Economia

Manifattura in calo, ma c’è speranza: l’indagine di Confindustria Brescia

Roberto Ragazzi
Nel primo trimestre dell’anno registrata l’ottava flessione consecutiva (-2,3%): cresce però la produzione (+1,5% congiunturale)
Manifattura, un settore in difficoltà - Foto d'archivio
Manifattura, un settore in difficoltà - Foto d'archivio
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L’ultimo segno «più» risale ai primi tre mesi del 2023. La produzione industriale bresciana registra nel primo trimestre 2025 l’ottava flessione consecutiva, -2,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia mette nero su bianco le difficoltà della manifattura bresciana messa sotto pressione dalle incertezze geopolitiche, dalla guerra in Ucraina, dalla volatilità dei mercati dovuta a repentini cambi di posizione dell’amministrazione Trump e una domanda ancora limitata proveniente dalla Germania.

Continua quindi la fase di debolezza per le imprese manifatturiere, anche se non mancano barlumi di speranza: la produzione mostra infatti un incremento rispetto all’ultimo trimestre del 2024, segnando una variazione grezza positiva (+1,5% congiunturale).

«Si tratta – spiega una nota di Confindustria Brescia – di un segnale incoraggiante, perché indicherebbe una capacità di reazione da parte del made in Brescia, che offre elementi di cauto ottimismo per i mesi a venire. A seguito delle evoluzioni sopra indicate, il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2025, è pari a -0,5%».

I numeri

Secondo l’indagine congiunturale, nei primi tre mesi del 2025, il 42% degli operatori intervistati ha dichiarato una crescita dell’attività rispetto al periodo precedente, a fronte del 35% che si è espresso per il mantenimento dei volumi prodotti e del 23% che invece ha segnalato una flessione degli stessi. La disaggregazione della variazione per classe dimensionale mostra andamenti differenziati: +0,2% per le imprese micro, -1,2% per le piccole, +4,6% per le medie e +4,3% per le grandi.

Il quadro

«Questi dati confermano un quadro ancora fragile per la nostra manifattura – commenta il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta –, che continua a confrontarsi con una domanda debole e un contesto internazionale incerto. Tuttavia, i segnali positivi emersi – in particolare la lieve ripresa congiunturale della produzione e il miglioramento degli ordini – ci indicano che il sistema industriale bresciano sta dimostrando ancora una volta una buona capacità di tenuta e adattamento. A livello macroeconomico, la stabilizzazione dell’indice Pmi manifatturiero globale evidenzia una crescita stagnante: in questo contesto, la reattività mostrata dalle imprese di medie e grandi dimensioni è un segnale importante di tenuta».

Secondo il report dell’Ufficio Studi le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 27% delle imprese; invariate per il 52%; diminuite per il 21%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono cresciute per il 29% degli operatori, calate per il 19%, stabili per il 52%; quelle verso i Paesi extra Ue sono aumentate per il 26%, diminuite per il 18%, invariate per il 56% del campione. Domanda attesa in ripresa: gli ordini sul mercato domestico in crescita per il 29% delle aziende, stabili dal 58%, in calo dal 13%.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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