Garda

Coregone del Garda, si aspettano le carte di Regione Lombardia

Serve uno studio sulla biocenesi del lago, come è stato riferito anche ieri in Commissione Ambiente
Coregone
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È tutta questione di «carte». Che per il «caso» del coregone nel Garda altro non sono che lo studio della biocenosi del lago che Regione Lombardia (con Provincia autonoma di Trento e Veneto) si è impegnata a fornire, ma che di fatto ancora non è nelle mani del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: solo una volta che il Mase l’avrà ricevuto e valutato potrà esprimersi sulla concessione della deroga. Ecco spiegato in cosa differisce il Benaco dai laghi di Como e d’Iseo.

Facciamo però un passo indietro. Del «caso coregone» si parla da mesi: è di domenica scorsa la manifestazione dei pescatori professionisti a Salò. Non si contano le prese di posizione al loro fianco, da parte della Comunità del Garda ma anche di numerosi rappresentanti, bresciani, della politica nazionale e regionale.

La questione è approdata ieri in Commissione Ambiente, al question time, grazie a un’interrogazione a risposta immediata presentata dai leghisti Paolo Formentini e Simona Bordonali. La richiesta: «Se il Ministro intenda rilasciare con urgenza l’autorizzazione in deroga per l’immissione di larve della specie "Coregonus lavarelus" nel lago del Garda, come già avvenuto per i laghi di Iseo e di Como, nelle more dell’avvio di un apposito procedimento per il riconoscimento definitivo dell'autoctonia della specie del coregone».

Come da regolamento, immediata la replica. Che, in una prima parte, specifica le modalità con cui le Regioni possono chiedere deroga in merito all’introduzione in acque pubbliche di specie ittiche alloctone (come è considerato il coregone). La richiesta va indirizzata al Ministero corredata da uno studio e da una valutazione complessiva di rischi e benefici. Se per il lago di Como e per il Sebino tutto è andato a buon fine, per il Garda il percorso appare più complesso perché la Regione ha sì presentato richiesta, ma Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è ancora in attesa delle integrazioni richieste: «La Regione Lombardia riferisce di aver avviato contatti con gli altri due enti territoriali attigui - si legge nella risposta del Mase -. Il fine è addivenire al più presto alla realizzazione di uno studio sulla biocenosi del lago, che possa altresì ottemperare alle richieste di integrazione formulate da Ispra, e supportare l’eventuale concessione della deroga».

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