore, con vibrazione ai piedi. Il rumore mi ha sorpreso perché non avevo scorto nessun impedimento, è stato come un "tac" - come ho detto nel primo interrogatorio, come se avessi colpito un tronco o un grosso ramo. La barca non ha reagito, non è saltata, io non sono stato sbalzato in avanti: come se non fosse successo niente.

In ogni caso ho rallentato abbassando la leva del gas e in seguito le due marce, poi ho chiesto a Teismann se anche lui avesse percepito qualcosa e lui ha negato.

Ci siamo fermati per guardarci intorno se vedevamo o sentito qualcosa, ma non c'era niente. Non abbiamo visto niente.

In quel momento è passato un altro motoscafo Riva (quello che si vede nel video) che ha suonato e sorpassato. Quindi abbiamo dedotto che anche l'altra barca non avesse visto niente e in quel momento mi sono accorto che entrava acqua nella barca quindi abbiamo deciso di andare immediatamente al porto (rimessaggio Arcangeli), altrimenti saremmo affondati. A quel punto prende il comando Teismann perché la situazione era complicata».

Ore 12.17: Kassen illustra il rientro a Salò dopo la cena

«Per rientrare a Salò ho scelto il percorso più lungo, intorno all'Isola del Garda. Si tratta di una navigazione difficile perché l'isola non è ben visibile al buio. Non ho fatto la strada più corta perché so che lungo quella rotta ci sono le barche dei pescatori. La rotta continua verso Gardone, poi si gira a Sud verso il golfo di Salò. Ero più vicino alla costa rispetto al centro della rotta, ma rispettando le distanze di sicurezza dalla costa.

Ci tengo a dire che la barca sotto i 1000 giri non va e quei giri corrispondono a 9/10 nodi, come detto dal nostro tecnico della difesa Massimo Gronda. Alla partenza dal ristorante avevo acceso sia le luci di murata (ormeggio) del Riva, sia quelle di posizione, poi le ho lasciate attive pensando che sarei stato visto meglio dagli altri. La visibilità di queste luci arriva fino a 5/10 metri».

Ore 12.08: Kassen continua a raccontare la serata

«Abbiamo ordinato un bicchiere di vino a testa. Non abbiamo bevuto nessun limoncello. Non ricordo se i due testimoni che sono venuti in aula e hanno detto di essere stati i nostri vicini di tavolo, perché in tribunale avevano la mascherina. Non posso dire che quella sera sedessero vicino a me, ricordo altri vicini di tavolo più anziani.

Dopo cena, Christian ha pagato il conto poi mi ha detto che era stanco e volentieri ho guidato io la sua barca. Abbiamo staccato insieme la barca dal pontile e poi ho preso io i comandi. Ho la patente nautica da quando avevo 21 anni perché mio padre aveva comprato un Riva Aquarama e lo so guidare bene».

Ore 12.07

L'avvocato Sola mostra all'imputato Kassen una foto tratta da Instagram e chiede di riconoscere la persona ritratta. «Si tratta del cameriere Jhonny che lavora al Sogno e trasporta le bottiglie da un tavolo all'altro»

Ore 11.56: Kassen inizia a raccontare il viaggio di ritorno dal ristorante

«Christian Teismann ha attraccato la barca al pontile del ristorante, c'era l'incaricato che voleva aiutarci per un trasporto con il gommone, ma noi abbiamo effettuato la manovra in autonomia.In un tavolo vicino al bar, abbiamo prima preso un sorbetto e poi crudità di pesce. Non abbiamo ordinato la vodka, ma il cameriere l'ha portata dal tavolo accanto dove era rimasta e l'ha aggiunta ai sorbetti. Lo fanno sempre, è un segno distintivo del locale».

Ore 11.33 - Kassen risponde alle domande del suo avvocato

«Tra le 14 e le 15 abbiamo pranzato a San Vigilio, in un ristorante. Ci siamo recati al locale a bordo del motoscafo Riva, partendo da Salò. Ho mangiato spaghetti allo scoglio, vitello tonnato, ho bevuto una birra e una bottiglia d'acqua. Abbiamo fatto ritorno a Salò alle 15. Ricordo di aver comprato una bottiglia di champagne al bar Italia e di averla portata a bordo della barca, ma non avendo ghiaccio è diventata subito calda, ricordo di aver avanzato metà dell'ultimo bicchiere.

