Terziario: crescono i fatturati, ma la fiducia rimane «modesta»

Per il Terziario bresciano il 2025 è iniziato con molti segni «più». Per l’ultima indagine congiunturale di Confindustria Brescia, «I fatturati sono cresciuti per il 31% delle imprese intervistate (saldo positivo del 9% tra variazioni in aumento e in diminuzione), i portafogli degli ordinativi sono incrementati con un saldo netto positivo del 18%, l’occupazione è migliorata e i prezzi sono stabiliti per l’87% delle aziende (saldo netto a +13%)».
Le prospettive
A questi risultati si aggiungono prospettive per i mesi a venire di cauto ottimismo, tra fatturati attesi in crescita dal 45% degli intervistati (saldo positivo del 36% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti), portafogli ordini in aumento per il 25%, occupazione per il 22% e i prezzi dei servizi offerti in aumento per il 16% delle imprese, per uno scenario che si delineerebbe incoraggiante. Nonostante ciò la fiducia nel futuro delle aziende bresciane del Terziario è «modesta». Le ultime tre rilevazioni del Centro studi di Confindustria non mostrano un cambiamento di tendenza: nel primo trimestre 2025 la fiducia ha toccato quota 106 punti, tre in meno di quanto rilevato tra ottobre e dicembre 2024 quando era arrivata a 109 e tutto sommato in linea con quanto registrato tra luglio e settembre dell’anno scorso, un 101 che rappresenta il minimo degli ultimi quattro anni, lontanissimo dai 127 punti del primo trimestre 2024 e dai 125 punti del primo trimestre 2023.
Il punto
Per il presidente del settore Digitale di Confindustria Brescia Sergio Venturetti, «il comparto ha reagito alle dinamiche innescate dai dazi e alle ripercussioni sulle attività dei propri clienti, a testimonianza dello stretto legame con il manifatturiero. Ora ci attendiamo una ripresa». Secondo gli analisti di via Cefalonia: «Sul sentiment delle realtà del territorio continua a incidere un contesto connotato da molte incertezze, legate all’aggressività della politica commerciale, all’imprevedibilità della politica internazionale, alla domanda interna debole, alle preoccupazioni per le transizioni ambientale e digitale, e ai rincari energetici, elementi che contribuiscono a rendere lo scenario economico e sociale sempre meno decifrabile. In questo quadro complesso – continuano gli esperti – la dinamica bresciana del settore terziario va letta anche alla luce delle difficoltà che stanno colpendo l’industria manifatturiera locale, con cui il Terziario ha rapporti consolidati di fornitura. Il timore che il settore secondario possa subire gravi ripercussioni a causa dei dazi statunitensi e delle contromisure dell’Unione Europea si riflette sui risultati oggetto dell’analisi».
Qualche problema rimane anche nelle ricerca di personale. «Attualmente il 19% delle nostre posizioni aperte è nel settore terziario – spiega Ivano Tognassi, presidente del settore Servizi alle imprese e alle persone di Confindustria Brescia – un’incidenza invariata rispetto alla chiusura del 2024. In prima linea ci sono le richieste dei settori Telecomunicazioni e Vendite, le prime all’8,8% e le seconde al 7,4%. I profili più richiesti, anche con servizio di sola ricerca e selezione, sono in ambito metalmeccanico e riguardano in particolare i manutentori meccanici (7,5%)».
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