I due imputati mentre brindano al pomeriggio del 19 giugno 2021 - Foto © www.giornaledibrescia.it
I due imputati mentre brindano al pomeriggio del 19 giugno 2021 - Foto © www.giornaledibrescia.it

Ricordo che il teste Mauro Bacco (che ha testimoniato in aula in una delle precedenti udienze) era a bordo in una barca vicino alla nostra, erano in tutto quattro persone e bevevano birra. C'erano persone dappertutto per guardare la Mille Miglia, non riuscivamo a vedere la auto. A questo punto ho visto la barca di Bacco che stava per andarsene, a quel punto ci siamo fatti segno e ci siamo scambiati di posto e abbiamo attraccato. Poi siamo scesi a riva e abbiamo cercato un posto per sederci e mezzora dopo si è liberato un tavolo. Era il bar alla destra del bar Italia e abbiamo ordinato una bottiglia di Franciacorta. Erano circa le 16.30 e siamo rimasti un'oretta. Abbiamo ordinato dei crostini con salmone.

Poi abbiamo cercato posto per guardare la partita della Germania, abbiamo trovato posto alla trattoria Orologio di Salò. Qui abbiamo ordinato subito una coca cola, poi tonno e birra. Fuori dall'osteria abbiamo incontrato un gruppo, che già avevamo visto al bar Italia, in cui c'era Stephan Beyer (teste in aula nelle udienze precedenti ndr) che non conosco, ma ricordo di averlo incontrato. Abbiamo proposto loro l'hotel Commercio, ma prima noi volevamo andare a nuotare, dunque alle 20.30 siamo andati verso Isola del Garda per tuffarci. Siamo arrivati al ristorante Sogno a 21.45, dove volevamo cenare e cancellare una prenotazione del giorno dopo».

Ore 11.26

Cambio di programma, per rispettare una presa di posizione della difesa, si inizia da Kassen, il tedesco che era alla guida del Riva e ora si trova agli arresti domiciliari.

Ore 11.23

Inizia l'esame dell'imputato Christian Teissman, il proprietario del motoscafo Riva che ha travolto e ucciso i due bresciani. Il giudice Macca dà indicazioni sulla gestione dell'esame: la domanda viene fatta in italiano, poi tradotta in tedesco, in seguito l'imputato Teissman risponde in tedesco - sua lingua madre - e infine l'interprete chiude il cerchio.

Ore 11.17

Tensione in aula e botta e risposta dai toni accesi tra il pubblico ministero Bonomo e l'avvocato della difesa Guido Sola. Il motivo della tensione è la disponibilità delle password di accesso agli smartphone dei due tedeschi. Sola attacca il pm: «Non vengo da Modena per farmi sbugiardare da un pm di Brescia, che vuole insinuare che i dati resi noti oggi siano stati falsificati». Il giudice Mauroernesto Macca chiude il confronto e invita il difensore degli imputati «a riprendere il suo aplomb».

Ore 11.08

La pm Bonomo chiede se i dati estratti dalla timeline possono essere modificati. La risposta è sì. Il pubblico ministero sottolinea che i dati sono stati acquisiti e analizzati a ottobre, ma sono relativi a giugno.

Ore 10.42

Riprende l'udienza. La pm Maria Cristina Bonomo chiede chiarimenti sull'analisi dei dati rilevati con Google Timeline al perito Zanaro. La spiegazione del perito si concentra sugli agganci dei cellulari degli imputati alle celle tra Salò e Gardone Riviera.

Ore 10.40

Gli amici di Greta, in aula, portano al petto un fiocchetto arancio: era il colore preferito della ragazza. Uno striscione con la scritta «Giustizia per Greta e Umberto» campeggia all'ingresso del tribunale.

  • Gli amici di Greta in aula portano un fiocchetto arancio, suo colore preferito
    Gli amici di Greta in aula portano un fiocchetto arancio, suo colore preferito
  • Gli amici di Greta in aula portano un fiocchetto arancio, suo colore preferito
    Gli amici di Greta in aula portano un fiocchetto arancio, suo colore preferito

Ore 9.40

Inizia la testimonianza di Marco Zanaro, perito tecnico iscritto all'albo del Tribunale di Roma. Il consulente della difesa ha analizzato i dati derivati dalla geolocalizzazione dei cellulari dei due imputati. I dati non erano reperibili dagli smartphone dei due tedeschi, ma sono stati ricavati accedendo all'account Gmail di Teismann (dopo che lo stesso ha fornito la password) e studiando la timeline di Google, che traccia ogni spostamento dell'utente.

Zanaro ha fissato la partenza del ristorante Sogno di San Felice del Benaco tra le 22.52 e le 22.54. Si sottolinea che però questo dato non era stato comunicato né ai pm né agli avvocati della famiglia Nedrotti, per cui il pm ha chiesto 15 minuti di sospensione dell'udienza per preparare il controinterrogatorio del teste. Non essendo stati inseriti in fascicolo, potrebbero essere considerati dati inutilizzabili.

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